di Roberto Zadik
Non è certo impresa da poco riassumere efficacemente la lunga e importante carriera di un personaggio di primo piano come Rabbi Jonathan Sacks che lo scorso 8 marzo ha compiuto 70 anni. Ex Rabbino Capo della Gran Bretagna e del Commonwealth, scrittore di una trentina di libri e brillante conferenziere capace di spaziare disinvoltamente dall’universalismo moderno, con ampi riferimenti colti, letterari e filosofici e elaborando un sistema di pensiero autonomo e accattivante al particolarismo ebraico.
Molto apprezzato dal mondo istituzionale inglese, che lo ha insignito del titolo di Lord, sul suo sito appaiono vari commenti, dal Principe di Galles che l’ha descritto come “una luce su questa nazione” all’ex Primo Ministro Britannico Tony Blair che l’ha chiamato “gigante intellettuale”, Sacks è sempre stato molto attivo, sia a livello mediatico che rabbinico e filosofico. Personaggio fortemente carismatico e nato da una famiglia di commercianti nel 1948, ha scritto libri di notevole spessore come “La dignità della differenza” del 2002 e il recente “Non nel Nome di Dio” (320 pp, Giuntina 18 euro) e si è spesso distinto per prese di posizioni moderate ma ferme. Opinioni, diramate su vari network, dalla radio, al web alla tv e venate di sottile e britannico “sense of humour”dove egli ha spesso e volentieri condannato senza mezzi termini violenza, fanatismo e estremizzazioni di qualunque tipo.
Insignito di vari premi e riconoscimenti di primo piano, è stato Rabbino Capo Britannico per ben 22 anni, fortemente influenzato dal pensiero di grandi maestri, da Rav Joseph Solovetchick al Rebbe di Lubavitch, dopo aver lungamente studiato alla Yeshiva “Tomchei Temimim” di Kfar Chabad, ha tenuto lezioni e seminari in varie prestigiose università, come Oxford o Cambridge e intrattenendosi spesso e volentieri su varie tematiche. Pensatore versatile e arguto, nella sua carriera questo Rabbino Filosofo dall’educazione, al dialogo interreligioso, alle “verità che emergono dallo scontro e dal dibattito”, come recita un suo articolo sul suo sito, dall’Halacha a Maimonide.
Sposato, tre figli, Rav Sacks si divide fra vita famigliare e attività pubblica e politica pubblicando su siti, anche su Times of Israel, spesso e volentieri, commenti sulle parashot settimanali, con forti connotazioni psicologiche e intimiste, citando il “potere dell’empatia” su Mishpatim al “legame fra la lealtà e l’amore” su Yitro. Autore di vari commenti anche sulle grandi festività di Rosh hashanà a Kippur, da Pesach a Shavuot. Insignito dei più alti titoli, dal Jerusalem Prize per il suo indispensabile ruolo nella diffusione dell’ebraismo nella vita ebraica diasporica ai riconoscimenti delle sue competenze in materie di halakha, fino al Premio Bradley in onore del suo impegno nell’”essere una voce etica fondamentale nel mondo moderno.” Parlamentare alla Camera dei Lords nel 2009 e insignito del titolo di Cavaliere di Sua Maestà nel 2005 Rav Sacks è un esempio vivente di sintesi armoniosa e fertile fra mondo ebraico e società circostante.
Tanti auguri a questo grande personaggio.