di Ilaria Ester Ramazzotti
“La Shoah non ha influenzato le sue convinzioni”. “Lui crede di essere stato salvato perché è quello che Dio voleva. Non è una persona arrabbiata” e “crede che tutto al mondo abbia una ragione”. Così ha detto al Jerusalem Post di giovedì scorso la figlia di Yisrael Kristal, l’uomo più longevo tuttora in vita, un israeliano di origine polacca di 112 anni, sopravvissuto ai lager nazisti.
“Mio padre è una persona sempre felice. Lui è ottimista, saggio e apprezza quello che ha”, ha continuato Shula Kuperstoch”. “Il suo atteggiamento verso la vita è di fare tutto con moderazione. Mangia e dorme moderatamente e dice che le persone dovrebbero sempre avere il controllo della loro vita e non lasciare che sia la vita a controllare loro, per quanto ciò sia possibile”.
Ma lui, Yisrael Kristal, pensa che la sua longevità non sia altro che una forma di grazia divina che gli è stata concessa. Nato nel 1903 a Žarnov, vicino a Lodz, è cresciuto in una famiglia religiosa. Dopo l’occupazione nazista della Polonia fu costretto a trasferirsi nel ghetto di Lodz, con sua moglie e due bambini. Imprigionato a Auschwitz, dove la moglie morì, è l’unico sopravvissuto del nucleo famigliare. Si è risposato nel 1947 e in seguito trasferito in Israele, a Haifa, dove si è rifatto una vita.
E’ rimasto sempre religioso, mette in tefillin e prega ogni giorno, recitando le preghiere a memoria poiché la sua vista è scarsa. Giorni fa, alla morte del giapponese Yasutaro Koide, anch’esso di 112 anni, Kristal è stato dichiarato l’uomo più anziano al mondo dal Gerontology Research Group di Los Angeles.