Tra i giusti. Storie perdute dell’Olocausto nei paesi arabi

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durante il periodo della Shoah è rimasto, come dice il risvolto di copertina del libro, coperto dalla sabbia del deserto. E questo nonostante migliaia di ebrei siano stati espropriati dei loro beni, imprigionati e torturati nei campi di lavoro forzato ed anche deportati nei campi di sterminio europei.
Il libro ha una genesi curiosa. L’autore, un ebreo americano , esperto in politica dei paesi arabi e islamici si trova l’11 settembre nei pressi delle Torri Gemelle di New York. Riflettendo sull’accaduto nei giorni successivi egli si rende conto che “in teoria gli arabi sono l’unico popolo della terra che è stato risparmiato dalla campagna globale volta a mantenere viva la memoria del peggior crimine della storia (la Shoah).

Una terra e due popoli. Sulla questione ebraico-araba

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A partire dagli anni della guerra Buber sentì l’obbligo di partecipare al movimento sionista e alla discussione politica ebraica, cercando di svolgere il ruolo di coscienza politico-morale dell’ebraismo contemporaneo e guidando diversi gruppi – il più importante, a partire dagli anni Trenta fu l’Ichud – che si ponevano sì all’interno del progetto sionista, ma in forte tensione con la sua anima maggioritaria. Dei numerosi scritti prodotti da Buber in questi dibattiti Giuntina ha appena pubblicato una interessante antologia intitolata Una terra e due popoli – Sulla questione ebraico-araba

Gli scomparsi

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è la storia di un viaggio, cinque anni intorno al mondo per cercare di rispondere a una domanda che Daniel Mendelsohn si era posto ancora bambino molti anni prima: cosa è davvero accaduto allo zio Shmiel durante l’Olocausto? Le favolose storie del nonno raccontavano un’infanzia passata nella città di Bolechow, Polonia, all’inizio del secolo, ma si interrompevano intorno al destino del fratello, di sua moglie e delle quattro figlie.

La fortuna dei Meijer

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Nell’Ottocento gli ebrei svizzeri erano confinati in due villaggi. Uno di questi è Endingen, dove vivono felicemente il probo commerciante di bestiame Salomon Meijer e la sua famiglia. Una sera del 1871 alla loro porta si presenta un lontano cugino che afferma di essere stato ferito nella battaglia di Sedan e di volersi stabilire dai suoi unici parenti. Nessuno in quella pacifica casa intuisce quanti cambiamenti porterà quell’estraneo nelle loro esistenze.

Il ministero dei casi speciali

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l’Adei-Wizo presenta alle lettrici milanesi, con la partecipazione di Erminia Dell’Oro, scrittrice e critico letterario, la terna dei libri scelti dalla giuria selezionatrice per l’8° Premio letterario Adei-Wizo: tra questi, Il ministero dei casi speciali di Nathan Englander. Questo romanzo è il primo dell’autore della fortunatissima raccolta di racconti Per alleviare insopportabili impulsi. Nathan Englander racconta una storia terribile e carica di pathos.

La tigre sotto la pelle

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E’ un mondo di sentimenti forti e terribili, di odi implacabili, di miracoli e di sangue, di persecuzione e rappresaglia. Un inedito e per certi bizzarro versi paesaggio gotico ebraico, che ricorda le storie di vampiri. Non sono certamente racconti scritti per essere credibili come “documenti”, e neppure “Yossl Rakover” lo è, se lo vediamo in questo contesto. Sono invece documenti narrativi, scritti con notevole forza visionaria e abilità letteraria di un’idea politica su come resistere all’antisemitismo e uscire dalla Shoà.

La Spezia porta della Speranza

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i sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti affollavano le coste italiane per raggiungere la salvezza nella loro futura patria, Israele. La Spezia divenne il centro di questo esodo. Fra il 1945 e il 1948 dalla città ligure salparono diverse navi fra cui la Exodus, la Fenice e la Fede: oltre 23.000 ebrei riuscirono a lasciare clandestinamente l’Italia

Fuoco amico

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subiscono spesso la tentazione di prendere il ruolo di profeti, di atteggiarsi a coscienze critiche della nazione, di proporsi come annunciatori di verità che politici e giornalisti non vedrebbero o non oserebbero dire. In questo ruolo per lo più sbagliano, perché non è affatto detto che la loro capacità di analisi politica sia migliore di quella dei professionisti del governo e dell’informazione, e anche perché i meccanismi della comunicazione di massa tendono a indurli a esagerare posizioni e identità. Ma è vero che gli scrittori davvero grandi sono tali perché sanno individuare tendenze, stati d’animo collettivi, preoccupazioni e speranze diffuse.
Anche per questa ragione è interessante leggere Fuoco amico, l’ultimo bel romanzo di Abraham B. Yehoshua

La casa grande dei Vita

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La storia di Corso Re Umberto 61 comincia intorno al 1921, quando vi andarono ad abitare Alberto Vita e la sua sposa Rachele Treves. Lì, nel grande appartamento al piano terreno, con quel lungo balcone affacciato sul giardinetto interno all’ombra di un ippocastano, cresceranno i loro sette figli. La storia rivive nel libro di Anna Segre.

Il messia perduto

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nacque a Smirne, in Turchia, nel 1626. Conquistato dal misticismo della Cabbala, viaggiò per tutto l’Impero ottomano proclamandosi il nuovo messia e annunciando con fervore l’imminente inizio dell’era salvifica. Molti lo seguirono. Quando, nel 1651, dichiarò che i giorni di astinenza sarebbero dovuti diventare di festa, che le donne avevano diritto a leggere la Torah e la Cabbala e che gli ebrei potevano pronunciare il sacro nome di Dio, il rabbino di Istanbul lo bandì dalla città.

Ricordi della casa dei morti e altri scritti

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di Luciana Nissim Momigliano, nell’edizione curata da Alessandra Chiappano per la Giuntina, sarà presentato a Milano giovedì 6 marzo, alle ore 18, al museo di Storia contemporanea, via S. Andrea, dalla curatrice Alessandra Chiappano con interventi di Liliana Picciotto, Silvia Giacomini, Bruno Maida.

Luciana Nissim Momigliano, partigiana ebrea, venne arrestata e deportata ad Auschwitz-Birkenau insieme a Primo Levi e Vanda Maestro, con il trasporto che partì da Fossoli il 22 febbraio 1944.
Sopravvissuta, nel 1946, subito a ridosso della liberazione, pubblicò la sua testimonianza