di R. I.
I risultati del nuovo sondaggio dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia confermano la profonda preoccupazione tra i giovani ebrei registrata a novembre 2023. A sei mesi di distanza dal primo rapporto, edito un mese dopo la tragedia del 7 ottobre, si certifica la stessa pericolosa tendenza. Su un vasto campione di giovani ebrei, studenti e professionisti, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, residenti sul territorio nazionale, l’83% a novembre e l’82% a maggio afferma che l’antisemitismo è in crescita.
La conferma di tale dato indica innanzitutto l’inefficacia delle misure proposte per arginare il fenomeno, al contrario suggerisce la necessità di nuove normative, più pragmatiche e incisive.
Il sondaggio infatti registra una forte insoddisfazione verso la risposta delle istituzioni italiane agli episodi di antisemitismo, con il 39% del campione che la ritiene insufficiente e il 33% scarsa. Così come quelle dei social network e dei testimoni diretti e in particolar modo delle università (70% insufficiente), che sono state giudicate largamente insufficienti.
Il rapporto evidenzia inoltre come molti giovani ebrei continuino a cambiare le loro abitudini quotidiane per sentirsi più al sicuro. Se a novembre il dato allarmante si attestava sul 60% degli intervistati, a maggio il dato ha superato questa soglia raggiungendo il 63%, a fronte di una trasversale atmosfera ostile che potrebbe sfociare in situazioni potenzialmente pericolose. Un sentimento di apprensione più che fondato, visto che in entrambe le ricerche un giovane ebreo su due riporta di essere stato vittima o testimone di episodi di antisemitismo nell’ultimo mese.
Particolarmente inquietante è la situazione negli atenei italiani, alla quale è stato dedicato un nuovo focus nel sondaggio di maggio. Le università sono diventate l’epicentro di un crescente clima di odio e intolleranza, con il 71% degli studenti ebrei che non si sente sicuro nell’esprimere la propria identità ebraica, e un 86% riferisce timore nell’esprimere opinioni relative a Israele. Per di più, più di due terzi dei partecipanti alla ricerca ha assistito o è stato vittima di atteggiamenti antisemiti da parte dei compagni di corso, mentre il 35% ha osservato tali comportamenti persino da parte dei docenti.
“Il quadro che emerge è di una crescente preoccupazione tra i giovani ebrei italiani, che si sentono giudicati e discriminati a causa della loro identità. Chiediamo un impegno concreto e immediato da parte di tutte le componenti della società per combattere l’antisemitismo in ogni sua forma”, ha commentato Luca Spizzichino,
presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia.
“Non possiamo permettere che l’odio e la discriminazione diventino la norma, è fondamentale infatti garantire la sicurezza e la libertà di espressione di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro fede”, ha aggiunto, sottolineando come l’UGEI “continuerà a lottare per i giovani ebrei affinché possano esprimere liberamente la propria identità”.