di Pietro Baragiola
Denutriti, maltrattati e torturati durante le 7 settimane di prigionia, per molti di loro era troppo doloroso raccontare la propria esperienza. Alcuni però hanno deciso di lasciarsi intervistare per lanciare un accorato appello ai capi di stato che possono intervenire sul rilascio dei loro familiari, ancora rinchiusi a Gaza. Qui alcune interviste.
Attualità e news
A COP28 il presidente israeliano Herzog ha discusso della liberazione degli ostaggi con i leader mondiali
di Francesco Paolo La Bionda
Atterrato con un aereo le cui fiancate erano decorate con la scritta “Bring Them Home” (“riportateli a casa”), Herzog ha incontrato diverse figure di primo piano, tra cui l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, re Carlo III d’Inghilterra e il primo ministro indiano Narendra Modi.
A Roma, la piazza dice no a terrorismo e antisemitismo
di Nathan Greppi
All’inizio erano in pochi davanti al palco, e l’intera zona era stata messa in sicurezza dalle autorità. Ma nonostante il freddo, la pioggia e la paura di possibili tensioni, hanno cominciato a radunarsi 7000 persone che sventolavano con orgoglio le bandiere israeliana e italiana.
Violenze fisiche, psicologiche e anche sessuali: dai racconti dei bambini liberati da Gaza emerge l’orrore
di Redazione
Hanno sofferto la fame, in tunnel umidi e buie soffitte, oppressi e picchiati dai loro rapitori o da folle di invasati. Sono stati marchiati a fuoco sulle gambe con i tubi di scappamento delle moto. E anche abusati sessualmente. Emerge l’orrore vissuto dai bambini ostaggi ora in cura in Israele.
“Ascolta le nostre voci”: la sessione delle Nazioni Unite sul femminicidio di Hamas
di Anna Balestrieri
Alla sessione, intitolata “Hear our voices” (Ascolta le nostre voci) hanno partecipato circa 700 attivisti e fondatori di gruppi per i diritti delle donne. Durante l’evento è stato dato spazio a testimonianze di primi soccorritori e agenti di polizia che hanno assistito alle conseguenze dell’attacco di Hamas.
Operazione Swords of Iron: le donne in prima linea
di Anna Balestrieri
Dai carri armati e i caccia pilotati al 100% da donne alle soldatesse che hanno combattuto coraggiosamente per ore consecutive anche in assenza di istruzione precise di comando, fino a coloro che hanno cercato, inutilmente, di avvertire i propri superiori del pericolo imminente.
Anche in Italia un appello alle associazioni femministe, su iniziativa dell’UCEI e della Comunità ebraica di Torino
di Redazione
Una sensazione di abbandono, dolore, incredulità sta attraversando il mondo ebraico in Italia di fronte al silenzio delle femministe riguardo agli stupri di massa, alle uccisioni, mutilazioni, violenze perpetrate da Hamas su donne israeliane. Firma l’appello.
La reazione del sistema sanitario israeliano agli attacchi del 7 ottobre
di Giovanni Panzeri
Il convegno organizzato dalla Udai 10.0, che ha visto gli interventi del presidente Hagai e del direttore dell’ospedale “Soroka” di Beer Sheva, Shlomi Kodesh, si è focalizzato sull’impatto che gli attacchi di Hamas hanno avuto sul sistema sanitario israeliano, e su come quest’ultimo ha reagito alle conseguenti tensioni.
Falsi allarmi bomba e svastiche: aumenta l’odio antisemita tra le strade di New York
di Pietro Baragiola
“Ci sono diversi esplosivi all’interno della sinagoga. Questi esplosivi esploderanno tra poche ore ed io passerò alla storia. Mi assicurerò che moriate tutti”. Questo testo inquietante è solo uno dei 15 finti allarmi bomba arrivati via email a diverse sinagoghe dell’area di New York, venerdì 1° dicembre.
Rompiamo il silenzio sul femminicidio di massa: o per le donne israeliane non vale? #metoounlessurajew
di Anna Balestrieri
Alla conferenza sul femminicidio organizzata lunedì 4 dicembre dall’ Associazione Italia-Israele di Milano è emersa l’indignazione nei confronti dei tanti (prime fra tutte le associazioni per la difesa delle donne) rimasti in silenzio davanti alla violenza sulle donne israeliane del 7 ottobre.
Le vittime del 7 ottobre: i dati aggiornati al 5 dicembre
di Nathan Greppi
Tra le vittime delle quali è stata confermata l’identità 274 erano militari e 859 civili. Tra gli uccisi identificati almeno 2 neonati, 12 bambini sotto i 10 anni, 36 di età tra i 10 e i 19 anni, e 25 sopra gli 80 anni. Oltre a questi, 421 vittime identificate erano nella fascia 20-40 anni, 161 in quella 41-64 anni, e 100 tra in quella 65-80 anni.
La paura degli ebrei è concreta: cosa accadrà quando chi oggi manifesta pro-Hamas voterà i futuri governi europei?
di Paolo Salom
[Voci dal lontano Occidente] C’è ancora posto per gli ebrei nel lontano Occidente? Gli avvenimenti seguiti alla tragedia del 7 ottobre in Israele hanno devastato anche le sicurezze di chi ha creduto alle parole “mai più” pronunciate all’indomani della Shoah.