Situazione drammatica degli ostaggi israeliani a Gaza: il tempo stringe

Personaggi e Storie

(Da sinistra in alto: Elkana Bohbot, Matan Angrest, Edan Alexander, Avinatan Or, Yosef-Haim Ohana, Alon Ohel. Seconda fila da sinistra: Evyatar David, Guy Gilboa-Dalal, Bipin Joshi, Rom Braslavski, Ziv Berman, Gali Berman. Terza fila: Omri Miran, Eitan Mor, Segev Kalfon, Nimrod Cohen, Maxim Herkin, Eitan Horn. Bottom row, from left: Matan Zangauker, Bar Kupershtein, David Cunio, Ariel Cunio, Tamir Nimrodi, Pinta Nattapong. Hostages Families Forum)

di Anna Balestrieri
Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi evidenzia che la situazione è critica e urgente: per alcuni ogni giorno che passa può essere fatale. La combinazione tra malattie croniche non trattate, condizioni igienico-sanitarie estreme e privazione di cibo e acqua sta erodendo rapidamente le possibilità di sopravvivenza.

Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi ha pubblicato, l’8 aprile 2025, un resoconto medico allarmante sulle condizioni dei 24 ostaggi israeliani ancora vivi nelle mani di Hamas. Il documento, basato su testimonianze dirette, video di propaganda e dati clinici, descrive un quadro drammatico: isolamento prolungato, malnutrizione, assenza di cure mediche, infezioni non curate, condizioni igieniche estreme e gravi traumi psicologici. Lo riporta il Times of Israel.

Il rapporto 

L’8 aprile 2025, il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi ha pubblicato un resoconto medico dettagliato sulle condizioni di salute dei 24 ostaggi israeliani ancora vivi e trattenuti a Gaza da oltre sei mesi. Il documento si basa su fonti dirette e indirette, tra cui le testimonianze degli ostaggi liberati durante la tregua di novembre, i video diffusi da Hamas a scopo propagandistico e le informazioni note sulle condizioni mediche preesistenti degli ostaggi ancora in mano ai rapitori.

Secondo il rapporto, molti ostaggi sono sottoposti a isolamento prolungato, una condizione che, unita alla malnutrizione, alla mancanza di accesso a cure mediche adeguate e alle dure condizioni detentive, ha provocato un deterioramento fisico e psicologico significativo. Si parla di infezioni non curateproblemi digestivideperimento fisico e disidratazione cronica, oltre a un evidente trauma mentale dovuto alla prigionia.

Il Forum evidenzia che la situazione è critica e urgente: per alcuni degli ostaggi, ogni giorno che passa può essere fatale. La combinazione tra malattie croniche non trattate, condizioni igienico-sanitarie estreme e privazione di cibo e acqua sta erodendo rapidamente le possibilità di sopravvivenza.

«Il tempo sta per scadere», afferma il Forum. «È necessario un intervento immediato. Le vite di queste persone non possono essere oggetto di calcoli politici o rinviate a negoziati senza fine. Ciascun ostaggio ha un nome, una famiglia, una storia — e oggi, una speranza che rischia di spegnersi».

Il Forum chiede alla comunità internazionale, alle organizzazioni umanitarie e ai governi coinvolti di intensificare gli sforzi per ottenere il rilascio immediato degli ostaggi. In particolare, l’appello è rivolto alle autorità israeliane affinché facciano tutto il possibile — diplomaticamente, umanitariamente e politicamente — per riportarli a casa.

Il rapporto completo è disponibile sul sito del Forum e ha già suscitato grande preoccupazione nell’opinione pubblica e nei media israeliani.

Clicca qui per scaricare il documento.

Un nuovo video conferma la sopravvivenza di due prigionieri

A rendere ancora più concreta l’urgenza, è arrivata una nuova prova di vita. Il 5 aprile 2025, Hamas ha diffuso un video in cui appaiono due ostaggi israeliani: Maxim Herkin, 36 anni, rapito il 7 ottobre dal festival Nova, e Bar Kupershtein. È la prima volta che si ricevono notizie certe su Herkin, e la sua voce è stata riconosciuta dalla famiglia, che ha chiesto di non diffondere il video per rispetto della dignità dei prigionieri.

Queste immagini rappresentano una conferma vitale, ma anche un tragico promemoria del fatto che molti ostaggi sono ancora vivi, ma in condizioni disperate. Le famiglie chiedono che ogni sforzo venga compiuto ora — prima che sia troppo tardi.  «Il tempo sta per scadere», ribadiscono. Per alcuni ostaggi, ogni giorno che passa può significare il punto di non ritorno. Il Forum chiede un’azione immediata e concreta da parte delle autorità israeliane e della comunità internazionale.