di Ugo Volli
[Scintille. Letture e riletture] È passato poco più di un secolo dalle prime ricerche di Gershom Scholem che rivalutavano la Qabbalah come fenomeno centrale del pensiero ebraico e nel frattempo non è affatto diminuito l’interesse scientifico per questa grande corrente di pensiero, che un po’ riduttivamente viene definita mistica ebraica.
Libri
Il mondo amato e perduto degli ebrei d’Egitto
di Ester Moscati
Ebrei ed Egitto: un legame che non si è mai interrotto fin dai tempi di Avraham Avinu, passando Giuseppe, poi per Mosé… Ma in questo libro si racconta soprattutto della grande stagione dell’ebraismo egiziano contemporaneo.
I più letti nel 2024. Israele: la visione di pace di David Grossman. Illuminare le tenebre nel caos delle coscienze e dei conflitti globali
di Marina Gersony
In vista della fine dell’anno, pubblichiamo un articolo al giorno fra i più letti durante il 2024. Qui il più letto di marzo.
Questo piccolo ma potente pamphlet, in cui sono stati raccolti alcuni interventi dello scrittore sulla parabola politica di Israele e sulle dinamiche che alimentano la violenza, fino all’attacco terroristico del 7 Ottobre da parte di Hamas, è un’opera densa di significato.
L’Occidente e Israele, un rapporto compromesso?
di Nathan Greppi
Subito dopo i fatti del 7 ottobre, la solidarietà nei confronti delle vittime israeliane è stata in breve tempo rimpiazzata da un’ostilità diffusa nei confronti dello Stato Ebraico, additato da ampi settori delle società occidentali come il principale responsabile dei problemi in Medio Oriente.
Kafka / riflessioni, riletture, nuove traduzioni, saggi, ristampe…
di Michael Soncin
Alcune delle ultime novità editoriali sullo scrittore più commentato, interpretato, chiosato del XX secolo. Una lettura inedita per l’Italia a firma dell’amico intimo Felix Weltsch, filosofo e giornalista nativo di Praga, uno dei più importanti sionisti della Boemia.
La tonalità ebraica nella scrittura impersonale di Franz Kafka
di Cyril Aslanov
[Ebraica. Letteratura come vita] Come molti ebrei appartenenti all’orizzonte culturale della Mitteleuropa, Kafka si esprime in un tedesco perfetto, esente da ogni tipo di particolarismo linguistico ebraico nonché privo di ogni asperità stilistica.
Gregor, diventerai lo scarafaggio più famoso della letteratura mondiale
di Fiona Diwan
Nelle notti tra il 14 e il 18 novembre 1912 Kafka non riesce a dormire. È barricato in camera, prova disperazione, tristezza. C’è una storia che lo “opprime nel punto più interno” di se stesso, che lo tormenta e non lo lascia in pace. Deve scriverla.
La guerra di logoramento dell’Iran contro Israele è solo una tappa per la conquista islamica dell’Occidente
di Ugo Volli
[Scintille. Letture e riletture] Chiunque metta da parte per un momento l’indignazione e il lutto e cerchi di pensare con freddezza alla guerra contro Israele iniziata da Hamas più di un anno fa, non può che porsi il problema del perché hanno deciso di iniziare il conflitto.
“La dedica”: un viaggio a ritroso nella storia di una famiglia
di Esterina Dana
Il fascino di questo racconto è insito nella sua forma espressiva che trasforma una ricerca storica genealogica in una sorta di seduzione poliziesca. Il susseguirsi dei dubbi, esplicitati talvolta con gustosa ironia, talaltra con trepida curiosità, coinvolge i lettori rendendoli partecipi di un’indagine che consente di entrare in empatia con l’autrice.
Perché l’Italia non ha mai voluto fare i conti con la Shoah e con il Fascismo?
di Michael Soncin
“In Italia sino al 25 luglio c’erano 45 milioni di fascisti; dal giorno dopo, 45 milioni di antifascisti. Ma non mi risulta che l’Italia abbia 90 milioni di abitanti”. Parola di Winston Churchill. Opportunismo? Timore? Strategia o comodità? Nessuna ipotesi è esclusa.
L’ebraico, lingua emancipatrice? I casi di Anton Shammas e Sayed Kashua, scrittori arabi che hanno scelto l’ebraico
di Cyril Aslanov
[Ebraica. Letteratura come vita] Oggi vorrei parlare di due autori arabi israeliani che hanno scelto la lingua ebraica per scrivere la loro opera letteraria. Il primo è Anton Shammas, nato nel 1950 nel villaggio greco-cattolico di Fassuta vicino ad Har Meron. Il secondo è Sayed Kashua, nato nel 1975 in una famiglia musulmana di Tira (vicino a Kfar Saba). Entrambi hanno studiato all’Università ebraica di Gerusalemme e sono perfettamente trilingui (arabo, ebraico, inglese).
Tra Illuminismo e Romanticismo: come i tedeschi divennero ostili agli ebrei considerati “antiquati” e… sacrificabili
di Ugo Volli
[Scintille. Letture e riletture] Com’è possibile che un’intera popolazione partecipi o almeno non si opponga all’umiliazione, all’emarginazione, alla strage di propri concittadini evidentemente innocenti, accusati solo della loro origine etnica e religiosa?