di Paolo Salom
Torno a voi dopo un lungo intervallo. Un silenzio dovuto soprattutto agli avvenimenti che hanno sconvolto l’Europa in queste ultime settimane. Attentati e stragi nel cuore di Parigi che hanno portato il conflitto, ancora una volta, nel lontano Occidente. Un conflitto che Israele sta combattendo da decenni. Un conflitto che, tutti lo dicevano – sia a Gerusalemme sia nelle cancellerie del Vecchio Continente – sarebbe presto giunto anche da noi. Perché tale è la natura di una guerra che alcuni, nel mondo arabo-islamico, hanno dichiarato alla civiltà nata dalla libertà: di religione, pensiero, movimento e, diciamolo apertamente, delle scelte sessuali.
Un silenzio, il mio, dovuto soprattutto al desiderio di ascoltare, di capire. Ascoltare le reazioni del lontano Occidente. Capire le motivazioni di gesti tanto insensati. Posso confessarvi che quanto accaduto mi pare disarmante? Perché se è vero che, dietro le quinte, i responsabili di tutti i servizi segreti europei sono andati a chiedere consiglio a colleghi israeliani (una riunione si è svolta in segreto a Bruxelles), alla luce del sole i commenti sono stati vergognosi. Con più di un cenno al “collegamento oggettivo” tra il conflitto in Medio Oriente (leggi: tra Israele e i palestinesi) e gli attentati in Europa.
Non c’è nessun collegamento, se non nel fatto che nella visione dell’Islam radicale Israele e l’Occidente sono un tutt’uno: si colpiscono entrambi senza necessità di cambiare argomenti. Paradossalmente, il lontano Occidente vede Israele come qualcosa di staccato da sé, di diverso (e di fastidioso: perché si ostinano a difendersi con tanto ardore?). È proprio qui il punto. Se c’è qualcosa da capire è proprio l’antica strategia di dividere l’avversario per meglio colpirlo. L’Occidente, unito, è imbattibile. Se i governanti di questa parte del mondo capissero quanto sarebbe fondamentale stringere un rapporto di vera (e aperta, alla luce del sole) solidarietà con lo Stato ebraico…