di Ilaria Ester Ramazzotti
Al museo della storia degli ebrei polacchi Polin di Varsavia è esposta dallo scorso 17 giugno una mostra dell’artista polacco Wilhem Sasnal che affronta il tema della memoria e della responsabilità storica della Shoah in Polonia. ‘Wilhem Sasnal: Tale paesaggio’, questo il titolo dell’evento che terminerà il prossimo mese di gennaio, porta all’attenzione del visitatore dozzine di dipinti e di disegni che mettono a fuoco lo sterminio nel panorama geografico, storico e psicologico della nazione.
Nelle sue opere, l’artista 48enne Sansal esprime il bisogno generazionale di confrontarsi con quanto accaduto durante gli anni della Shoah: parti della società polacca si rifiutano di riconoscere che, seppur la Polonia sia stata vittima dell’invasione della Germania nazista, alcuni polacchi hanno collaborato allo sterminio della popolazione ebraica, nonostante molti altri abbiano al contrario svolto attività di resistenza e di salvataggio dei perseguitati.
Dopo la seconda guerra mondiale, il tema della Shoah in Polonia è rimasto un tabù almeno fino alla caduta del comunismo nel 1989, quando alcuni studiosi e artisti hanno iniziato a studiare e a parlare apertamente dell’antisemitismo e della partecipazione di alcuni polacchi ai crimini nazisti. “La storia della seconda guerra mondiale è stata oscurata fino al 1989 – ha detto Sasnal all’Associated Press -. A meno che non accettiamo un passato così complesso, siamo e saremo giudicati male”. “Ed è ancora così difficile vedere che le persone non vogliono riconoscerlo. La gente si rifiuta totalmente, e questo è l’atteggiamento principale del governo polacco”.
La mostra comprende opere realizzate nel corso di due decenni, che toccano in vari modi la Shoah. Alcune sono state ispirate dalle storie dei cartoni animati dell’Olocausto del fumettista Art Spiegelman nei suoi libri ‘Maus’. Le più recenti sono invece state create quest’anno. Ci sono dipinti di ex campi di sterminio, ma sempre visti con occhi di oggi, a scopo conoscitivo e introspettivo: vi compaiono infatti l’artista stesso con la bicicletta o in macchina con la moglie di fronte alla porta di Auschwitz. Emergono poi mappe geografiche immaginari e simboliche, o il ritratto di Hitler ricoperto di vernice nera e cancellato con una barra di legno, quale male troppo estremo per essere rappresentato in senso figurato. Ci sono poi dipinti che attingono alle immagini create per la prima volta dal pittore francese Edgar Degas, che ricordano come l’antisemitismo diffuso in tutta Europa abbia creato un terreno fertile per l’Olocausto. Altre raffigurazioni ritraggono zingari o immagini stereotipate di africani, colte nell’immaginario popolare, che mostrano come anche altre minoranze, insieme agli ebrei, siano stati a lungo considerati ‘l’altro’ rispetto alla società.
Wilhem Sasnal è uno degli artisti viventi più importanti della Polonia. Le sue opere fanno parte, tra le altre, delle collezioni del Museum of Modern Art, del Guggenheim Museum di New York, della Tate Modern di Londra e del Centre Pompidou di Parigi.