A 76 anni dalla fine della Shoah: gli ebrei tedeschi oggi

Mondo

di Roberto Zadik
Il mondo ebraico tedesco è oggi ben integrato nella società circostante, sempre più multiculturale e aperta, ed è appoggiato dal Governo della Cancelliera Merkel. Ma come  sono organizzate le comunità degli ebrei tedeschi?

Israele apre la sua ambasciata negli Emirati Arabi Uniti

Mondo

di Paolo Castellano
Il 24 gennaio, il rappresentante israeliano Eitan Na’eh è atterrato negli Emirati Arabi Uniti per dirigere la nuova ambasciata dello Stato ebraico ad Abu Dhabi. Nello stesso giorno, il paese del Golfo ha approvato l’apertura di una sua sede diplomatica a Tel Aviv.

San Pietroburgo in Russia

Russia: webinar per docenti per il Giorno della Memoria si trasforma in evento negazionista

Mondo

di Anna Lesnevskaya
“Dovete spiegare la verità ai ragazzi, l’Olocausto non c’è stato, la cifra di 6 milioni di ebrei uccisi è un’invenzione”: a dirlo ai docenti regionali è un professore della prestigiosa Università Statale dell’Economia di San Pietroburgo, Vladimir Matveev, a un evento organizzato fra gli altri dal comitato per l’Istruzione regionale.

La città di Porto in Portogallo

Il Portogallo apre il suo primo museo sulla Shoah

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
Aprirà questo mese a Porto il primo museo sulla Shoah del Portogallo. La struttura sarà inaugurata il 20 gennaio dal sindaco di Porto Rui Moreira e dal presidente della comunità ebraica locale Dias Ben Zion. All’inaugurazione sono stati invitati gli ambasciatori di tutti i paesi che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale.

Lungo il percorso museale saranno esposti beni e patrimoni, fra cui preziosi rotoli della Torah, che sono stati donati dai rifugiati ebrei in Portogallo della seconda guerra mondiale, alcuni dei quali trasferitisi nelle Americhe, ma anche contenuti educativi e materiali didattici sui pericoli dell’odio, dell’intolleranza e dell’estremismo politico. Dara Jeffries, rappresentante della comunità ebraica di Porto, ha spiegato a proposito che “da bambini l’Olocausto non veniva spiegato nelle scuole”. Il museo è stato creato anche in collaborazione con altri musei della Shoah situati a Hong Kong, a Mosca e negli Stati Uniti.

Lo scrittore statunitense Jonathan Lackman, residente a Porto dal 2019, ha dichiarato al Jerusalem Post, da cui abbiamo ripreso questa notizia, di voler condividere durante l’inaugurazione la storia dei suoi nonni e di come sono sopravvissuti alla Shoah. “Mia nonna si era nascosta, poiché degli aveva amici non ebrei che l’aiutavano a ripararsi nei fienili e nelle cantine. Ma poi è stata scoperta e ha visto finire la guerra a Bergen-Belsen, dove è infine stata liberata. Mio nonno aveva 18 anni quando è scoppiata la guerra; era stato catturato e poi mandato a Treblinka, dove morì suo padre. Ha preso parte alla rivolta ed è poi fuggito con altri cinque uomini. Hanno poi trovato rifugio da contadino non ebreo, disposto a nasconderli, per due anni, fino alla fine della guerra”. “Considero [il museo] in onore del loro sacrificio, motivo per cui desideravo avere un luogo dove la loro storia potesse essere condivisa con gli altri – ha sottolineato Lackman -. Si spera che possa istruire le generazioni future”.

Portogallo terra di fuga dal nazismo

Il Portogallo non ha partecipato alla seconda guerra mondiale e ha ospitato in quegli anni circa 50 mila rifugiati ebrei. Governato dal dittatore militare António de Oliveira Salazar fino al 1974, è stato una delle ultime nazioni europee a mantenere le sue colonie in Africa. Poi il paese ha avuto un presidente socialista di origini ebraiche alla fine degli anni ’90, Jorge Sampaio. La maggior parte degli ebrei nel paese risiede a Lisbona o Porto”.

  • Leggi qui l’inchiesta di Mosaico e Bet Magazine sulla rinascita delle comunità ebraiche in Portogallo.