Vita Ebraica

La locandina della Run for Mem dell'Ucei

Il 28 gennaio a Bologna la seconda edizione della Corsa per la memoria dell’Ucei

Appuntamenti

Il 28 gennaio a Bologna si terrà la seconda edizione della Run for mem, la corsa attraverso i luoghi della Memoria, organizzata dall’Ucei per ricordare insieme la Shoah e conoscere la strada verso il futuro. Sono previste due corse – una per gli atleti e la seconda, stracittadina, per tutti.

Tappe corsa sportiva: (km 12)
Partenza: Piazza del Memoriale
Porta Lame (Monumento in memoria della battaglia)
Certosa (Monumento ai caduti partigiani e dell’Olocausto)
Stadio – lapide Arpad Weisz
Scuoletta ebraica di via Pietralata
Giardino Porta Saragozza (Monumento ai deportati omosessuali)
Via Mario Finzi (Lapide per i deportati ebrei della città di Bologna)
Piazza Maggiore (Lapidi dei martiri ex-deportati, Aned, e degli ex-internati, Anei)
Arrivo: Piazza del Memoriale

Tappe corsa stracittadina: (km 5)
Partenza: Piazza del Memoriale
Porta Lame (Monumento in memoria della battaglia)
Scuoletta ebraica di via pietra lata
Via Mario Finzi (lapide per i deportati ebrei della città di Bologna)
Piazza Maggiore (lapidi dei martiri ex-deportati, Aned, e degli ex-internati, Anei)
Arrivo: Piazza del Memoriale

Iscrizione – Modulo da compilare

Per la Corsa sportiva non competitiva “Run for Mem” è necessario compilare il modulo al seguente link: CLICCA QUI

 

Il nostro perché: Per la seconda volta in Europa, l’UCEI, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, propone un
momento comune attraverso il quale sarà possibile ricordare la memoria della Shoah partecipando ad una
corsa sportiva non competitiva.
Lo sport ha la capacità di evidenziare la nostra umanità superando le distinzioni di religione, credo, cultura e
di genere e l’incontro con l’altro; un momento importante per oltrepassare confini e barriere.
L’idea è di affermare la vita, che continua nonostante tutti i tentativi che hanno cercato nei secoli di
sterminare gli Ebrei così come altre popolazioni, con genocidi e massacri. La vita continua e va trasmessa la
forza di vivere, a volte di sopravvivere e di avere il coraggio di raccontare quanto accaduto affinché non si
ripeta mai più. Lo faremo con la partecipazione di tutta la cittadinanza attraverso un percorso nel quale
incroceremo la storia, correndo assieme trasmetteremo questo forte messaggio di vita.

Data: Domenica 28 gennaio, nel quadro delle celebrazioni del Giorno della Memoria 2018.
Luogo di raduno: Piazza del Memoriale – Bologna, ore 11:00

Tipologia di evento: sono previste due corse – una di circa 10 chilometri per gli atleti e la seconda,
stracittadina, di circa 6 chilometri.
Ente organizzatore: UCEI e Comunità Ebraica di Bologna
Ente organizzatore Tecnico: UISP Bologna
Patrocinio: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ambasciata di Israele in Italia
Con il contributo di: World Jewish Congress, European Jewish Congress
Con l’adesione di: Comune di Bologna, Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, ANED –
Associazione Nazionale Ex Deportati Politici, Fondazione Museo della Shoah di Roma, Confronti,
COREIS, Religions for Peace, Unione Giovani Ebrei d’Italia
Regione Emilia Romagna, CONI, Guardia di Finanza, Comitato Italiano
Paraolimpico, Agenzia Ebraica (Sochnut), Comunità S. Egidio, Federazione
delle Associazioni Italia-Israele, Unione Sportiva ACLI, UIL, Associazione Levi-
Montalcini, Vicina, FIDAL, Istituto Storico Parri, Museo Ebraico di Bologna
Supporto di: Associazione Medica Ebraica, Federazione Italiana Maccabi
Testimonial Partecipanti: Shaul Ladany – Sopravvissuto alla Shoah, Podista Campione olimpionico,
Sopravvissuto Olimpiadi di Monaco,
Franca Fiacconi – Maratoneta pluripremiata NY, Roma, Praga

Diretta TV Speciale corsa: a cura di Sky Sport.

Parashat Shemot

Parashat Shemot 

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Tutto il dramma di un destino che ha portato gli ebrei da essere la famiglia del Viceré ad essere un popolo di schiavi è racchiuso in questo “nuovo re” che non aveva conosciuto Giuseppe.

Parashat Vajichì

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò

Giuseppe conduce i suoi due figli, Manasse ed Efraim, da Giacobbe perché li benedica. Nell’impartire la benedizione…

Kesher, una serata sulle minoranze in Israele

Video

di Orazio Di Gregorio
Qui il video della serata organizzata da Kesher tenutasi lo scorso 19 dicembre’ e intitolata “Miutim yedidutiim, le Minoranze amichevoli di Israele, il loro rapporto con la terra e lo Stato e la loro posizione nel conflitto”.

Giovanni Quer alla serata Kesher sulle minoranze in Israele

Kesher, focus sulle minoranze in Israele

Feste/Eventi, Kesher

di Roberto Zadik
La società israeliana è sempre più multietnica e multiculturale e accanto ai due grandi gruppi di israeliani, nati o immigrati da altri Paesi e palestinesi e arabi israeliani nel Paese in questi ultimi anni sono confluite una serie di etnie di grande rilievo. Come sta cambiando il tessuto sociale nello Stato ebraico? Su questo e su altri temi si è discusso durante la serata di Kesher, tenutasi lo scorso 19 dicembre’ “Miutim yedidutiim, le Minoranze amichevoli di Israele, il loro rapporto con la terra e lo Stato e la loro posizione nel conflitto”.

L’approfondimento è stato condotto a due voci, dallo studioso Giovanni Quer che da tempo lavora per l’Ambasciata di Israele e si occupa di antisemitismo e delegittimazione e da Rav Della Rocca, con una fitta serie di domande sul finale dell’iniziativa che si è svolta presso la Residenza Arzaga. “Su questo argomento si parla poco o niente” ha esordito il direttore di Kesher; “ Israele è un Paese molto complesso e articolato dove risiedono diversi gruppi etnici e religiosi. Anche nella Torah viene menzionato la figura del Gher Toshav, straniero residente e oggi il Paese è pieno di minoranze non solo religiose ma anche etniche delle quali però non si parla mai.”

Come in Europa anche in Israele, dunque,  le minoranze ricoprono un ruolo sempre più importante per il Paese anche perché molti gruppi etnici, come ad esempio, i drusi si rivelano di centrale importanza specialmente per il servizio militare. Ma quali sono queste minoranze e che ruolo hanno? Nella sua relazione Quer ha messo in luce alcuni punti fondamentali. “Quando si parla di ebrei e arabi come due compartimenti stagni, si commette già un errore. Ci sono molteplici sfumature e differenze. Molti musulmani che non sono arabi come i Circassi e molti arabi cristiani così come cristiani che non sono arabi come gli armeni. Le minoranze cristiane solitamente hanno un livello socio-culturale più alto e molto dipende anche da un discorso generazionale che è decisamente complesso. Ci sono poi scuole separate e livelli di educazione ben distinti fra i vari gruppi e popolazioni sul territorio”.

Ma come sono inseriti queste etnie nella società israeliana? “Molto ben inseriti gruppi che sono molto amichevoli come Beduini del Nord, i Circassi che vengono dal Nord del Caucaso e che in Israele sono circa 4mila, e i Beduini del Negev presenti in 201mila e sparsi per vari villaggi ad esempio nelle zone vicino a Beersheva”. Questi sono alcuni esempi di etnie arabe che hanno “uno stretto legame di amicizia e riconoscenza con Israele fin dalla nascita dello Stato  da parte di queste famiglie che portano avanti le tradizioni volendo emanciparsi e andare avanti nella loro crescita”.

Una etnia molto interessante e ben integrata sono i Drusi “ di cui si sa poco e mantengono una grande segretezza sulle loro tradizioni e sulla loro religione; in Libano sono molto forti mentre in Israele sono 130mila e sono in Galilea e nel Golan e hanno una loro religione che nasce all’interno dell’Islam sciita. Hanno componenti islamiche, cristiane e alcune componenti gnostiche e platoniche, il loro libro sacro più conosciuto si chiama le Epistole della Saggezza, raccolta di scritti del Corano,  dell’Antico Testamento e di Platone e venerano il suocero di Mosè come uno dei padri della loro religione con un Santuario vicino a Tiberiade. Questo testo però è solo per i saggi. La loro estrema segretezza li ha permesso di sopravvivere perché erano perseguitati come eretici. Hanno una bandiera ben precisa e una loro identità e chi è religioso ha un suo look con baffi. Cappello bianco e pantaloni alla turca”. I Drusi ha fatto sapere  Quer si sono ben integrati con poeti, politici e esponenti che hanno favorito molto la questione del militare per uomini e servizio civile per le donne”.

Ben integrati e amichevoli  sono anche i Beduini del Nord  molto tradizionali e musulmani sunniti e da sempre sono stati aperti verso gli ebrei e i sionisti e “prima delle Guerre ci sono state alleanze in difesa di ebrei nei Paesi arabi e in Israele”. Un altro gruppo molto pro Israele sono i “Circassi meglio noti come Caucasi che sono musulami sunniti e durante la guerra turco-russa sono scappati. Son molto tradizionalisti ma aperti, sono 4mila persone e vogliono mantenere i loro tratti culturali”.

Ma ci sono altre minoranze ci sono anche i Beduini del Negev, circa 210mila, legati da amicizia con gli ebrei dai tempi dell’Impero Ottomano. “Essi vivono divisi fra chi si sente israeliano mentre altri stanno aderendo a una visione politica contro Israele, comunque in maggioranza hanno stretto alleanza con Israele pur avendo tradizioni molto radicate. Grazie a centri studi e college il loro livello culturale si sta alzando con università come quelle di Sderot e Beersheva”.

Ma da quando le minoranze hanno deciso di entrare a far parte attivamente della società israeliana? Dagli anni ’60 Israele ha allargato i diritti di cittadinanza per le minoranze  e da quei tempi molti arabi hanno voluto emanciparsi entrando a far parte delle istituzioni. Questo è avvenuto grazie all’esercito che ha un ruolo fondamentale nello sviluppo sociale, grazie all’economia con grande attivismo imprenditoriale dei gruppi arabi e beduini, che solitamente sono la parte più povera della popolazione e con le rappresentanze politiche e istituzionali delle varie etnie nel Parlamento con partiti arabi che rappresentano le minoranze, partiti nazionalisti e varie coalizioni”.  A questo proposito Quer ha specificato che le minoranze vengono rappresentate nei vari partiti, dal Meretz,al Likud ad altre fazioni.

Da segnalare anche il ruolo dei cristiani in Israele che sono 170mila, e gli arabi cristiani molti dei quali vogliono recuperare una identità pre-araba come greco ortodossi o quelli che parlavano aramaico. Essi sono suddivisi in 12 Chiese diverse, hanno livello culturale alto, molti sono diplomati e istruiti e attivi nella ricerca e nell’hi tech con scuole bilingui ebraico-arabo. Molto presenti in campo politico e propositivi in materia di cambiamenti sociali con proteste e manifestazioni”. La serata si è conclusa parlando di quali saranno le sfide future per queste minoranze? L’integrazione degli armeni, gruppo esiguo ma molto forte, le donne nel mondo islamico e già sono stati fatti passi in avanti per studio, imprenditorialità e innalzamento livello culturale, e aumentare la partecipazione sociale e culturale delle minoranze in tutti i settori”.

Prossimo appuntamento il 9 gennaio, dopo le vacanze invernali.

Giuseppe interpreta i sogni

La parashà di Miketz

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La prigionia di Yossef termina quando il Faraone sogna sette vacche grasse che vengono ingoiate da sette vacche magre e di sette spighe grosse che vengono ingoiate da sette spighe magre.