Il 30 novembre si celebra la quarta giornata mondiale della commemorazione dell’Esodo e dell’espulsione degli ebrei dai paesi Arabi e dall’Iran.
Perché il 30 novembre?
Il 29 novembre 1947 l’Assemblea generale dell’ONU approva il piano di spartizione della Palestina, Dall’indomani in quasi tutti i Paesi arabi cominciano le violenze contro le comunità ebraiche locali.
Agli atti di violenza si aggiungono le leggi discriminatorie e il nazionalismo arabo. In Egitto, in Iran e Irak gli ebrei sono vittime di discriminazione giuridica, di sequestri e di spoliazioni economiche.
Un’oppressione amministrativa e un’emarginazione sociale che ha costretto gli ebrei a lasciare i Paesi senza beni e risorse alla volta di Israele, Europa e Stati Uniti. Per questo la Knesset ha deciso di celebrare questa giornata di commemorazione.
Una sorte simile è capitata all’inizio degli anni ’60 agli ebrei provenienti da Algeria e Tunisia, che hanno dovuto abbandonare i propri beni e le proprie attività quando è salito al potere l’indipendentismo musulmano.
In totale si conta che circa 1 milione di ebrei sia andato via dai Paesi arabi, di cui circa 650.000 sono immigrati in Israele fra il 1948 e il 1962.