di Nathan Greppi
Nelle comunità ebraiche hanno sempre avuto un ruolo importante, e a volte sottovalutato, i gruppi giovanili, che devo formare le future generazioni. L’organizzazione più importante a livello internazionale è il WUJS (World Union of Jewish Students), che riunisce tutte le giovanili ebraiche nazionali, compresa l’italiana UGEI. Dal 1 febbraio nel direttivo del WUJS vi è anche un’italiana, la 20enne veronese Caterina Cognini.
Come è iniziato il tuo coinvolgimento?
Ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo un anno fa, quando sono andata al primo seminario per gli attivisti dell’EUJS (European Union of Jewish Students, ndr), che mi ha appassionato molto, anche perché la comunità da cui vengo, quella di Verona, è molto piccola. Sono rimasta in contatto con loro, tanto che l’8 luglio mi hanno mandato a parlare a nome dell’EUJS al consiglio dei diritti umani dell’ONU, a Ginevra, riguardo agli attacchi contro Israele. In autunno, dopo che ho iniziato un Erasmus a Parigi, ho incontrato Jonathan Braun, capo dei giovani ebrei svizzeri che alla Summer U ad agosto si era candidato alla presidenza dell’EUJS, senza essere eletto. Mi disse che voleva candidarsi come presidente del WUJS, e mi ha proposto di candidarmi anch’io per il consiglio, e siamo stati eletti entrambi.
Quali sono le tue mansioni?
Attualmente faccio parte del Communications team del WUJS assieme ad altre due ragazze, una russa e una messicana. Stiamo programmando vari seminari e partnership con varie organizzazioni per potenziare il WUJS, anche perché al momento è meno influente dell’EUJS europea.
Che importanza darete all’Italia?
Purtroppo il WUJS, avendo sede in Israele, finora si è sempre occupato soprattutto delle unioni giovanili più grandi. Con il nuovo consiglio vorremmo dare voce anche a quelle più piccole, e personalmente spero di poter dare voce alla realtà italiana.