Philip Roth

Le carte private di Philip Roth: distruggerle o salvarle? Un dibattito acceso

Personaggi e Storie

di Nathan Greppi
Pagine mischiate, appunti, note, il tutto racchiuso principalmente in due volumi inediti che secondo il testamento sarebbero dovuti andare distrutti dopo la sua morte e la pubblicazione della sua biografia: questa è l’eredità che Philip Roth, autore di romanzi di successo come Pastorale americana e La macchia umana deceduto il 22 maggio 2018 all’età di 85 anni, si è lasciato dietro e che fa sì che egli continui a far discutere animatamente ancora oggi.

Come riportava il 28 luglio La Stampa, diversi scrittori e accademici affiliati alla Philip Roth Society hanno firmato una lettera aperta supplicando di preservare le carte che Roth voleva finissero al macero, per un motivo ben preciso: la sua reputazione è stata macchiata soprattutto a causa delle accuse di molestie sessuali rivolte al suo biografo, Blake Bailey, che hanno portato l’editore americano W. W. Norton ad annullare la pubblicazione; in seguito nei media ci si è concentrati anche sulle fissazioni sessuali di Roth, che gli sono valse accuse di misoginia e infedeltà coniugale. I firmatari vogliono salvare l’immagine di quello che è considerato uno dei grandi maestri della letteratura statunitense dell’ultimo mezzo secolo, nonché uno dei più importanti scrittori ebrei anglofoni.

Philip Roth e Primo Levi
Philip Roth e Primo Levi

 

Le due “scatole nere” che racchiudono il grosso dei suoi scritti postumi consistono in due confutazioni di altre opere: Note su un calunniatore, relativa ad una biografia non autorizzata da Roth, e Note per il mio biografo, che confuta la versione espressa dall’ex-moglie Claire Bloom nella sua autobiografia del 1996 Via dalla casa di bambola, dove lo scrittore viene attaccato pesantemente. Al di fuori degli esecutori testamentari di Roth, l’agente letterario Andrew Wylie e l’amica Julia Golier, nessuno sa esattamente quante e quali siano le carte che voleva distruggere e quali invece da conservare. Ad esempio, i manoscritti originali dei suoi romanzi e la sua corrispondenza sono conservati alla Biblioteca del Congresso, ma rimarranno sigillati fino al 2050; mentre altri libri di sua proprietà sono disponibili nella recentemente inaugurata Biblioteca Pubblica di Newark, la città dove è nato.

In passato è già successo che altri scrittori chiedessero nel loro testamento che i propri scritti non pubblicati venissero bruciati, come Franz Kafka e Vladimir Nabokov: in entrambi i casi, tuttavia, chi avrebbe dovuto farlo non ha mantenuto la promessa. Nel primo caso, l’amico di Kafka Max Brod pubblicò postume le sue opere Il Processo, Il castello e Amerika, mentre in quello di Nabokov, il suo romanzo incompleto L’originale di Laura venne pubblicato postumo nel 2009 a cura del figlio Dmitri. Un altro celebre scrittore, Nikolaj Gogol’, provvide personalmente a distruggere la seconda parte delle Anime morte.