di Paolo Salom
Ogni tanto anche nel lontano Occidente capita di aprire gli occhi (vogliamo essere ottimisti). O almeno così interpretiamo la “disavventura” diplomatica occorsa a John Kerry, segretario di Stato americano e campione della politica che vuole la pace in Medio Oriente “ostaggio” dell’ostinazione israeliana. Uscendo da un incontro, ad Amman, con il presidente dell’Anp Abu Mazen, Kerry è stato descritto dalle persone presenti come in “stato di choc, incredulo”. Che cosa era successo? Nelle quasi due ore trascorse a tu per tu con il leader palestinese, il segretario di Stato Usa ha chiesto più volte una dichiarazione pubblica, o almeno un documento scritto, in cui Abu Mazen intimasse alla sua gente di “fermare gli attacchi contro gli israeliani”. Sapete qual è stata la risposta? “Nemmeno per sogno”.
Possiamo immaginare per un attimo lo stupore di Kerry, avvolto nella nebbia (comune nel lontano Occidente, persino in estate) che vuole Israele responsabile di ogni stortura e rallentamento nel “processo di pace”. Ora, che il capo dell’Autorità nazionale palestinese non faccia nemmeno finta di assecondare la richiesta americana deve essere sembrato un assurdo diplomatico. E invece, per una volta John Kerry si è scontrato con la realtà: ai palestinesi fa comodo questo “terrorismo a bassa intensità” (ma andate a chiedere alle famiglie delle povere vittime cosa ne pensano…). Fa comodo perché alla fine è comunque lo Stato ebraico responsabile di quanto accade: basta scorrere i titoli dei giornali all’indomani di un attacco alla Porta di Damasco o altrove.
E le manovre nelle cancellerie del lontano Occidente, per esempio la minaccia della Francia di riconoscere la Palestina se non si fanno “progressi verso la soluzione a due Stati”, sono l’origine e il fulcro di questa politica dei palestinesi. A che serve loro negoziare (e dunque rinunciare a parete delle loro richieste) quando Israele è messa nell’angolo qualunque cosa accada?
Di questo passo, Abu Mazen e i suoi otterranno tutto quello che vogliono senza colpo ferire. Anzi, scusate, uccidendo a coltellate un po’ di israeliani. Tanto, a chi volete che ne importi?