di Redazione
Free Palestine. From the river to the sea. Make Israel Palestine again. Sono solo alcune delle scritte su magliette, felpe e altri gadget in vendita su Amazon (anche in Italia). Come altri capi di abbigliamento in vendita sulla piattaforma, vengono venduti come se fossero magliette trendy, portatrici di messaggi di pace e fratellanza. Peccato che “dal fiume al mare” indichi la volontà di spazzare via Israele – è lo slogan adottato negli anni ’80 da Hamas e risuona in tutte le manifestazioni pro-palestinesi -, e che “Palestina libera” dopo i massacri di oltre 1400 civili israeliani del 7 ottobre abbia per israeliani ed ebrei un significato molto diverso rispetto a prima.
L’American Jewish Committee afferma che, mentre invocare uno Stato palestinese non è antisemita, chiedere l’eliminazione di Israele può essere considerato tale. La definizione operativa di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA) include l’esempio di “negare al popolo ebraico il diritto all’autodeterminazione”.
Un portavoce di Amazon contattato dal Newsweek ha rifiutato di rispondere, sostenendo che “questi prodotti non contravvengono le nostre policy”, che proibiscono la vendita di prodotti che “promuovono, incitano o glorificano odio, violenza, intolleranza sessuale religiosa o razziale”. Inoltre, ricordano da Amazon che il 10 ottobre il ceo Andy Jassy aveva definito l’attacco ai civili israeliani come “scioccante e doloroso da vedere”, e aveva espresso la speranza “che la pace arrivi presto”.