di Daniele Cohenca
Quello che invece è rimasto ed è ciò che Chanukkà celebra più di tutto, è che noi non permettiamo a nessuno di dettare il nostro rapporto con la Divinità e siamo disposti a rinunciare a tutto per questa causa, anche alla nostra vita fisica.
Parole di Torah
Sukkot e Hoshanà Rabbà: c’è sempre una porta aperta per chi decide di rientrare
di Rav Jakov Di Segni
Dai più osservanti agli ebrei più lontani. A Sukkot, nel Lulav, le quattro specie vegetali rappresentano simbolicamente le varie tipologie di ebreo presenti nel popolo di Israele. Uniti nella diversità. Ed è proprio nella dialettica tra individuo e collettività, tra singolo e gruppo che risiede il senso profondo delle feste ebraiche.
Verso il 9 di Av. L’educazione ebraica è la chiave di accesso a un futuro migliore
di Daniele Cohenca
Il futuro è nelle nostre mani e se lo sapremo gestire al meglio, il 9 di Av si trasformerà presto in gioia e felicità.
Devar Torà / I cattivi pensieri
di Ufficio Rabbinico di Milano
Nel 17 di Tamuz avvennero 5 cose: vennero spezzate le Tavole della Legge, cessò il sacrificio quotidiano nel Primo Santuario, fu fatta una breccia nelle mura di Yerushalaìm nel periodo del Secondo Santuario, il malvagio Apostemos bruciò la Torà e pose un’immagine nel Santuario.
Il Sèder di Pesach: un’esperienza tra passato, presente e futuro
di Daniele Cohenca
Essere seduti al Sèder con le nostre famiglie ed i nostri amici rappresenta il presente di cui dobbiamo essere grati al Signore. Raccontare l’uscita dall’Egitto è il passato. Poi tocca al futuro: impegnarci per il domani, per poter sognare un futuro di pace, gioia, Torà e Mitzwòt.
Shavuot, festa del futuro
di Daniele Cohenca
Il dono della Torà, l’evento relativo alla festa di Shavuòt, secondo la Torà non capita il 6 di Sivan, ma capita sette settimane dopo Pesach. Shavuòt è solo la continuazione di ciò che era cominciato a Pesah. Shavuot cade entra quest’anno domenica 16 maggio.
Il conteggio dell’Omer è un periodo di profonda crescita e miglioramento spirituali
A cura dell’Ufficio Rabbinico
Quando il popolo ebraico era in Egitto quasi 3.400 anni fa, aveva assimilato molte delle usanze immorali del popolo egiziano. Subito prima del punto di “non ritorno” i figli d’Israele furono miracolosamente salvati, attraversarono una rinascita spirituale e ascesero rapidamente allo stato collettivo più sacro che avessero mai raggiunto.
Seder, Haggadah e tradizioni famigliari: i pilastri della festa di Pesach
di Daniele Cohenca dell’Ufficio Rabbinico
La Haggadà è lo strumento attraverso il quale i Maestri ci hanno insegnato a condurre il rituale della sera di Pesach che a sua volta è stato chiamato Sèder (Ordine) di Pesach. Un altro elemento che da sempre caratterizza il Sèder di Pesachsono le usanze.
Le dieci piaghe: una punizione per gli egiziani, ma anche un insegnamento ai figli d’Israele di sottomettersi a D-o
di Daniele Cohenca, Ufficio Rabbinico di Milano
Uno dei precetti positivi da compiere durante il Seder, è quello di raccontare gli eventi legati all’uscita dall’Egitto; è tuttavia chiaro che non si tratta solo di eventi storici che hanno portato alla libertà dalla schiavitù, ma di contenuti di importanza fondamentale per la nostra formazione di Popolo, per il nostro Credo e per rafforzare la nostra Fede nell’Onnipotente.
L’Assemblea dei Rabbini d’Italia: “Nessun popolo leverà più la spada contro l’altro e non impareranno più la guerra”
di ARI
L’Assemblea dei Rabbini d’Italia, di fronte al drammatico evolversi del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, che già tanta sofferenza sta provocando, invita i Rabbanim e le Comunità a recitare al termine della tefillah di minchah i Salmi
I Maccabei: cinque Fratelli…e una sorella
di Daniele Cohenca
Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna. Nel caso di questi cinque uomini, fu la loro sorella Channà che, di fronte alla certezza di dover subire gravi offese e violenze personali, decise di passare all’azione, esortando e incoraggiando i suoi fratelli a proteggere il suo onore e l’onore di tutte le donne ebree.
La Tefillà (preghiera): il potere della parola connessa all’anima
di Daniele Cohenca
Perché la nostra preghiera sia sincera, è dunque necessario connettere le parole che noi diciamo al nostro cuore ed alla nostra anima, quindi recitarle come se venissero dal profondo essere che è in noi; in questo modo non ci sarà mai una Tefillà uguale all’altra, né le Benedizioni di tutti i giorni saranno ripetitive, né – infine – la Tefillà sarà per noi un peso.