di Paolo Salom
Questa settimana l’Occidente è davvero lontano. Così lontano, che si stenta a riconoscere i principi che ne hanno guidato lo sviluppo se non altro negli ultimi cinquant’anni. Partiamo dalla sentenza della Corte di giustizia europea che ha depennato Hamas dalla lista dei gruppi terroristi “per un vizio di forma”. Sapete qual è questo “vizio di forma”? Il punto è che al momento dell’inserimento di Hamas, organizzazione che da statuto si pone l’obiettivo di “cancellare Israele dalle mappe” e di “uccidere tutti gli ebrei in Palestina”, l’inchiesta sulla sua natura è stata fatta non su rapporti e fatti vidimati da apparati ufficiali di qualche governo (come se ne mancassero), bensì su articoli di giornali e notizie tratte da Internet. Ora, se tutto ciò non sembrasse di per sé ridicolo, ci sarebbe da chiedersi come vengono spesi i fondi che gli Stati versano alle casse degli organismi comunitari: davvero era difficile mettere insieme un faldone un po’ più serio e circostanziato? Certo gli elementi non mancano, nemmeno gli atti – tutti debitamente rivendicati – che dimostrano senza troppe difficoltà la natura terroristica di Hamas. Ma così vanno le cose nel lontano Occidente e a noi non può che venire in mente l’avvocato Azzeccagarbugli di manzoniana memoria: non per nulla, il legale rappresentante degli islamisti palestinesi, Caroline Glick, si è detta “estremamente soddisfatta”. Niente paura, però, la sentenza non è operativa: le misure resteranno in vigore per tre mesi o fino al completamento di un eventuale ricorso. Perciò dobbiamo rimanere tranquilli e fiduciosi della saggezza europea che saprà metterci una toppa al momento opportuno.
Europa che ha mostrato tutta la sua lungimiranza nel voto del Parlamento comunitario che qualche giorno fa ha votato a stragrande maggioranza il riconoscimento “in linea di principio” dello Stato di Palestina entro i confini del 1967. “In linea di principio”, capite la sottigliezza dell’enunciato? Come dire, lo riconosciamo ma anche no, sta a voi – israeliani e palestinesi – portare a conclusione un accordo. Se così fosse, potrebbe anche andare. Ma avendo “riconosciuto” in anticipo il risultato di trattative che vanno avanti da anni tra difficoltà e conflitti che certo non rientrano nello “spirito di Oslo” (ovvero negli accordi segreti che negli anni Novanta hanno aperto una nuova fase nelle relazioni tra arabi palestinesi e Israele), di fatto, il Parlamento europeo (così come tutti quegli Stati, a partire dalla Svezia, che hanno avuto la medesima idea) ha annullato ogni incentivo a negoziare almeno a una parte: i palestinesi. I quali non devono fare altro che attendere il frutto delle loro azioni (guerra e terrorismo) senza dover concedere proprio nulla. Un bel risultato davvero. Il lontano Occidente ancora una volta si è dimostrato per quello che è: oltre l’orizzonte di logica e giustizia.