Nel marzo 1944 l’Ungheria da paese alleato divenne paese nemico della Germania; da quel momento la vita dei quasi 200.000 ebrei ungheresi era segnata: retate, arresti, deportazioni, tutto sarebbe avvenuto secondo le “regole” della ferocia nazista. Se quasi la metà della popolosa comunità ebraica ungherese riuscì a sfuggire ad un destino che sembrava già scritto, fu grazie alla strenua azione di un giovane ambasciatore svedese, Raoul Wallenberg.
Wallenberg, poco più che trentenna, nel luglio del 1944 fu inviato in missione a Budapest su incaricato del War Refugee Board. Scopo della missione era di fornire di documenti di protezione svedesi quanti più ebrei fosse possibile, tutti coloro almeno che potessero dimostrare di avere rapporti di parentela o d’affari con cittadini svedesi. Giunto a Budapest Wallenberg si rese conto che gli ebrei che potavano dimostrare tali relazioni erano non più di 4500 – pochissimi rispetto alla popolazione ebraica complessiva. Fu così che attraverso una serie di espedienti, rischiosi anche per la propria vita, Wallenberg potè salvare dalla deportazione nazista e dalla morte quasi certa, quasi 100.000 ebrei ungheresi, fra cui numerosi bambini.
Frank Vajda, oggi docente di Farmacologia all’Università di Melbourne, fu uno di questi: quando incontrò Wallenberg sulla propria strada aveva 9 anni e aveva già perso il padre in deportazione. Il racconto di quell’incontro sarà uno dei momenti centrali del convegno “Coraggio di fronte al male. In memoria di Raoul Wallenberg” organizzato a Roma per lunedì 24 settembre, dall’ambasciata di Svezia presso la Santa Sede, in collaborazione con l’UCEI e la Comunità di Sant’Egidio.
Il convegno – che si svolgerà presso la sede della Comunità di sant’Egidio – fa parte della molte iniziative promosse dal governo svedese per celebrare il centenario della nascita di Wallenberg. Fra gli ospiti della giornata, oltre a Vajda, lo scrittore Claudio Magris, la storica della Shoah italiana, Liliana Picciotto, e Bengt Jangfeldt lo storico svedese che ha ricostruito la figura, la storia famigliare, le vicende personali e politiche di Raoul Wallenberg.
Per l’opera umanitaria svolta presso gli ebrei d’Ungheria, nel 1966 Raoul Wallenberg è stato insignito da Yad Vashem del titolo di “Giusto fra le Nazioni”.