n° 6 - Giugno 2017

I Sei giorni che cambiarono il Medioriente

2017
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n° 6 – Giugno 2017
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Caro lettore, cara lettrice,
la verità diverte sempre gli ignoranti, scriveva ironicamente un grande scrittore americano, Philip K. Dick, in Noi marziani. Li diverte perché non ci credono e la ritengono dozzinale, banale, perché “chissà cosa c’è dietro”; e allora ridacchiano per l’imbarazzo, perché la verità spesso non è così facile da cogliere ed è complessa. In tanto parlare di Post-verità, la citazione suona profetica e Philip K. Dick, che profetico e precog (pre-cognitivo, precursore) lo è sempre stato, fantascienza a parte, ci direbbe di stare attenti a chi ride dei fatti pensando che “è più vera una notizia raccontata bene che non una notizia esatta raccontata male”. In tanto parlare di Post-verità, rievocare ora le utopie cangianti di Philip K. Dick torna utile, con le sue fughe in avanti, le sue intuizioni e il suo sconcertante senso della realtà.

 

Ma che cosa si intende per Post-verità e in che modo ci riguarda? È il gioco delle tre tavolette, un pensiero fintamente intelligente che seduce faciloni e sempliciotti? È manipolazione o è, sempre per citare Dick, quella realtà che decide di sparire solo perché smettiamo di crederci e non vogliamo vederla? In tante fake news, bufale da Internet, sottobosco del web, panzane verosimili perché scritte bene, la Post-verità è un Moloch che ci riguarda molto da vicino; basti pensare a temi come il negazionismo, la demonizzazione-delegittimazione di Israele, l’Unesco che vota di espungere Gerusalemme dalla storia ebraica. O ancora il redivivo complotto-pluto-giudaico-per-dominare-il-mondo (finanza e banche, Macron e Rothschild, Goldman Sachs e Soros, tutto insieme, nello stesso stantio e puzzolente calderone), temi che tornano a esplodere e prosperare proprio nell’era della Post-verità e del trionfo del verosimile.

 

Secondo la definizione classica, si intende come Post-verità quella condizione secondo cui, in una discussione relativa a un fatto o una notizia, la verità viene considerata una questione di secondaria importanza. Nella Post-verità fatti e notizie vengono percepiti e accettati come veri solo sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi effettiva sulla veridicità o meno dei fatti reali. Ecco perché rischia di promuovere comportamenti e convinzioni discutibili, dai vaccini che chissà, forse causano l’autismo, alle scie chimiche spruzzate nell’aria per fini oscuri, per avvelenare il pianeta… La Post-verità non prevede l’irruzione della realtà, specie quando utopie e speranze abbandonano il chiaroscuro del sogno per acquisire la forza tridimensionale della concretezza.
Voglio citare qui l’attualità e il caso di quanto sta succedendo tra Israele, Arabia Saudita, Dubai, Paesi del Golfo: un disgelo epocale, l’avvio di commerci, di relazioni diplomatiche e politiche normalizzate, collegamenti telefonici, spazi aerei aperti, concessione di visti, tutti passi senza precedenti, posti sul tavolo del recente summit avvenuto a Riad tra il Presidente Trump e i Paesi arabi. L’avremmo mai immaginato fino a ieri? Eppure accade, con sommo scherno di quanti (arabi stessi e molti europei), ostinatamente negano, deridono, fanno spallucce. La verità diverte sempre gli ignoranti, no?

Fiona Diwan