di Francesco Paolo La Bionda
Zebulon Simantov, 65 anni, è stato l’ultimo ebreo residente in Afghanistan fino al 2021, quando le minacce dei terroristi dello Stato Islamico lo hanno costretto alla fuga. Fuggito attraverso il Pakistan, dopo due anni passati in Turchia, l’anziano, la cui salute è in peggioramento, si è deciso a trasferirsi in Israele, dove vivono il fratello, la sua ex moglie e le figlie, ed è volato nel paese a inizio novembre.
Il singolare custode dell’ultima sinagoga afgana
Nativo del martoriato paese asiatico, Simantov era il custode della fatiscente sinagoga di Kabul, situata nello stesso edificio dove viveva. La proprietà del luogo di culto era stata al centro di una contesa decennale con l’altro residente ebreo superstite della capitale, Isaak Levi. Le liti tra i due erano così costanti che il regime talebano allora al potere li aveva anche imprigionati, salvo rilasciarli perché continuavano a insultarsi anche in prigione. Levi era morto nel 2005, lasciando Simatov “vincitore”, come amava ricordare ai giornalisti che ogni tanto andavano a intervistarlo.
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L’operazione di salvataggio e la strada verso Israele
La moglie e le figlie si erano trasferite in Israele già da anni, ma Simantov si rifiutava di acconsentire al divorzio, uno dei motivi che lo spingeva a rimanere in Afghanistan nonostante lo stato di guerra costante che da ormai mezzo secolo attanaglia il paese. A convincerlo ad andarsene è stato l’uomo d’affari e filantropo americano-israeliano Moti Kahana, che gli ha fatto presente come, sebbene i talebani tornati al potere tollerassero la sua presenza, i terroristi dello Stato Islamico attivi nel paese non avrebbero fatto altrettanto.
Così, a settembre 2021, Simantov è stato portato prima in un luogo sicuro in Pakistan e poi a Istanbul, in Turchia, dove rav Mendy Chitrik, a capo della comunità ashkenazita del paese, lo ha convinto a concedere alla moglie il divorzio. Sebbene Simantov fosse contento di rimanere nell’antica capitale dello stato anatolico, le sue condizioni di salute, che lo hanno costretto in carrozzella, lo hanno convinto a raggiungere il fratello Benjamin nello Stato ebraico.
Secondo alcune fonti, un lontano cugino di Simantov, tal Tova Moradi, avrebbe lasciato il paese un mese dopo di lui, contendendogli quindi il primato di “ultimo ebreo d’Afghanistan”.
L’estinzione della comunità ebraica in Afghanistan
Gli ebrei sono stati presenti in quello che è oggi l’Afghanistan sin dall’antichità, ma in epoca contemporanea le persecuzioni subite dai fanatici musulmani e l’instabilità del paese hanno drasticamente ridotto le dimensioni della comunità fino a portarla all’estinzione. Dei 5000 ebrei presenti nel 1948, ne rimanevano 300 nel 1969 e 10 nel 1996. Oggi, circa 10.000 dei loro discendenti vivono in Israele, a cui si aggiungono alcune centinaia di persone in Stati Uniti e Regno Unito.