La vita e la morte, la gioia e il dolore: aspetti dell’esistenza e della storia del popolo ebraico che si rincorrono e si ripetono di anno in anno. E che la Comunità celebra, coinvolgendo i giovani in un passaggio del testimone della Memoria, perché siamo ciò che siamo stati e che saremo sempre.
Yom Hashoah
E così il 2 maggio nel Tempio Centrale, Hechàl David uMordekhai, di via Guastalla si è tenuta la cerimonia di Yom Hashoah. Dopo l’introduzione di Sylvia Sabbadini, ha portato il suo saluto il presidente della Comunità milanese Roberto Jarach. Un minuto di silenzio ha creato l’emozione e ha preparato il momento in cui Liliana Segre, accompagnata da un giovane, ha acceso la prima delle sei candele che rappresentano i sei milioni di morti nella Shoah. Poi i ragazzi del liceo hanno letto i nomi dei deportati di Milano e della Lombardia nei campi della morte. La lettura è stata intervallata dai canti Ani Maamin, Eli Eli, Kol haolam kulò e dalla lettura della poesia di Zelda da parte delle quinte elementari della Scuola ebraica della Comunità. Bambi Tenembaum accompagnata dai due figli ha acceso la seconda candela.
I movimenti giovanili, Bené Akiva e Hashomer Hatzair che tanta parte hanno nella formazione ebraica dei ragazzi della comunità, hanno proposto una rappresentazione sul tema.
Poi Pepa Szulc accompagnata da un ragazzo ha acceso la terza candela. È intervenuta la Scuola del Merkos: il coro composto da bimbi di tutte le classi ha cantato la canzone Padà be shalom. La quarta candela è stata accesa da Gualtiero Morpurgo accompagnato da un nipote. È stata poi la volta della Scuola Yoseph Tehillot: la quinta elementare ha letto il brano Il terzo cassetto del nonno, con accompagnamento musicale. Arianna Szoreny accompagnata da un ragazzo ha acceso la quinta candela, mentre i ragazzi del liceo leggevano i nomi della famiglia Szoreny: Szoreny Adolfo, Szoreny Pick Vittoria, Szoreny Daisy, Szoreny Stella, Szoreny Rosetta, Szoreny Lea, Szoreny Alessandro, Szoreny Carlo… Una famiglia distrutta. La lettura dei nomi ricorda che i sei milioni di vittime non sono statistiche, non sono numeri di un’arida ricerca storica, ma sono persone, uomini e donne, bambini e bambine, “Ogni uomo ha un nome, glielo hanno dato Dio, suo padre e sua madre”.
Miriam Linker ha acceso la sesta e ultima candela. Poi la riflessioni di rav Arbib, rabbino capo della Comunità, ha dato il senso conclusivo alla giornata che si è chiusa con il canto Shir Hammaalot (rav Sciunnach), l’Hashkavà (rav Simantov), El Molè Rahamim (rav Levy Hazan), Michtam Ledavid (rav Garelik) e infine il Kaddish intonato dallo stesso rav Arbib.
Yom Hazikaron
Domenica 8 maggio, l’Assessorato ai Giovani della Comunità e i movimenti giovanili hanno organizzato la cerimonia di Yom Hazikaron in memoria dei civili e dei soldati caduti per Israele. Alla cerimonia ha partecipato il coro Kol Hakolot condotto dal maestro Eyal Lerner, che ha scelto due canzoni molto coinvolgenti: Amud Haesh (pilastro di fuoco) e Keshet Levanà (arcobaleno bianco) dalle parole forti e significative .
Il tema conduttore della serata è stato “Le famiglie colpite dalla guerra e dal terrorismo”, focalizzando l’attenzione su quelle famiglie che hanno subito diverse vittime.
È stata così ricordata la triste vicenda della famiglia Poraz. Il capo famiglia Maoz Poraz, pilota dell’aereonautica militare è rimasto ucciso durante la guerra del Kippur dopo l’abbattimento del suo aereo. La sua morte è avvenuta 5 anni dopo essere sopravvissuto al sequestro dell’aereo di linea dell’El Al partito da Roma per Tel Aviv, durato 39 giorni. Maoz Poraz lasciava la moglie, due figlie e un figlio di nome Nir, che una volta arrivato alla maggiore età, riuscì ad arruolarsi in uno dei corpi più importanti e scelti dell’esercito israeliano: Sayeret Matkal. Durante il servizio militare, partecipò alla segretissima operazione per liberare il soldato Nachshon Vaxman, rapito nel ‘94 da quattro terroristi. La casa nella quale era nascosto il soldato viene individuata nel villaggio arabo di Bir Naballa. Nir Poraz entra con i suoi soldati nella casa e quando apre la porta della camera dove era tenuto l’ostaggio Vaxman, viene attaccato dai terroristi che lo uccidono sul posto.
La seconda vicenda narrata riguarda il terribile massacro della famiglia Vogel, avvenuto a marzo di quest’anno quando due terroristi entrarono nel mezzo della notte nella casa dei Voghel, uccidendo a coltellate i due genitori Udi e Ruth insieme ai piccoli Yoav (11 anni), Elad (8 anni) e la piccola Hadas di soli 3 mesi. Udi era un compagno di classe delo shaliach del Benè Akiva di Milano Yair Danzig, insieme avevano studiato alla yeshivà di Raanana.
Danzig lo ha ricordato come una persona dalla generosità ed altruismo fuori dal comune, amato da tutti e sempre il primo ad offrirsi per aiutare il prossimo.
Le parole dei ragazzi dell’Hashomer Hatzair che hanno riportato una parte del discorso dello scrittore Grossman, fatto pochi giorni dopo l’uccisione del figlio Uri nella Guerra del Libano, sono state un momento di riflessione per tutti i presenti: “Mi appello a tutti, ai reduci dalla guerra che sanno che dovranno pagare il prezzo del prossimo scontro armato, ai sostenitori della destra, della sinistra, ai religiosi e ai laici: fermatevi un momento, guardate l’orlo del baratro, pensate a quanto siamo vicini a perdere quello che abbiamo creato. Domandatevi se non sia arrivata l’ora di riscuoterci dalla paralisi, di fare una distinzione tra ciò che è possibile ottenere e ciò che non lo è, di esigere da noi stessi, finalmente, la vita che meritiamo di vivere.” La vita che è stata celebrata il giorno di Yom Ha’atzmauth.
Yom Ha’atzmauth
La Comunità ebraica di Milano ha celebrato il 63° compleanno d’Israele in tre momenti gioiosi. Alla Scuola ebraica, il 10 maggio, si è tenuta una cerimonia in giardino, con un discorso, canti e balli e falafel per tutti. Poi domenica 15 maggio c’è stata la festa organizzata dagli Amici d’Israele nei giardini della Guastalla, con due complessi musicali, Corrado Fantoni e il New Old Kletzmer Trio nonché Eyal Lerner, danze israeliane, pranzo kasher, spazio al divertimento dei più piccoli, gazebo dedicati alla cultura, una mostra fotografica e la lotteria.
Poi, giovedì 19 maggio, la festa organizzata dalla Comunità ebraica con il Keren Hayesod e una delegazione della Brigata Ebraica, nell’aula magna della Scuola. Ha presenziato, tra le altre autorità, Gideon Meir, ambasciatore d’Israele.
La festa è stata allietata dalla musica della Banda Militare di Tzahal e del Coro Kol Hakolot.