Meritocrazia: un valore ebraico

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ha pubblicato Meritocrazia, un testo che svela impietosamente i mali dell’Italia ma con l’ottimismo e la determinazione che chi non si limita a definire un problema ma ne fornisce anche la soluzione. Valida anche per i problemi della Comunità

Conta e racconta. Memorie di un ebreo di sinistra

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Ottant’anni di storia e di politica italiana nell’autobiografia di Amos Luzzatto. L’infanzia sotto il fascismo, l’adolescenza in Palestina dove la sua famiglia ripara dopo l’emanazione delle leggi razziali, il ritorno nell’Italia liberata, la nascita dello Stato d’Israele, la militanza nel PCI, l’abbandono del Partito al quale tuttavia sarebbe stato destinato a tornare, il ’68, l’impegno nelle comunità ebraiche italiane che lo porterà alla presidenza dell’Ucei, il rapporto con la nuova destra, il viaggio di Gianfranco Fini in Israele, il difficile equilibrio fra ebraismo e sionismo, gli ebrei e la politica, la laicità e la religione, la professione medica, gli studi biblici.

La lunga strada dal Reno al Giordano

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Molti di coloro che sono sfuggiti alla Shoà, sopravvivendo nei campi o riuscendo a nascondersi, hanno adempiuto a quel dovere della memoria così insistentemente sottolineato da Elie Wiesel. Le testimonianze sono tante e vanno tutte accolte con rispetto e con commozione. Alcune però ci colpiscono più di altre, per la lucidità dello sguardo, per la chiarezza dell’esposizione o magari perché ci raccontano dei particolari inediti di un ambiente familiare.
E’ il caso del libro di Arno Baehr, La lunga strada dal Reno al Giordano, pubblicato qualche mese fa da Giuntina (pp.148, € 13).

Il Mein Kampf pubblicato in Germania

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di un’edizione commentata del Mein Kampf, con il sostegno, o comunque con la non opposizione di una parte delle comunità ebraiche tedesche è una notizia che può sorprendere. Qualcuno deve aver pensato che nell’epoca di internet quando per leggere il Mein Kampf come I Protocolli dei savi anziani di Sion è sufficiente navigare in rete e scaricare, la cultura dell’interdetto non sia efficace.

Non è un ragionamento improprio. Ma è troppo semplicistico.

Yeled Cuz, Michal e Nur sui campi di cotone

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di Yeled Cuz, Michal e Nur sui campi di cotone presentano Israele, come recita il titolo, “dopo”. Dopo il ritorno alla Terra promessa. Dopo gli anni eroici della realizzazione dei kibbuzim. Dopo lo sterminio della Seconda guerra mondiale. Dopo la creazione dello Stato di Israele. Quelle drammatiche esperienze sembravano aver forgiato una generazione capace di respingere qualsiasi attacco e capace di percorrere la difficile strada della pacifica convivenza con i vicini

Labirintici sentieri. Appunti sulla Mistica ebraica

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Come in parte viene suggerito dal titolo, questo volume presenta ai lettori uno studio approfondito sulla mistica ebraica concepito come un viaggio attraverso i secoli, dalle origini fino ad oggi, in compagnia dei suoi “protagonisti” ed osservato da un punto di vista di analisi sia storica che religiosa, mantenendo comunque sempre un piacevole piano narrativo di sfondo.

Tra i giusti. Storie perdute dell’Olocausto nei paesi arabi

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durante il periodo della Shoah è rimasto, come dice il risvolto di copertina del libro, coperto dalla sabbia del deserto. E questo nonostante migliaia di ebrei siano stati espropriati dei loro beni, imprigionati e torturati nei campi di lavoro forzato ed anche deportati nei campi di sterminio europei.
Il libro ha una genesi curiosa. L’autore, un ebreo americano , esperto in politica dei paesi arabi e islamici si trova l’11 settembre nei pressi delle Torri Gemelle di New York. Riflettendo sull’accaduto nei giorni successivi egli si rende conto che “in teoria gli arabi sono l’unico popolo della terra che è stato risparmiato dalla campagna globale volta a mantenere viva la memoria del peggior crimine della storia (la Shoah).

Una terra e due popoli. Sulla questione ebraico-araba

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A partire dagli anni della guerra Buber sentì l’obbligo di partecipare al movimento sionista e alla discussione politica ebraica, cercando di svolgere il ruolo di coscienza politico-morale dell’ebraismo contemporaneo e guidando diversi gruppi – il più importante, a partire dagli anni Trenta fu l’Ichud – che si ponevano sì all’interno del progetto sionista, ma in forte tensione con la sua anima maggioritaria. Dei numerosi scritti prodotti da Buber in questi dibattiti Giuntina ha appena pubblicato una interessante antologia intitolata Una terra e due popoli – Sulla questione ebraico-araba

Gli scomparsi

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è la storia di un viaggio, cinque anni intorno al mondo per cercare di rispondere a una domanda che Daniel Mendelsohn si era posto ancora bambino molti anni prima: cosa è davvero accaduto allo zio Shmiel durante l’Olocausto? Le favolose storie del nonno raccontavano un’infanzia passata nella città di Bolechow, Polonia, all’inizio del secolo, ma si interrompevano intorno al destino del fratello, di sua moglie e delle quattro figlie.

La fortuna dei Meijer

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Nell’Ottocento gli ebrei svizzeri erano confinati in due villaggi. Uno di questi è Endingen, dove vivono felicemente il probo commerciante di bestiame Salomon Meijer e la sua famiglia. Una sera del 1871 alla loro porta si presenta un lontano cugino che afferma di essere stato ferito nella battaglia di Sedan e di volersi stabilire dai suoi unici parenti. Nessuno in quella pacifica casa intuisce quanti cambiamenti porterà quell’estraneo nelle loro esistenze.

Il ministero dei casi speciali

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l’Adei-Wizo presenta alle lettrici milanesi, con la partecipazione di Erminia Dell’Oro, scrittrice e critico letterario, la terna dei libri scelti dalla giuria selezionatrice per l’8° Premio letterario Adei-Wizo: tra questi, Il ministero dei casi speciali di Nathan Englander. Questo romanzo è il primo dell’autore della fortunatissima raccolta di racconti Per alleviare insopportabili impulsi. Nathan Englander racconta una storia terribile e carica di pathos.

La tigre sotto la pelle

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E’ un mondo di sentimenti forti e terribili, di odi implacabili, di miracoli e di sangue, di persecuzione e rappresaglia. Un inedito e per certi bizzarro versi paesaggio gotico ebraico, che ricorda le storie di vampiri. Non sono certamente racconti scritti per essere credibili come “documenti”, e neppure “Yossl Rakover” lo è, se lo vediamo in questo contesto. Sono invece documenti narrativi, scritti con notevole forza visionaria e abilità letteraria di un’idea politica su come resistere all’antisemitismo e uscire dalla Shoà.