di Rossella De Pas
Elizabeth Taylor si è spenta mercoledì 23 marzo, lo abbiamo letto sui giornali di tutto il mondo.
Se ne è andata una delle ultime attrici simbolo dello sfarzo hollywoodiano degli anni ’50 e ’60. La sua è stata una vita all’insegna degli eccessi: 8 matrimoni, alcool e droga, la passione sfrenata e mai celata per i gioielli, oltre che per Richiard Burton; e poi la chirurgia estetica, l’amicizia fino all’ultimo con Michael Jackson. Tutto noto e risaputo.
Quello che invece pochi sanno invece è che lungo la sua turbolenta vita privata, la Taylor si era convertita all’ebraismo. Dopo il fallimento del matrimonio con Mike Todd, nel 1959 la Taylor incontra Eddie Fisher e con lui decide di abbracciare l’ebraismo
Nei primi mesi del 1959 si converte al Temple Israel di Hollywood e il 12 maggio 1959 Rabbi Nussbaum officia il matrimonio con Fisher al Tempio Beth Shalom di Las Vegas con tanto di kuppah.
L’attrice ha sottolineato più volte che la sua conversione non le è stata imposta nè richiesta dai suoi mariti ebrei – e, conoscendo il suo carattere forte, la cosa sembra piuttosto plausibile.
Tanto più che, anche in seguito al divorzio da Fisher, Liz mantiene i suoi rapporti con il mondo ebraico e con Israele.
In più occasioni si reca in Israele dove instaura anche uno stretto rapporto di amicizia con personaggi come il Primo Ministro Menachem Begin; fece cospicue donazioni (in denaro e gioielli) allo Stato Ebraico durante le guerre arabo – israeliane – tanto che i suoi film vennero boicottati dalla maggior parte degli stati arabi. Addirittura si dice che nel 1967 si offrì come ostaggio al posto degli ebrei catturati all’aeroporto ugandese di Entebbe. La Taylor non ha mancato inoltre di dedicarsi alla raccolta fondi per varie istituzioni come la JNF–Jewish National Fund e l’Israel War Victims Fund.
Di Liz Taylor pensavamo di sapere ormai tutto, persino dei 15 minuti di ritardo con cui ha voluto che venissero celebrati i funerali. Non altrettanto della sua conversione all’ebraismo e del suo impegno per Israele. Ed è per questo aspetto, tenuto lontano dalle luci della ribalta, che ci piace ricordare qui, per un’ultima volta, una delle dive di Hollywood più belle e amate dell’ultimo secolo.