Solidarietà in musica: la versione araba di “Hurricane” diventa virale. Bandita dal Libano la cantante per legami con Israele

di Redazione
Quella che state per leggere è una storia di speranza che aspira alla pace e alla convivenza tra popoli. Tutto parte da un piccolo gesto che sta ottenendo successo e condivisione online.

Carine Bassili, cantante libanese-americana di 39 anni, è salita alla ribalta grazie a un remake della canzone Hurricane eseguita in arabo classico. La versione originale è della talentuosa Eden Golan, giovane israeliana che si è classificata al quinto posto all’Eurovision di Malmö, tenutosi dal 7 all’11 maggio.

Condivisa da un amico su Instagram, la versione araba della Bassili ha ottenuto fin da subito moltissimi like, grazie al messaggio di solidarietà che l’artista libanese ha voluto trasmettere. Golan, infatti, è stata fischiata sul palco dell’Eurovision e costretta a farsi scortare durante tutta la competizione a causa delle minacce ricevute da manifestanti anti-israeliani. La versione della Bassili è diventata virale in Israele, nel Medio Oriente e ha raggiunto il Messico e gli Stati Uniti.

Bassili, sostenitrice dello Stato ebraico, è nata e cresciuta a Beirut, in Libano, durante la guerra civile (1975-1990). Il suo bisnonno, come riportato dal Jerusalem Post, fu il primo libanese a essere ucciso da un missile palestinese nel 1978, durante i combattimenti tra Israele e l’OLP.

«Crescere in Libano è stato molto impegnativo – ha raccontato Bassili –. È stato traumatico per tutti, ma stavamo solo cercando di rimanere in vita. Ho visto persone morte dopo le battaglie… non potevo dormire senza mia madre accanto fino all’età di 14 anni. Odiavo l’inverno a causa dei tuoni. Abbiamo sempre avuto jet israeliani che volavano sopra di noi rompendo la barriera del suono. Abbiamo visto la Siria e i palestinesi fare cose terribili al Libano».

Superando i traumi della guerra, Bassili ha sentito nel suo cuore una chiamata alla pace. Cresciuta in una zona cristiana di Beirut vicino a Dahia, roccaforte di Hezbollah, ricorda le frequenti corse ai rifugi antiaerei e i razzi che cadevano sulla sua scuola. Il conflitto ha causato la morte di numerosi membri della sua famiglia.

«Siamo cresciuti senza odiare nessuno – ha ricordato – ma molti cristiani libanesi non si fidano dei palestinesi, a causa della nostra storia con loro». Bassili è cresciuta come maronita e ora si considera una cristiana aconfessionale. Attualmente vive negli Stati Uniti con suo marito, dove ha fondato l’organizzazione no-profit Pure Love Ministries, che si dedica alla difesa e al lavoro umanitario, soprattutto in Medio Oriente. La sua missione è aiutare gli altri a trovare pace e amore e a lottare per la vera giustizia.

 

Come riporta The Times of Israel il suo interesse per la pace in Medio Oriente è emerso nel 2017, quando ha scoperto gli insegnamenti del rabbino americano Jason Sobel che l’hanno spinta a studiare e a scoprire «il cuore di Dio per Israele e il popolo ebraico».

«Il velo è stato tolto», ha ricordato Bassili. Da allora è stata una convinta sostenitrice del popolo e dello Stato ebraico, una passione che ha espresso attraverso la sua musica.

Nel 2020, ha iniziato a connettersi con gli israeliani online, un atto che in Libano è considerato un crimine. «Nelle chiese del Libano non è consentito nemmeno cantare al Dio d’Israele», ha osservato.

La collaborazione con un israeliano ha portato Bassili a essere interdetta a vita dalla sua terra natale dal governo libanese. Anche il giornale affiliato a Hezbollah, Al-Akhbar, ha condannato il suo atto di «normalizzazione” con Israele, definendo la sua canzone una «mossa ingenua».

«È stata la prima volta nella storia che ha avuto luogo una collaborazione tra un cristiano libanese e un israeliano, ed è stato scioccante per tutti», ha detto Bassili. Tuttavia, ha ricevuto sostegno da alcuni cristiani libanesi, che la ringraziano per il suo coraggio, e anche da alcuni musulmani sciiti libanesi, tra cui almeno uno con familiari interni a Hezbollah.

 

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