di David Fiorentini
Su sollecitazione del British Board of Deputies e di We Believe in Israel (WBII), Spotify ha rimosso svariate canzoni con contenuti violenti ed estremisti nei confronti di Israele.
Grazie a una vasta petizione online che ha coinvolto circa 4000 firmatari, gli enti ebraici inglesi sono riusciti a far breccia nel gigante dello streaming, raggiungendo un traguardo ammirevole.
Tra i brani rimossi, ad esempio, figura “Udrub Udrub Tel Abib”, il cui testo include “Colpisci Tel Aviv e spaventa i sionisti. Più la costruite e più noi la distruggeremo” oppure “Colpisci, o missile Qassam, non lasciare che i sionisti dormano. Anche se implorano pietà, assicurati di non mostrare a Tel Aviv alcuna pietà”.
“Una buona notizia” ha esordito Luke Akehurst, direttore di We Believe In Israel. “È una buona notizia che Spotify abbia finalmente ascoltato il disgusto dell’opinione pubblica. Ora abbiamo bisogno che spieghino il motivo per cui stanno dando ancora spazio a canzoni esplicitamente antisemite e cospiratorie di Lowkey e Ambassador MC”.
Di buon auspicio anche il commento di Amanda Bowman, vicepresidente del Board of Deputies, la quale ha dichiarato a Jewish News: “Siamo lieti che Spotify abbia agito per rimuovere alcuni contenuti che violano chiaramente le proprie normative in materia di messaggi di odio. Ci auguriamo che continuino ad applicare queste regole alle composizioni di altri artisti che violano in modo simile le loro linee guida”.
Tuttavia, i brani rimossi sono ancora disponibili sui server di Soundcloud, nonostante la policy della piattaforma non ammetta “contenuti che promuovano o incoraggino l’odio, la discriminazione o la violenza contro gli altri sulla base di elementi come la razza, l’identità culturale o il background etnico, il credo religioso”.
“Faremo pressione su Spotify per garantire che i contenuti problematici vengano rimossi tempestivamente”, afferma Rachel Blain, responsabile delle campagne di We Believe In Israel. “Il monitoraggio di WBII è un progetto tuttora in corso e continueremo a segnalare la musica e i podcast che oltrepassano le regole della piattaforma”.