Crisi in Consiglio, Schwarz casus belli

Giunta e Consiglio

La bomba è scoppiata a mezzanotte. Dopo tre ore di dibattito serrato e costruttivo, è stata la questione del reintegro della Giunta a far esplodere in maniera del tutto inaspettata i delicati equilibri che ormai da un anno avevano consentito al Consiglio della Comunità di lavorare in modo congiunto, fianco a fianco, ciascuno con deleghe e competenze importanti. Per oltre un anno gli eletti di Welcomunity e di Ken 2.0 avevano condiviso le responsabilità, facendo quasi dimenticare le questioni ideologiche e le diverse posizioni politiche a favore di un profondo senso del dovere verso gli iscritti e l’istituzione comunitaria.

Poi tre mesi fa l’assessore alle Scuole Daniele Schwarz si era dimesso. Una gestione controversa, molti malumori da parte di docenti e genitori più volte emersi in riunioni e assemblee. Si lamentava la scarsa disponibilità di tempo dell’assessore e scelte troppo autoritarie e verticistiche.  Da parte sua, invece, Daniele Schwarz era amareggiato per lo scarso sostegno da parte del Consiglio verso i suoi progetti di rinnovamento della Scuola. Da qui le dimissioni. E per tre mesi la gestione era stata assunta pro tempore dal consigliere Davide Hazan, che di Schwarz era stato vice assessore. Tre mesi in cui si è occupato di logistica, impianti, incontri con gli insegnanti, con un lavoro che lo stesso presidente Meghnagi aveva lodato pubblicamente.

Così, quando a mezzanotte il Consiglio di ieri,  2 settembre, si disponeva ad affrontare l’ultimo punto all’ordine del giorno, la designazione dell’assessore alla Scuola per reintegrare la Giunta rimasta “monca” per tre mesi, tutto si aspettavano i consiglieri di Ken tranne la dichiarazione del Presidente: “Propongo di rinnovare a Daniele Schwarz l’incarico di assessore alle Scuole, da svolgere con il sostegno di delegati che lui stesso sceglierà”. Daniele Cohen, vicepresidente e assessore alla Cultura non ci sta. Giudica “indegna” la riproposizione in questi termini dell’assessorato a Schwarz. Tre mesi di discussioni, tre mesi in cui un consigliere della lista Ken si è assunto l’onere di provvedere alla gestione corrente con un serrato impegno, non potevano ora essere cancellati con un colpo di spugna e non lasciare traccia. Tornare al passato tout court.

Davide Hazan si è dichiarato dispiaciuto e sorpreso, Claudio Gabbai ha parlato di restituire le deleghe, Claudia Terracina ha confermato che avrebbe continuato ad affiancare il Segretario Generale Sassun per i progetti in corso ma che inevitabilmente il clima in Consiglio sarebbe cambiato. Delusione, stupore che però hanno profondamente irritato il Presidente Meghnagi che ha accusato Cohen di averlo insultato, la lista Ken di volerlo ricattare e che, alzandosi, ha dichiarato di non riuscire più a restare alla riunione, ventilando di recedere anche dal  suo ruolo. Ha lasciato la sala consiliare visibilmente turbato. “Sono stato offeso personalmente e questo è per me intollerabile”, ha voluto sottolineare il Presidente Meghnagi.

E pensare che pochi minuti prima, quando erano stati affrontati i temi dello spaccio comunitario e dello spostamento dell’Ufficio Rabbinico da Via della Guastalla a Via Sally Mayer, il  Presidente Meghnagi aveva incassato il voto favorevole alla sua mozione: l’approvazione di massima dell’idea di portare l’Ufficio Rabbinico nella struttura comunitaria con l’avvio di un progetto di ridefinizione degli spazi Scuola/Comunità, fatta salva la necessità di decidere come e in che modo gestire il Tempio Centrale e l’edificio annesso. Anche questa una notevole rivoluzione, finalizzata ad una riduzione di costi e razionalizzazione dei servizi, che però ha suscitato qualche perplessità, da parte dello stesso Rav Arbib (che tuttavia non ha ostacolato il progetto), sulle ricadute che avrebbe il decentramento dell’Ufficio Rabbinico e la percezione stessa del Tempio di Via Guastalla, soprattutto per gli ebrei, anziani e “lontani” che gravitano oggi, sia pure saltuariamente, sulla Sinagoga centrale.

Dopo l’uscita di scena di Walker Meghnagi, il dibattito è continuato a lungo, in un clima teso e preoccupato ma con interventi civili e volti soprattutto a fare chiarezza e a non allargare lo strappo. Il coordinatore del Consiglio Simone Mortara ha voluto sottolineare che la capacità di restare a discutere significava comunque il senso di responsabilità condivisa.

Ora la situazione è stata congelata, aggiornando la riunione ai prossimi giorni. Non ci si nasconde però che una crisi al buio, alla vigilia dei Moadìm, costituisce un problema molto grave per tutta la Comunità.

(Ester Moscati)

La polemica innescata dalla “Questione Schwarz” rischia di far passare in sottordine altre importanti questioni dibattute nel corso della serata: ecco un quadro dettagliato dei temi affrontati nel Consiglio della Comunità del 2 settembre 2013.

Iniziato verso le nove e mezza, il Consiglio del 2 settembre ha avuto un finale esplosivo che ha prolungato la riunione fino alla una e mezzo di notte. Presenti alla riunione quasi tutti i membri, a parte i consiglieri Nahum e Menda: c’erano il presidente Meghnagi, il vicepresidente Daniele Cohen,  il Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib, il Segretario Generale Alfonso Sassun, il coordinatore Simone Mortara e i consiglieri e assessori Alazraki, Besso, Gabbai, Galante, Gorjian, Hazan, Jesurum, Kaboli, Lazarov, Nassimiha, Osimo, Schwarz, Terracina, Turiel.

Presenti in sala come uditori i consiglieri Ucei Sara Modena e Cobi Benatoff, e il vicepresidente Ucei, Roberto Jarach.

Le questioni affrontate sono state principalmente tre: il risultato della gestione diretta dello Spaccio comunitario di carne kasher, che oggi fornisce anche la mensa della Scuola e la Casa di Riposo, e che consente un risparmio di circa 100 mila euro; il progetto di ampliamento dello spaccio stesso e lo spostamento dell’Ufficio Rabbinico da via Guastalla alla scuola di via Sally Mayer; il reintegro dell’assessore Schwarz alla Scuola. Quest’ ultimo punto, proposto a mezzanotte dal presidente Meghnagi, ha scatenato una bagarre di polemiche e divergenze.

Tutte tematiche di fondamentale importanza che ruotano attorno all’edificio di via Sally Mayer che, come ha sottolineato Guido Osimo “sta diventando sempre di più un edificio adibito ad altre cose e non alla Scuola”. Questo “anche a causa del crescente calo degli iscritti” come ha ricordato anche Schwarz. Tale argomento è stato discusso lungamente.

A proposito dello spostamento dell’Ufficio Rabbinico nel complesso comunitario, il Presidente Meghnagi ha rilevato l’importanza di inserire il Rabbino Capo a scuola, nel punto più vitale e più numeroso della comunità, dove gli iscritti “devono poterci parlare, poterlo vedere molto spesso”.

Sulla questione non sono certo mancate le perplessità, espresse per primo dal Rabbino Capo “nonostante io apprezzi notevolmente l’idea che c’è sotto, non so quanto tempo potrò passarci, anche per i problemi che sta vivendo via Guastalla”, come la difficoltà a trovare un minian stabile, e il rischio che esso diventi un mero luogo di rappresentanza. “Bisognerà vedere come andrà, non ho risposte al momento”.

L’Ufficio verrà costruito nei locali comunitari e questo comporterà la ridefinizione degli spazi con il progetto di una serie di uffici open space e sempre più interattivi e aperti al pubblico. Come ha sottolineato l’assessore al culto Rami Galante “mi confronterò su questo punto con Rav Arbib perché questo comporta una serie di vantaggi e svantaggi”. Fra i problemi ci sarà quello di ridefinire il ruolo di via Guastalla, lo spostamento dell’ufficio potrebbe avere effetti negativi sulla struttura e sui dipendenti e, come ha sottolineato Sara Modena, “sarà un problema anche per le istituzioni cittadine che sono abituate a venirci a trovare in via Guastalla e per molti anziani residenti in centro”.

Bisognerà dunque rifletterci attentamente deliberando un apposito provvedimento, annotando le spese per l’allestimento dello spazio e inserendole nelle note di bilancio, come ha detto Simone Mortara. Insomma è necessario valutarne bene i pro e i contro, specialmente, come ha ricordato Meghnagi, in modo che “il tempio di via Guastalla continui a vivere”. Comunque nel corso della serata la delibera è stata approvata a larga maggioranza, tranne due astenuti, Kaboli e Osimo e un consigliere contrario, Nassimiha.

Di grande importanza anche l’ampliamento dello spazio per la vendita della carne per permettere, come ha detto Meghnagi “a tutti l’acquisto. Dal 28 agosto a oggi, in pochi giorni il responsabile Salvadori ha dovuto rifornire tre volte , visto il gran numero di persone presenti in questi giorni”.

Nella lista delle proposte, il possibile allargamento dello spazio e il conseguente assorbimento di uffici vicini come quello dei Figli della Shoah, ai quali, ha precisato Claudia Terracina, verrà offerto un ufficio più dignitoso e consono alle loro attività.

Dopo questi due argomenti, discussi con molta tranquillità, a mezzanotte il clima si è decisamente arroventato quando si è parlato del rientro dell’assessore alle Scuole Schwarz, che aveva presentato le dimissioni a giugno. Questa discussione ha visto una netta spaccatura nel Consiglio fra Ken e Welcomunity che fino a quel momento, per oltre un anno, avevano cercato l’armonia e la condivisione. Si è creata un’atmosfera da crisi di governo generata dal vistoso innalzamento dei toni rispetto alla fase iniziale che si era svolta serenamente.

Quando il Presidente Meghnagi ha dichiarato di voler affidare di nuovo l’assessorato alla Scuola a Daniele Schwarz, tale proposta, giunta evidentemente inaspettata alla lista Ken, nonostante i tre mesi di riflessione in proposito, ha suscitato un moto di protesta da parte innanzi tutto di Daniele Cohen che ha definito “indegna e sconcertante per il metodo e la sostanza” la decisione di Meghnagi.

Tale presa di posizione e l’innalzamento dei toni sono stati recepiti dal presidente Meghnagi come una intollerabile offesa personale e un tentativo di ricatto da parte della lista Ken.

Ma a questo hanno replicato in diversi, come il consigliere Jesurum che ha ribadito che non può esserci ricatto “a posteriori”, la reazione di Daniele Cohen è stata una conseguenza diretta di una decisione non condivisa.

Divergenti le valutazioni dei consiglieri dei due partiti riguardo al lavoro svolto da Schwarz, a cominciare da Hazan che si è definito “dispiaciuto e sorpreso” dopo tre mesi in cui si è dedicato “al 120 percento alla scuola gestendo profili delicati come l’asilo nido, i pullman e altri settori logistici. Mi sento sconfitto” ha sottolineato Hazan e “non mi candiderò più per gestire questo settore”.

A seguire Daniele Cohen che ha definito “sconcertante” il rientro di Schwarz, che aveva fallito nel suo incarico.

Contrariamente  a loro, i membri di Welcomunity come Raffaele Turiel, Guido Osimo o Davide Nassimiha ne hanno difeso la progettualità e la visione manageriale e imprenditoriale. Scambi di frecciate, accuse di mancato raggiungimento degli obiettivi, da parte dei membri di Ken verso i loro avversari, hanno poi surriscaldato l’atmosfera. A tal punto che il presidente, che si è sentito offeso da quanto è stato detto durante la seduta, dall’assessore Gabbai e dal vicepresidente Cohen che faceva notare incongruenze fra l’accettazione delle dimissioni e il reintegro di Schwarz, se n’è andato dal Consiglio prima del tempo.

Da lì la seduta è continuata all’insegna della tensione, pur  ricordando i numerosi meriti del Presidente che ha saputo, come ha detto il segretario generale Sassun, “gestire questioni delicate e spinose in maniera notevole”. L’intento comune con cui si è conclusa la lunga serata è quello di restare uniti nella volontà di appianare qualsiasi “motivo ideologico o politico” come ha sottolineato Cohen e “bisogna attenersi alla logica del fare e vedere come andranno le cose”. Le discussioni sono state “congelate” in attesa della prossima seduta.

(Roberto Zadik)