di Nathan Greppi
Josef Schütz, l’uomo più anziano ad essere dichiarato colpevole per aver preso parte ai crimini nazisti durante la Shoah, si è spento all’età di 102 anni. Nel giugno 2022, era stato condannato nello stato tedesco del Brandeburgo a 5 anni di galera, ma era rimasto libero in attesa in attesa della sentenza di appello della Corte Federale, dopo che i suoi avvocati fecero ricorso (nella foto mentre nasconde il volto in occasione del processo).
Come spiega la BBC, Schütz era stato indicato come un membro delle SS che durante la Seconda Guerra Mondiale prestava servizio come guardia del campo di concentramento di Sachsenhausen, circa 35 chilometri a nord di Berlino, dove tra il 1942 e il 1945 avrebbe preso parte all’uccisione di 3.518 detenuti. Più nello specifico, era accusato di aver fucilato dei prigionieri di guerra sovietici, nonché di aver utilizzato il gas Zyklon B per ucciderne altri.
In totale, nel campo di Sachsenhausen furono internate oltre 200.000 persone, per la maggior parte ebrei, rom, sinti, prigionieri politici e prigionieri di guerra. Circa 50.000 morirono di fame, stenti, uccisi dalle SS o usati come cavie per esperimenti.
Il processo contro Schütz iniziò nell’ottobre 2021. Fino all’ultimo si è dichiarato innocente, dicendo di non aver mai lavorato come guardia del campo. Tuttavia, secondo i giudici le prove erano schiaccianti: in particolare, sarebbero stati ritrovati documenti delle SS che riportavano il suo nome e la data di nascita.