di Michael Soncin
Secondo una folle sentenza del Comitato per la Restituzione del governo olandese i musei dovrebbero essere autorizzati a conservare e ad esporre i beni artistici anche se riconosciuti dall’ente stesso come saccheggiati dai nazisti, poiché il diritto del pubblico a poterli vedere, in quanto culturalmente importanti, supererebbe il diritto dei proprietari e degli eredi a riaverli.
Come riporta Jewish News, il Museum de Fundatie di Zwolle nei Paesi Bassi avrebbe accettato di risarcire gli eredi con una somma di 200,000 euro invece di restituire il dipinto, il cui possessore fu costretto a vendere a causa delle persecuzioni antisemite che subì durante la II Guerra Mondiale. Il quadro intitolato Cristo e la donna samaritana al pozzo – di cui non se ne conosce l’effettivo valore, poiché non è ancora stato valutato – è un’opera dipinta nel 1635 dall’artista italiano Bernardo Strozzi (Campo Ligure, 1581 – Venezia, 2 agosto 1644), uno degli esponenti più significativi del barocco italiano, la cui pittura è permeata dagli influssi caravaggeschi.
Il proprietario, un imprenditore dell’industria tessile di nome Richard Semmel, era un ebreo originario di Slobodka, che viveva a Berlino. Fu costretto a vendere lo Strozzi nel 1933 a causa delle leggi antiebraiche. Fuggì dalla Germania nello stesso anno, rifugiandosi nei Paesi Bassi e poi nel 1939 fu la volta di New York, dove nel 1950 morì senza un soldo.
Forti e accese sono state le critiche internazionali in seguito alla decisione intrapresa dal comitato olandese, rischiando così di passare da una nazione che primeggia nella restituzione d’opere d’arte trafugate dagli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale dai soldati tedeschi, a pecora nera.
Il quadro saccheggiato dai nazifascisti più noto nei Paesi Bassi è il Dipinto con case dell’artista russo Wassily Kandinsky, dal valore di oltre 18 milioni di euro. Famoso perché oltre ad appartenere ad un artista conosciutissimo qual è Kandinsky, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, dove si trova attualmente esposto, non si è offerto di offrire un risarcimento ai legittimi proprietari, i quali hanno fatto causa contro lo stesso perdendo.
Un disegno di Van Gogh rubato dai nazisti, all’asta per 10.000.000, con un Freud
Rimaniamo ancora nei Paesi Bassi, raccontando la storia che si cela dietro al disegno di un noto artista olandese, sottratto in passato ai nazisti e venduto quest’anno ad una cifra da capogiro.
Saccheggiato dai nazisti ad un banchiere ebreo nel 1940 durante l’invasione compiuta dalla Germania di Hitler nei Paesi Bassi, fu restituito nel 1956 per poi essere battuto all’asta oggi nel 2021 per la stratosferica cifra di esattamente 10,436,000 dollari. Un numero che lo colloca senza dubbio nella classifica tra i disegni più costosi di sempre ed il più caro mai venduto che porta la firma di Van Gogh.
È La Mousmé, un ritratto del 1888, di appena 31.3 x 23.9 cm, considerato come uno dei più bei lavori su carta usciti dalla mano dall’artista olandese; notevole, se pensiamo che nel corso nella sua vita, senza contare i numerosi bozzetti rimasti incompiuti, ha eseguito oltre 1000 disegni. L’opera era tra i pezzi presenti nel 1952 nel corso della mostra Vincent Van Gogh: Dipinti e disegni a Palazzo Reale a Milano
A Family Collection: Works on Paper, Van Gogh to Freud è il nome dell’asta recentemente organizzata da Christie’s, che compreso La Mousmé, includeva un totale di otto eccellenti opere su carta di diversi pittori provenienti da un’unica collezione privata. E tra questi vi era anche un raro autoritratto, un acquerello, guazzo e matita su carta di 33×24 cm, eseguito nel 1974 dall’artista Lucian Freud (1922-2011), nipote del neurologo ebreo, padre della psicanalisi Sigmund Freud, venduto per 2,190,000 di dollari. Fu esposto tra il 1996 e il 1997 presso il Museo d’Arte di Tel Aviv in occasione della mostra del pittore britannico.
Si salvarono dalle persecuzioni antisemite fuggendo negli Stati Uniti
Il disegno d’ispirazione giapponese fu acquistato nel 1920 dal banchiere ebreo tedesco Kurt Hirschland, venendo poi confiscato in seguito all’invasione dei tedeschi nei Paesi Bassi nel maggio del 1940.
Come riporta anche The Art Newspaper, il collezionista Hirschland e sua moglie riuscirono a salvarsi dalle leggi antiebraiche del II Conflitto Mondiale fuggendo negli Stati Uniti, mentre le loro opere d’arte rimaste in Europa vennero razziate dai nazisti.
Nel 1956 lo Stedelijk Museum di Amsterdam restituì il disegno de La Mousmé – che lo aveva precedentemente acquisito nel 1943 – al proprietario Kurt Hirschland, ed in seguito alla sua morte avvenuta un anno dopo, l’opera del maestro olandese passò al figlio Paul, per poi essere venduto da Paul nel 1983 da Christie’s al mercante d’arte Londinese Thomas Gibson. Come ultimo passaggio fu infine venduto oggi nel 2021 da lui e i suoi figli sempre da Christie’s assieme ad altri sette disegni, dove compare anche un Magritte ed un Seurat.
Il dipinto La Mousmé seduta si trova alla National Gallery di Washinton ed è curioso che il disegno appena venduto non fu uno studio preparatorio per il dipinto ma venne realizzato successivamente.
(Foto: Christie’s – Jewish News)