di Paolo Salom
Conoscete il proverbio che dice: le bugie hanno le gambe corte? In Medio Oriente è la verità a viaggiare lentamente, molto lentamente. Ma prima o poi viene a galla. Prendete la guerra scatenata da Hamas nell’estate 2014, il lancio di migliaia di razzi che provocò la risposta israeliana chiamata “Margine protettivo”. Ricordate? Nel lontano Occidente si faceva a gara nel chiedere allo Stato ebraico di “astenersi” dal colpire i civili (cosa che era già considerata una priorità da tutti i comandi militari coinvolti, al punto da bloccare più di un’operazione offensiva) e allo stesso tempo si dava conto con enfasi ogni volta che nello scambio di cannonate era coinvolto un obiettivo apparentemente “innocuo”: una scuola, un ospedale. Ora, a tre anni da quel conflitto breve ma sanguinoso, si scopre (denuncia dell’Onu) che sotto la scuola dell’Unrwa a Gaza ci sono non uno ma ben due tunnel di Hamas. Ovvero: l’organizzazione che governa illegittimamente la Striscia dal 2007 ha scientemente trasformato un edificio civile in un legittimo obiettivo militare. Non solo.
Mohamed Ateeq Al-Falahi, il segretario generale della Mezzaluna Rossa negli Emirati Arabi Uniti (organizzazione umanitaria che corrisponde alla Croce Rossa nei Paesi islamici), ha fatto sapere che, proprio durante gli scontri di quella terribile estate, i miliziani di Hamas “provocavano continuamente” Israele “lanciando razzi dall’ospedale della Mezzaluna Rossa a Gaza“. A un certo punto, Tsahal ha dovuto rispondere e, naturalmente, la Mezzaluna Rossa è stata costretta a interrompere l’assistenza umanitaria nella Striscia, il tutto mentre nel lontano Occidente si gridava all’orrore perché era stato colpito un ospedale palestinese.
Ora il responsabile di quell’organizzazione denuncia Hamas “per tradimento: è sua la responsabilità di quanto accaduto”. Chi, e io ahimè ero uno di quelli, osava mettere in dubbio le dichiarazioni dei palestinesi che accusavano Israele di “crimini contro l’umanità”, era considerato un “complice” della propaganda sionista. E tuttavia mai disperare. Meglio essere pazienti, perché la verità, prima o poi, viene a galla.
Certo, resta da chiedersi perché proprio ora. La risposta è semplice: nel conflitto tutto interno al mondo islamico tra sunniti e sciiti, Hamas sta dalla parte “sbagliata”, quella dell’Iran e del Qatar. Dunque, nel moderno svilupparsi della guerra, si fanno emergere fatti che hanno il potere di togliere la “simpatia” internazionale nei confronti degli islamisti palestinesi, abili nel farsi autogol. Fatti loro? No, tutt’altro: fatti nostri, visto che nel lontano Occidente – sordo all’obiettività – non si prendono (quasi) mai le difese di Israele. Nemmeno quando ha tutte le ragioni di questo mondo. E il perché di tutto questo lo sappiamo, è molto amaro.