Kesher: per i 70 anni, una riflessione su identità ebraica e Israele

Feste/Eventi, Kesher

di Roberto Zadik (video di Orazio di Gregorio)
Dopo la festa del Keren Hayesod per i 70 anni di Israele, la sera del 13 maggio si è tenuta una tavola rotonda organizzata da Kesher: una imponente riflessione concettuale e storica su Israele e l’identità ebraica in cui Rav Della Rocca ha stimolato quattro ospiti d’eccezione su vari temi: Alessandro Litta Modignani, Andrée Ruth Shammah, Emanuele Fiano e Rav Roberto Della Rocca.

Serata Kesher: gli ebrei in Russia in vista del viaggio a San Pietroburgo

Feste/Eventi, Kesher

di Roberto Zadik (video di Orazio Di Gregorio)
Sulla situazione degli ebrei in Russia era incentrata la serata di Kesher dello scorso 24 aprile in vista del viaggio a San Pietroburgo dal 6 al 10 maggio. Protagonista dell’approfondimento, assieme a Rav Della Rocca, Rav Moshe Lazar, esponente importante del movimento Chabad a Milano, che ha raccontato la sua esperienza di questi anni in Russia, dove suo figlio Berel è diventato Rabbino Capo.

Letteratura israeliana e memoria della Shoah: un legame inscindibile

Feste/Eventi, Kesher

di Roberto Zadik (video di Orazio Di Gregorio)
Introdotta da Rav Della Rocca, la serata di Kesher, tenutasi il 17 aprile, ha coinvolto tre relatori d’eccezione: Cyril Aslanov, Docente all’Università Ebraica di Gerusalemme, Fiona Diwan Direttrice dei media della Comunità ebraica di Milano e la traduttrice Raffaella Scardi,

Memoria e futuro per gli ebrei in Europa: un dibattito di Kesher

Feste/Eventi, Kesher

di Nathan Greppi (video di Orazio Di Gregorio)
Con l’avvicinarsi di Yom HaShoah, possono riemergere vecchi interrogativi: gli ebrei hanno un futuro in Europa? E la memoria della Shoah può sopravvivere? Di questo si è parlato nell’incontro Memoria e futuro per gli Ebrei d’Europa, con gli interventi di Massimiliano Boni e di Sonia Brunetti.

Il Meis di Ferrara, uno dei luoghi ebraici presenti in Italia

Kesher, una serata sul Meis e la storia dell’ebraismo italiano

Feste/Eventi, Kesher

di Roberto Zadik
Il Meis è stato presentato a Milano il 20 febbraio, presso la Residenza di via Arzaga, negli appuntamenti di Kesher. Relatori della serata, Roberto Jarach, vice presidente del Memoriale per la Shoah, e la Direttrice del Meis, Simonetta Della Seta, che hanno spiegato nascita, evoluzione e intenti dell’imponente iniziativa.

Giovanni Quer alla serata Kesher sulle minoranze in Israele

Kesher, focus sulle minoranze in Israele

Feste/Eventi, Kesher

di Roberto Zadik
La società israeliana è sempre più multietnica e multiculturale e accanto ai due grandi gruppi di israeliani, nati o immigrati da altri Paesi e palestinesi e arabi israeliani nel Paese in questi ultimi anni sono confluite una serie di etnie di grande rilievo. Come sta cambiando il tessuto sociale nello Stato ebraico? Su questo e su altri temi si è discusso durante la serata di Kesher, tenutasi lo scorso 19 dicembre’ “Miutim yedidutiim, le Minoranze amichevoli di Israele, il loro rapporto con la terra e lo Stato e la loro posizione nel conflitto”.

L’approfondimento è stato condotto a due voci, dallo studioso Giovanni Quer che da tempo lavora per l’Ambasciata di Israele e si occupa di antisemitismo e delegittimazione e da Rav Della Rocca, con una fitta serie di domande sul finale dell’iniziativa che si è svolta presso la Residenza Arzaga. “Su questo argomento si parla poco o niente” ha esordito il direttore di Kesher; “ Israele è un Paese molto complesso e articolato dove risiedono diversi gruppi etnici e religiosi. Anche nella Torah viene menzionato la figura del Gher Toshav, straniero residente e oggi il Paese è pieno di minoranze non solo religiose ma anche etniche delle quali però non si parla mai.”

Come in Europa anche in Israele, dunque,  le minoranze ricoprono un ruolo sempre più importante per il Paese anche perché molti gruppi etnici, come ad esempio, i drusi si rivelano di centrale importanza specialmente per il servizio militare. Ma quali sono queste minoranze e che ruolo hanno? Nella sua relazione Quer ha messo in luce alcuni punti fondamentali. “Quando si parla di ebrei e arabi come due compartimenti stagni, si commette già un errore. Ci sono molteplici sfumature e differenze. Molti musulmani che non sono arabi come i Circassi e molti arabi cristiani così come cristiani che non sono arabi come gli armeni. Le minoranze cristiane solitamente hanno un livello socio-culturale più alto e molto dipende anche da un discorso generazionale che è decisamente complesso. Ci sono poi scuole separate e livelli di educazione ben distinti fra i vari gruppi e popolazioni sul territorio”.

Ma come sono inseriti queste etnie nella società israeliana? “Molto ben inseriti gruppi che sono molto amichevoli come Beduini del Nord, i Circassi che vengono dal Nord del Caucaso e che in Israele sono circa 4mila, e i Beduini del Negev presenti in 201mila e sparsi per vari villaggi ad esempio nelle zone vicino a Beersheva”. Questi sono alcuni esempi di etnie arabe che hanno “uno stretto legame di amicizia e riconoscenza con Israele fin dalla nascita dello Stato  da parte di queste famiglie che portano avanti le tradizioni volendo emanciparsi e andare avanti nella loro crescita”.

Una etnia molto interessante e ben integrata sono i Drusi “ di cui si sa poco e mantengono una grande segretezza sulle loro tradizioni e sulla loro religione; in Libano sono molto forti mentre in Israele sono 130mila e sono in Galilea e nel Golan e hanno una loro religione che nasce all’interno dell’Islam sciita. Hanno componenti islamiche, cristiane e alcune componenti gnostiche e platoniche, il loro libro sacro più conosciuto si chiama le Epistole della Saggezza, raccolta di scritti del Corano,  dell’Antico Testamento e di Platone e venerano il suocero di Mosè come uno dei padri della loro religione con un Santuario vicino a Tiberiade. Questo testo però è solo per i saggi. La loro estrema segretezza li ha permesso di sopravvivere perché erano perseguitati come eretici. Hanno una bandiera ben precisa e una loro identità e chi è religioso ha un suo look con baffi. Cappello bianco e pantaloni alla turca”. I Drusi ha fatto sapere  Quer si sono ben integrati con poeti, politici e esponenti che hanno favorito molto la questione del militare per uomini e servizio civile per le donne”.

Ben integrati e amichevoli  sono anche i Beduini del Nord  molto tradizionali e musulmani sunniti e da sempre sono stati aperti verso gli ebrei e i sionisti e “prima delle Guerre ci sono state alleanze in difesa di ebrei nei Paesi arabi e in Israele”. Un altro gruppo molto pro Israele sono i “Circassi meglio noti come Caucasi che sono musulami sunniti e durante la guerra turco-russa sono scappati. Son molto tradizionalisti ma aperti, sono 4mila persone e vogliono mantenere i loro tratti culturali”.

Ma ci sono altre minoranze ci sono anche i Beduini del Negev, circa 210mila, legati da amicizia con gli ebrei dai tempi dell’Impero Ottomano. “Essi vivono divisi fra chi si sente israeliano mentre altri stanno aderendo a una visione politica contro Israele, comunque in maggioranza hanno stretto alleanza con Israele pur avendo tradizioni molto radicate. Grazie a centri studi e college il loro livello culturale si sta alzando con università come quelle di Sderot e Beersheva”.

Ma da quando le minoranze hanno deciso di entrare a far parte attivamente della società israeliana? Dagli anni ’60 Israele ha allargato i diritti di cittadinanza per le minoranze  e da quei tempi molti arabi hanno voluto emanciparsi entrando a far parte delle istituzioni. Questo è avvenuto grazie all’esercito che ha un ruolo fondamentale nello sviluppo sociale, grazie all’economia con grande attivismo imprenditoriale dei gruppi arabi e beduini, che solitamente sono la parte più povera della popolazione e con le rappresentanze politiche e istituzionali delle varie etnie nel Parlamento con partiti arabi che rappresentano le minoranze, partiti nazionalisti e varie coalizioni”.  A questo proposito Quer ha specificato che le minoranze vengono rappresentate nei vari partiti, dal Meretz,al Likud ad altre fazioni.

Da segnalare anche il ruolo dei cristiani in Israele che sono 170mila, e gli arabi cristiani molti dei quali vogliono recuperare una identità pre-araba come greco ortodossi o quelli che parlavano aramaico. Essi sono suddivisi in 12 Chiese diverse, hanno livello culturale alto, molti sono diplomati e istruiti e attivi nella ricerca e nell’hi tech con scuole bilingui ebraico-arabo. Molto presenti in campo politico e propositivi in materia di cambiamenti sociali con proteste e manifestazioni”. La serata si è conclusa parlando di quali saranno le sfide future per queste minoranze? L’integrazione degli armeni, gruppo esiguo ma molto forte, le donne nel mondo islamico e già sono stati fatti passi in avanti per studio, imprenditorialità e innalzamento livello culturale, e aumentare la partecipazione sociale e culturale delle minoranze in tutti i settori”.

Prossimo appuntamento il 9 gennaio, dopo le vacanze invernali.