di Redazione
Un lungo cappotto nero, fasce rosse applicate al braccio, guanti di pelle nera e martelli incrociati (che comparivano anche nel film The wall) al posto delle svastiche. È apparso così combinato Roger Waters – co-fondatore dei Pink Floyd e uno dei pionieri del leggendario album The Wall – durante il concerto tenutosi il 17 maggio presso la Mercedes Benz Arena di Berlino. Provocatorio e irriverente come sempre, alla veneranda età di 79 anni, ha simulato di sparare con un’arma finta tra una canzone e l’altra dopo aver aperto lo spettacolo con una dichiarazione di «condanna senza riserve dell’antisemitismo».
La performance ha suscitato vive proteste e indignazione del mondo ebraico e non solo. Tuttavia, non è l’unica provocazione dell’ex frontman dei Pink Floyd, da tempo nel mirino per le sue posizioni antisemite, le uscite contro Israele, il supporto al movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) e il sostegno incondizionato al popolo palestinese. Tanto che le autorità di Francoforte avevano cercato di cancellare una sua esibizione del 28 maggio, richiesta respinta dal tribunale amministrativo, in quanto si è ritenuto che la sua esibizione fosse protetta dal diritto alla libertà di espressione. Senza contare le dichiarazioni di Waters al di fuori del palco che hanno fatto il giro del web, come quando, l’8 febbraio, durante un intervento davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su invito della Russia, ha dichiarato: «Non è vero che l’invasione russa dell’Ucraina non è stata provocata».
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Durante lo show sul palco berlinese del 17 maggio, l’ex Pink Floyd ha proiettato su uno schermo gigante i nomi di personalità come Anne Frank, Sophie Scholl (attivista anti-nazista uccisa dalle SS), Mahsa Amini (la cui morte è stata attribuita alla polizia morale iraniana), George Floyd (afro-americano ucciso dalla polizia a Minneapolis) e Rachel Corrie (attivista statunitense investita e uccisa da un bulldozer armato israeliano nel sud di Gaza nel 2003). Non ultimo, ha menzionato anche il nome di Shireen Abu Akleh, la giornalista palestinese di Al Jazeera uccisa durante scontri a fuoco tra miliziani armati ed esercito israeliano a Jenin. Va sottolineato che Israele ha fortemente negato qualsiasi coinvolgimento volontario, ammettendo al massimo la possibilità che la reporter sia stata colpita da armi delle proprie forze armate. Al termine dell’elenco, un testo sullo schermo recitava che «loro» sono così spietati «perché vogliono schiacciare la nostra resistenza e continuare a governare il mondo».
Le critiche da parte della comunità israeliana non si sono fatte attendere e il giorno successivo al concerto, il Ministero degli Esteri ha espresso il proprio disappunto tramite Twitter, sostenendo che l’ex musicista dei Pink Floyd avesse «dissacrato la memoria di Anna Frank e dei 6 milioni di ebrei uccisi nell’Olocausto».
Le autorità tedesche intanto hanno avviato un’indagine sul musicista per sospetto di incitamento all’odio pubblico, poiché gli abiti indossati durante lo spettacolo potrebbero essere interpretati come una glorificazione o una giustificazione del dominio nazista. Una volta completata l’indagine, il caso sarà affidato al pubblico ministero per una valutazione legale finale. È importante ricordare che la Germania ha leggi severe che vietano l’uso di simboli e immagini naziste, punibili fino a tre anni di carcere, anche se sono previste eccezioni per scopi artistici o educativi.
Waters ha risposto alle accuse di nazismo dichiarando in un lungo post sui social che «Tutto è falso. Vogliono mettermi a tacere». Ha spiegato che la sua performance a Berlino era un attacco agli autoritarismi e alle ingiustizie e ha affermato: «Gli elementi della mia esibizione che sono stati messi in discussione sono chiaramente una dichiarazione contro il fascismo, l’ingiustizia e la bigotteria in tutte le sue forme».
Nel frattempo, è prevista per domenica 28 maggio una manifestazione a Francoforte nel luogo in cui si esibirà, organizzata in particolare dalla comunità ebraica locale e dal partito dei Verdi.
La questione rimane aperta in attesa del verdetto del pubblico ministero tedesco per valutare se ci saranno conseguenze legali per Roger Waters. Nel frattempo, l’ex Pink Floyd dovrà affrontare non solo il dibattito pubblico sul suo comportamento e le sue dichiarazioni, ma anche il rischio di perdere ulteriormente consensi e credibilità nella comunità musicale internazionale.