L'atleta Margaret Bergmann Lambert

Addio a Margaret Bergmann Lambert. Fu estromessa dalle Olimpiadi del 1936 perché ebrea

Personaggi e Storie

di Paolo Castellano

Margaret Bergmann Lambert, un’atleta di salto in alto che fu estromessa dalle Olimpiadi di Berlino del 1936 per il fatto di essere ebrea, è morta il 25 luglio all’età di 103 anni a New York, lo riporta il New York Times.

Nel giugno del 1936, giusto un mese prima delle Olimpiadi, la Lambert, che ai tempi era una cittadina tedesca e si chiamava Gretel (diminutivo di Margarethe) Bergmann, vinse una gara contro alcune delle migliori saltatrici tedesche.  Il suo record di un metro e 60 sarebbe bastato per vincere una medaglia nelle squadra olimpica del ‘36.

I nazisti la invitarono a gareggiare per placare i sospetti di antisemitismo avanzati dagli stati stranieri che non digerivano le teorie della razza e le politiche antisemite. Gli organizzatori non volevano inquinare lo spirito della manifestazione appoggiando tacitamente questi atteggiamenti.

Nel giro di poco tempo, dopo il record in una gara a Stoccarda, all’Adolf Hilter Stadium, la Lambert ricevette una lettera dagli ufficiali nazisti per informarla che non avrebbe partecipato alle Olimpiadi.

«Considerando i suoi recenti risultati sportivi – si leggeva nella missiva – lei non potrà far parte della squadra». I suoi risultati agonistici inoltre vennero rimossi dalle statistiche ufficiali dei record sportivi.

Nel 1936 la Bergmann dunque fu cancellata della squadra olimpica tedesca. In un articolo del Der Angriff, un giornale della propaganda nazista diretta da Joseph Goebbels, venne scritto che la Bergmann non era stata inserita nella squadra perché la Germania non aveva nessuna chance di vincere la gara di salto in alto “a causa delle eccellenti doti delle avversarie americane e giapponesi”.

Un’atleta ungherese vinse quella edizione del salto in alto proprio con un’elevazione di un metro e 60.

«Ho avuto degli incubi riguardo a tutte le cose avvenute nei mesi precedenti», la Bergmann ha detto in un’intervista del 2015 rilasciata a Newsday, a proposito di un suo ritorno in Germania. «Come mi avrebbero trattato le persone nella squadra? Forse mi avrebbero rotto le gambe per tenermi fuori dalla competizione. Se avessi vinto, avrei dovuto stare davanti a quell’uomo e salutarlo? E se avessi perso? Cosa sarebbe successo?»

Margarethe Minnie Bergmann è nata in una famiglia ebraica laica nel 1914, nella piccola città di Laupheim, nel sud-ovest della Germania, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Come studentessa-atleta conseguì importanti risultati anche nel lancio del peso, del disco e in altri ambiti sportivi come il salto in alto.  

Con l’avanzata dell’antisemitismo in Germania, la Bergmann lasciò la sua casa a 19 anni e si trasferì in Inghilterra, dove vinse il campionato inglese di salto in alto nel 1935. Ma quando i nazisti misero sotto pressione il padre per riportarla a casa, lei tornò in Germania per aspirare a un posto nella nazionale olimpica.

Nel 1937, la Bergmann fu in grado di ottenere i documenti per lasciare il paese e volare negli Stati Uniti. Atterrò nella città di New York, dove lavorò come massaggiatrice e cameriera, e più tardi come fisioterapista, come riporta il Times. Nel 1938, si sposò con un rifugiato tedesco, Bruno Lambert, che fu un velocista. Il marito morì nel 2013.

La Bergmann ha continuato a gareggiare ma solo per qualche anno. Vinse i campionati americani di salto in alto e di tiro del peso nel 1937. Nel 1938 rivinse il campionato di salto in alto. Quando scoppiò la guerra, l’atleta ebrea si stava allenando per le Olimpiadi del 1940. Lasciò gli allenamenti per salvare la propria famiglia.

La Bergmann nel 1980 è stata inserita nel monumento dedicato agli atleti ebrei che si trova presso il Wingate Institute di Israele. In Germania è stata insignita con un premio onorario. Gli stadi a Berlino e nella sua città natale le sono stati intitolati.

Nel 1999 Bergmann ha rotto il giuramento di non ritornare mai in Germania, dove ricevette il Georg von Opel Prize, che viene dato a coloro che si sono distinti nello sport per i loro principi.

Dagmar Freitag, un membro del parlamento tedesco, ha partecipato al 101esimo compleanno della Bergmann nella sua casa del Queens a New York.

Nel 2004. l’emittente HBO ha mandato in onda un documentario dedicato alla vicenda della Bergmann “il pegno di Hitler”.