Roger Waters

Roger Waters mette in musica la cancellazione di Israele

Personaggi e Storie

di Paolo Castellano
Roger Waters è tornato a insultare Israele. Il 18 maggio, l’attivista BDS ed ex membro dei Pink Floyd ha suonato in diretta streaming per celebrare il Nakba Day 2020, organizzato dall’associazione inglese Palestine Solidarity Campaign (PSC). Nel video pubblicato su YouTube, Waters ha eseguito nel suo studio di registrazione la “versione palestinese” di We Shall Overcomeun canto gospel utilizzato anche da Martin Luther King durante la sua battaglia civile negli anni ’60 in America.

Al contrario di King che voleva la pace nella società americana con la parificazione dei diritti, Waters ha invece invocato la distruzione di Israele attraverso la pronuncia dello slogan propagandistico palestinese “cammineremo mano nella mano e riprenderemo la terra, dal fiume al mare. La Palestina sarà libera”. Come riporta il sito d’informazione The Jewish Voice, il musicista ha fatto queste affermazioni mentre indossava una kefiah palestinese, definita a inizio video come il suo “abito da battaglia”.

Prima della sua performance musicale e propagandistica, Waters ha elaborato un breve discorso introduttivo, attaccando Israele e gli Stati Uniti per aver tentato di sabotare la comunicazione della “causa palestinese”. Il cantante ha definito i rappresentanti israeliani e americani come “monoliti sociopatici che non s’interessano agli esseri umani, loro compagni”. C’è stata anche l’accusa alle lobby israeliane e al governo d’Israele, colpevoli secondo Waters di aver cercato di distruggere le voci a sostegno del popolo palestinese.

Il Simon Wiesenthal Center ha subito criticato l’apparizione dell’ex leader dei Pink Floyd, bollandola come atteggiamento antisemita. «Lasciate pure che Roger Waters canti il credo genocida dei terroristi palestinesi. L’orgoglio ebraico ha una risposta di tre parole: Am Yisrael Chai! Il popolo di Israele vive!», ha scritto il Centro sul suo account Twitter.

Da anni, il musicista inglese sostiene il movimento BDS – Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro lo Stato di Israele. Ha utilizzato la sua notorietà artistica per convincere altri cantanti a non esibirsi nello Stato ebraico.