Arrigo Levi

Addio ad Arrigo Levi: ha cantato l’Hatikva poco prima di morire

Personaggi e Storie

di Michael Soncin
“Perfino un laico miscredente come me, è tentato talvolta di rimettere piede in sinagoga”. Così si esprimeva, come si può leggere da La Repubblica, il grande giornalista di fama internazionale Arrigo Levi, scomparso stanotte a Roma all’età di 94 anni. Poco prima di spegnersi ha cantato l’inno d’Israele, l’Hatikva (in ebraico: התקוה‎, La Speranza) e una filastrocca modenese, quest’ultima, forse luminescenza della sua infanzia.

«Veniva definito un cittadino del mondo, e buona parte della sua vita professionale la trascorse come inviato per i più grandi giornali. Dal 1951 al 1953 è a Londra per il quotidiano torinese la Gazzetta del popolo poi a Mosca come corrispondente per il Corriere della Sera».

Vita personale e professionale di Arrigo Levi

Nacque a Modena nel 1926. Nel 1942 a causa leggi razziali fu costretto assieme alla famiglia a lasciar il paese nativo per rifugiarsi in Argentina. E proprio a Buenos Aires avrà luogo quello che sarà l’inizio di una lunga e costellata carriera nel mondo del giornalismo, iniziando come collaboratore per la testata del Partito d’Azione (Pda) L’Italia libera.
Rientrò in Italia al termine della seconda guerra mondiale dove si laureò in Filosofia presso l’Università degli Studi di Bologna.

Dal 1973 al 1978 fu direttore de La Stampa ed è a lui che si deve l’apprezzatissimo supplemento culturale Tutto Libri nato il 1º novembre del 1975.
«I cinque anni e mezzo trascorsi a Torino, sono stati i più intensi della mia carriera, anni duri e drammatici, segnati dal terrorismo e dalla morte di amici carissimi », disse durante una lectio magistralis al ricevimento del Premio Casalegno; ha riportato La Stampa. In Israele si arruolò volontario nelle brigate del Negev partecipando alla prima guerra arabo-israeliana, “scrivendo corrispondenze dal conflitto per i quotidiani Libertà e Gazzetta di Modena, nonché per la rivista socialista Critica Sociale diretta da Ugo Guido Mondolfo”. “Eravamo – ricordava Levi – in 120 ragazzi. Non tutti sionisti. Quello che ci interessava era difendere il diritto di Israele a esistere. Nel nome di un umanesimo che ci accomunava. Nel nome del diritto di 600 mila rifugiati, molti scampati alla Shoah di vivere in pace”.

Il nome di Levi è associato anche a tanti programmi curati per la Rai, come Tam Tam (1981), Punto sette e Punto sette, una vita.

Scrittore, giornalista, conduttore televisivo, ricoprì inoltre il ruolo di consigliere per le relazioni esterne del Quirinale prima con Carlo Azeglio Ciampi e poi fino al 2013 per Giorgio Napolitano. Il suo fu come si evince, un percorso denso di collaborazioni che lo portarono a vivere in diverse parti del mondo. Scrisse per il Times e per il settimanale Newsweek oltre a ricoprire il ruolo di redattore presso le sedi della BBC.

«Con i suoi libri, le sue corrispondenze dall’estero e le sue trasmissioni televisive, ha raccontato e acutamente interpretato i grandi sommovimenti dell’età contemporanea; lo ricordo anche per la passione civile che lo ha animato sin da giovanissimo e per l’inconfondibile tratto umano, affabile e signorile», è quanto ha espresso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Per i suoi 90 anni Levi era stato festeggiato dall’UCEI con un evento speciale. “Ci sono molti motivi per dirle grazie, caro Arrigo. Per le importanti pagine di giornalismo che ci ha donato, per gli straordinari libri che ha scritto, per la sua costante attività a sostegno dello Stato di Israele. Ma anche e soprattutto per un’umanità speciale, per un modo di guardare alla vita, nei suoi alti e bassi, nelle molte sfide che si presentano ogni giorno, che è un esempio per tutti noi”, disse in quell’occasione la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche Noemi Di Segni.

“Esprimo profondo cordoglio per la scomparsa di Arrigo Levi, grande giornalista, appassionato combattente per la libertà, sincero e coerente democratico, strenuo difensore del diritto dello Stato di Israele ad esistere.”, ha dichiarato Roberto Cenati – Presidente Anpi Provinciale di Milano.