Il Premio Nobel per la fisica, come forse molti si attendevano, quest’anno è andato a Peter Higgs e François Englert, i due scienziati che negli anni ’60, l’uno indipendentemente dall’altro, previdero l’esistenza del bosone ovvero della particella grazie alla quale esiste la massa. Tale teoria è stata confermata nel 2012 grazie agli esperimenti svolti dal Cern di Ginevra.
Un premio tanto atteso, quanto speciale quello assegnato dall’Accademia reale delle Scienze di Svezia, perchè François Englert ha alle spalle non solo decenni di studi sul bosone ma anche una storia personale “speciale”. Englert infatti è un sopravvissuto della Shoah.
Nato nel 1932 in una famiglia ebrea osservante di Bruxelles, Englert quando nel 1940 i nazisti occuparono il Belgio, non aveva ancora 10 anni. quando ai primi di settembre del 1943 cominciò la tristemente nota Aktion-Iltis per la deportazione degli ebrei belgi, Englert riuscì a nascondersi sotto falso nome in vari orfanotrofi dei dintorni di Bruxelles.
Fra il 1943 e il 1944 dal Belgio furono deportati più di 25.600 ebrei, di cui solo 1244 riuscirono a sopravvivere.
Dopo la guerra Englert proseguì gli studi a Bruxelles, prima laureandosi in ingegneria elettro -meccanica e poi, nel 1959, prendendo un dottorato di ricerca in Fisica presso l’Université Libre de Bruxelles.
Dopo un periodo trascorso alla Cornell University di New York, Englert tornò a Bruxelles ad insegnare. Nel 1984 è diventato docente di Fisica della Raymond and Beverly Sackler School of Physics and Astronomy dell’Università di Tel Aviv; nel 2004 insieme a Peter Higgs e Robert Brout ha vinto il Premio internazionale Wolf per la Fisica, assegnatogli dalla Wolf Foundation di Tel Aviv, per gli studi sul meccanismo che unifica le interazioni a corto e lungo raggio generando bosoni di gauge massivi.
La scheda su François Englert dell’Holocaust Museum di Washington