Morto in Siria Alois Brunner

Personaggi e Storie

Alois BrunnerIl suo nome basta a far tremare i testimoni, i sopravvissuti all’orrore nazista: Alois Brunner è uno dei 10 uomini più ricercati dai “cacciatori” del Simon Wiesenthal Center, per essere stato tra i più vicini assistenti di Adolf Eichmann. Ma ora la caccia è finita, sull’orlo di una tomba. Sì perché Brunner, così è trapelato solo oggi, sarebbe morto in Siria, dove aveva vissuto protetto per decenni, nel 2009 o nel 2010. Aveva 97 anni, essendo nato in Austria nel 1912. Durante il nazismo fu capitano delle SS e responsabile della deportazione di 128.500 ebrei nei campi di sterminio.

L’informazione sulla sua morte è stata fornita al Simon Wiesenthal Center da un uomo che ha prestato servizio nei Servizi Segreti tedeschi in Siria e Medio Oriente.

Efraim Zuroff, direttore del Simon Wiesenthal Center, in una intervista all’agenzia israeliana Ynet ha dichiarato che “La notizia non può trovare al momento conferme a causa della situazione in Siria. La data esatta non è stata resa nota, ma ci è stato detto che Alois Brunner è stato sepolto a Damasco e così lo abbiamo depennato dalla lista dei ricercati. D’altra parte, era nato nel 1912…”.

Brunner decise personalmente la deportazione di 128.500 ebrei: 47 mila dall’Austria, 44 mila dalla Grecia, 23.500 dalla Francia e 14 mila dalla Slovacchia. “Era noto soprattutto per la sua crudeltà – continua Zuroff – e per la sua determinazione ad uccidere tutti gli ebrei. Nel 1985 rilasciò un’intervista ad un settimanale tedesco, la prima e unica dopo la guerra; alla domanda se avesse dei rimorsi, rispose che il solo rimpianto era quello di non aver ucciso un numero più alto di ebrei”.

Negli anni ’50 trovò rifugio in Siria, dove venne protetto dai diversi presidenti e regimi che si sono succeduti negli anni, nonostante le alterne vicende politiche e il colpo di Stato di Hafez al-Assad del 1970. Di Assad, Brunner fu consigliere, in particolare per gli “affari ebraici”, insegnò tecniche di tortura e terrorismo ai siriani, data l’ammirazione che il presidente aveva per il nazismo e per il suo antisemitismo.

Untitled-1waEfraim Zuroff dichiara la propria frustrazione per non essere riuscito a portare Alois Brunner davanti ad un tribunale: “Per noi, la sua morte è la fine di un caso doloroso e frustrante che ha coinvolto uno dei più sadici e crudeli antisemiti mai esistiti. Sebbene sia stato condannato in contumacia diverse volte, non ha mai scontato le pene. Il mondo non si è mai fatto carico di richiedere la sua punizione. Né l’Austria né la Germania si sono mai impegnate seriamente nella richiesta di estradizione, nemmeno quando si era prospettata una possibilità”.

Riguardo al fatto che Israele tentò di colpire Brunner, Zuroff conferma che “ci sono state voci in proposito. Israele avrebbe spedito due pacchi esplosivi, in Siria, all’ufficiale nazista che gli avrebbero provocato la perdita di un occhio e di tre dita. Pare che sia stato Yitzahk Shamir, quando era agente del Mossad, a compiere la missione”.

Efraim Zuroff e il Simon Wiesenthal Center continuano i loro sforzi di non lasciare impuniti i criminali nazisti e anche quest’anno, in ottobre, hanno inviato alla Germania una lista di 80 uomini e donne che parteciparono direttamente allo sterminio degli ebrei. “Alcuni di loro potrebbero essere ancora in vita”, dice Zuroff.

Brunner aveva una moglie e una figlia in Austria, che hanno sempre sostenuto di non sapere dove vivesse Alois.