Amore e tradizione nel sound degli Alma Brothers

Giovani

di R. C.

Dalla musica orientale israeliana al jazz sperimentale

Suoni travolgenti, tradizioni, musica israeliana, tanta vitalità e sperimentazione, sono gli ingredienti del sound del nuovo gruppo musicale ebraico italiano degli Alma Brothers.

Una domanda a David Mouhadab: Alma Brothers band. Di cosa stiamo parlando e qual è il significato di questo nome?
L’idea per questa band è nata ad una festa; con Lorenzo, il chitarrista della band, ci siamo ritrovati una sera a Milano, mentre un Dj accendeva i balli con cui si celebrava un Bar Mitzvah. L’atmosfera era calda ed energica, ma c’era anche l’impressione di vivere qualcosa di già accaduto, come da copione; è lì che ci siamo trovati a parlare di come sarebbe stato bello poter ascoltare nuove sonorità, con una band giovane e pronta a cogliere la sfida. Detto fatto: abbiamo iniziato immediatamente a guardarci intorno e cercare i migliori compagni di viaggio. Perché Alma Brothers? Tutto inizia dove le anime (in spagnolo), le Neshamot si incontrano, e si riconoscono. Per me e Lorenzo si tratta di questo, ci sentiamo come due fratelli, parte di Am Israel, destinati a portare tanta musica e simchà senza mai porsi dei confini.

 

 

Quali sono dunque le vostre comunità ebraiche di origine?
Sono nato a Milano, considero il tempio in via dei Gracchi, Yosef Tehillot, una seconda casa e il mio quartier generale, dove canto e musica sono sempre stati molto presenti. Lorenzo è di Firenze, città la cui monumentale sinagoga ospita melodie e riti di una tradizione che si ricollega al mondo spagnolo e portoghese. Gli altri componenti della band, tutti fiorentini, hanno percorso tanta strada nel panorama underground del jazz professionistico e delle jam session di improvvisazione.

Chi dovrebbe essere, secondo voi, il primo a credere in questo progetto?
Uno, nessuno e centomila. Il nostro pubblico, i nostri fan e sostenitori, gli Amici, non hanno un solo volto; noi ci rivolgiamo alla Sposa che alla sua genuina energia desidera vedere accostata la buona musica; allo Sposo, che vuole onorare un giorno di Simchà con energia, ballando, e ritrovando nel ritmo il senso più recondito di un momento irripetibile. E certamente, a chiunque si riconosca nell’universo sconfinato che è Am Israel: un Popolo dalle tante sfumature, che sin dai tempi di Mosè e Miriam conosce e gioisce della musica e del canto. Poco importa se la Kehilà (comunità) è libanese, romana, americana, russa, sino-giapponese!

Parliamo quindi della conquista di Roma, e di altri Paesi?
Roma è certamente uno dei nostri sogni. Desideriamo con la nostra musica arrivare a una delle Capitali dell’ebraismo Italiano, stiamo infatti lavorando a un progetto che ci porterà proprio in Piazza, permettendoci di far conoscere la nostra musica in una cornice speciale. Lorenzo e io, inoltre, siamo stati fortunati, crescendo in famiglie nelle quali si parlano correntemente inglese, spagnolo, arabo, francese, italiano ed ebraico. Questo ci spinge ad immaginare mete lontane, il desiderio è quello di viaggiare e portare simchà, gioia, e tanta musica.

 

 

Cosa significa sposarsi con la musica della band Alma Brothers?
Ogni canzone, ogni attimo condiviso, ogni sguardo di tenerezza ha una sua storia, che si fa infinita quando la riviviamo dentro di noi. La Chuppah, con la sua dimensione di incontro fisico e spirituale, è l’inizio di un vero e proprio viaggio. Con la musica degli Alma Brothers, questo sarà ricco di suggestivi incontri: melodie della tradizione ebraica, dal ritmo frizzante di Ava Nagila e Ose’ Shalom alle note cariche di gioia di Siman Tov u Mazal Tov ed Evenu Shalom. Canzoni della moderna musica pop in lingua ebraica, da Dudu Aharon a Yosi Piamenta e Omer Adam, unite a suggestioni dal cosmo mediorientale e nordafricano. E, immancabile per noi, un percorso sonoro fra le hits del Pop e del Rock che hanno saputo scrivere la storia: Beatles, Coldplay, Queen, Ed Sheeran, per citare alcuni nomi.

Dunque un repertorio allargato anche al di fuori della tradizione, forse per fare felici anche gli sposi più giovani. Ma i giovani ci credono ancora, nel matrimonio?
Certamente, darsi una possibilità, credere nel proprio partner in un progetto di condivisione così importante, è un diritto che ognuno di noi ha. La generazione dei giovani e dei giovanissimi attraversa ora un momento in cui si riscoprono antiche tradizioni e si cerca di farle rivivere, in modo proattivo e mai passivo. La Chuppah, la firma della Ketubah, la rottura del bicchiere, le Sheva Berachot, non hanno mai abbandonato il nostro sentire e credo che ci accompagneranno sempre, senza eccezioni. Cosa succede quando il bicchiere si rompe? Un mondo di suoni si apre, introdotto dalla musica con cui i cristalli si infrangono. Da qui, è un’atmosfera di colori, in cui tutte le energie sono necessarie, anche quelle che non si credeva di avere! L’intera band cerca, nel corso della festa, i suoni e le armonie, quell’unione tra ritmo tribale ed eleganza, voglia di cantare e di vivere il momento, e gli invitati, la famiglia, il pubblico, creano sempre la risonanza migliore. Quando un evento assume la musicalità del mare in un giorno di estate – quello per noi, è l’evento migliore.

 

La vostra fonte di ispirazione?
Se possiamo dare una risposta più filosofica, tre cose, sicuramente: i tramonti di Yerushalaim, il profumo del tempio la mattina di Shabbat e il testo di Albachiara di Vasco Rossi, queste tre cose si legano profondamente al nostro progetto.

Per saperne di più?
È sufficiente venire a trovarci a Milano o Firenze, oppure scriverci su Whatsapp: +39 338 197 0107 (David)  o via mail a almabrothersband@gmail.com, o cercarci su Instagram: alma.brothers.band, e Youtube: Wedding Band Alma Brothers. Ma per prima cosa, procurarsi una brava ragazza, o un bravo ragazzo… e prendere insieme la decisione più bella, quella di assaporare un’intera vita insieme!