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Svolta nell’ebraismo polacco

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per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, il 23 febbraio, alla presenza del gran rabbino askenazita d’Israele Yona Metzger , è stata ricreata l’Assemblea dei rabbini di Polonia. ”E’ un ritorno al passato”, ha detto rav Metzger, il cui padre è originario di Varsavia.

Niente di nuovo – pare – nel dopo Fidel

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nel quale annunciava il suo ritiro dal governo è stato dal 19 febbraio e per vari giorni l’argomento unico della televisione cubana (l’unica a disposizione di tutti, tranne qualche sprazzo di CNN), riletto da speaker commosse, con la sottolineatura delle frasi principali, commentato da leader locali e soprattutto da quelli dell’America Latina che con Cuba hanno un particolare rapporto; uno di questi, il Venezuela, in cambio di petrolio, utilizza per i suoi cittadini la sanità cubana (una delle due “eccellenze” del regime, insieme all’istruzione).

Svolta storica a Cuba: Fidel lascia la guida del Paese

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Come cambierà, se cambierà, la vita degli ebrei di Cuba? In tutta l’isola vivono circa 1500 ebrei tra L’Avana, Santiago de Cuba e Camaguey. Nella capitale ci sono ormai solo due Templi funzionanti (hanno sempre, o quasi, miniàn), mentre il terzo, situato nel cuore de L’Avana Vecchia, è in disuso dagli anni Settanta.
Gli ebrei che desiderano fare l’alyà possono trasferirsi in Israele senza particolari problemi; soprattutto i giovani manifestano questo desiderio, ma esiste anche un buon numero di persone che vuole rimanere a vivere a Cuba

La colonia verde

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a nord di Efrata, all’interno della linea verde, si trova una colonia particolare: la hanno chiamata “Sde Boaz” e per poterci vivere, oltre ad essere politicamente d’accordo con i vicini delle altre colonie, bisogna anche essere un “verde”.

Parigi, polemiche sul Salone del Libro.

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Alla polemica sulla Fiera internazionale del libro di Torino per l’invito come ospite d’onore di Israele se ne sta aggiungendo una seconda per l’analoga manifestazione di Parigi, giunta alla sua ventottesima edizione e prevista per il 14 marzo. Agli organizzatori è infatti arrivata una lettera del poeta israeliano Aharon Shabtai che declinava l’invito

Il rapporto della Commissione Winograd

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della Commissione Winograd, pubblicato il 30 gennaio 2008, ha avuto per il momento scarsi risultati. Forse ciò deriva dal fatto che il colpo duro all’opinione pubblica israeliana era già stato dato sei mesi fa