di Paolo Salom
Avrei voluto parlarvi della fotografia dei due ragazzini, uno con la kippah e uno con la keffiah, e del clamore che si è propagato alla notizia (!) che “è un falso”: ovvero che si tratta di due (oggi trentenni) bambini ebrei israeliani, e non di un palestinese e un israeliano, amici oltre ogni conflitto. Avrei voluto provare a capire come mai tanto clamore (ne hanno parlato i media di tutto il mondo, Israele compresa), dal momento che l’immagine, scattata nel 1993 dalla fotografa americana Ricki Rosen, non è mai stata “venduta” per quello che non era: insomma si trattava del simbolo di una speranza, più che la cronaca di un’amicizia allora come oggi virtualmente impossibile.
Bene, invece che di questa vicenda mi tocca affrontare la morte del ministro palestinese (senza portafogli) “per le colonie e il muro dell’apartheid” Ziad Abu Ein, morto in Cisgiordania durante uno scontro con le guardie di frontiera dello Stato ebraico. Il ministro, che ha nel curriculum 15 anni di galera per terrorismo tra Usa e Israele, molto probabilmente ha avuto un infarto.
Ma nel lontano Occidente la notizia ha suscitato le consuete reazioni perché, il poveretto, si è sentito male dopo un alterco (da lui stesso provocato) con i militari: “Le notizie sull’uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza israeliane sono estremamente preoccupanti: chiedo un’immediata inchiesta indipendente sulla morte del ministro Abu Ein” (Federica Mogherini). “Lancio un appello alle autorità israeliane affinché conducano un’indagine rapida e trasparente sulle circostanze della morte di Abu Ein” (Ban Ki-moon).
Lasciamo stare le dichiarazioni di Abu Mazen, che ha giudicato “barbaro” il comportamento delle “forze di occupazione sioniste” (ignorando il fatto che è stato un medico militare israeliano a cercare di rianimare il ministro). Ma il punto qui è molto semplice (e basta vedere il video per capirlo http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4602043,00.html): perché un uomo che ha un disgraziatissimo malore deve necessariamente trasformarsi in uno strumento per attaccare gli israeliani? A voi la risposta