di Redazione
Malgrado il budget 2025 sia in segno positivo… La gestione straordinaria ha un saldo in attivo, ma mancano soldi per pagare fornitori e servizi. Perché? Perché troppi iscritti non pagano rette e contributi (oltre 1 milione di euro). La crisi “di cassa” ha reso necessaria l’accensione di un mutuo ipotecario e la messa in vendita di beni immobili. La situazione va sanata subito
Provate a immaginare che non ci sia più la scuola di via Sally Mayer, che non possiate più accompagnare i vostri figli la mattina. Niente più luogo sicuro e protetto dove crescere i bambini, seguire le tradizioni e formare la propria identità ebraica o stringere le amicizie di una vita; niente più luogo dove si rispettano lo Shabbat e le feste senza dover portare la “giustificazione” e sentirsi “diversi”. Niente casa di riposo per la nonna anziana che alla Residenza Arzaga aveva ritrovato le amiche di un tempo e dove è curata nel corpo e nell’anima – cibo kasher, festività celebrate e rispettate, tempio per Shabbat -… Niente. Dovrete trasferirla alla Baggina. E se non esistesse più il Servizio Sociale? Finita l’assistenza alle famiglie in difficoltà, niente sostegno, e neppure la speranza di trovare lavoro grazie a JOB. E poi i servizi di culto, i Templi, bar mitzvà e bat mitzvà, i matrimoni. E i funerali. Stop. Tutto finito, luci spente sul futuro degli ebrei di Milano. Immaginate insomma che la Comunità fosse costretta a chiudere i battenti, dismettere propri servizi, che tutto il ciclo della vita fosse interrotto e anche il cimitero serrato, come è accaduto in tante piccole comunità ebraiche italiane scomparse, tombe abbandonate ai rovi e al vandalismo.
Scenario apocalittico? Forse ma non troppo. Dipende da noi. Da chi non paga le rette scolastiche, da chi non versa i contributi annuali, accampando scuse e cercando pretesti per non assolvere ad un obbligo morale di solidarietà. Tzedakà uguale Giustizia: dare secondo le proprie possibilità è un compito indifferibile per ogni ebreo, è scritto. L’alternativa è perdere tutto quello che la Comunità oggi fa per i propri iscritti, perché per adesso c’è ancora, almeno per ora… E ignorarne le necessità vitali, ignorarne le esigenze, significa assumersi la responsabilità di un futuro distopico, catastrofico, dove i battenti della Comunità si chiudono per sempre.
Vogliamo questo? Davvero siamo disposti a rinunciarci?
I dati emersi nell’assemblea
L’Assemblea degli iscritti alla Comunità ebraica di Milano si è tenuta, martedì 11 febbraio, con un ordine del giorno dettato dal Budget 2025 che, se vede un risultato positivo grazie alle poste straordinarie, è invece estremamente critica per la gestione corrente e lo stato della cassa. L’esposizione verso i fornitori tocca la cifra monstre di quasi 1.000.000 euro. A fronte di questo, c’è una cifra altrettanto alta di contributi e rette scuola non incassate per oltre 1.240.000 euro. È evidente a tutti che la situazione non è sostenibile.
Ai consiglieri e agli iscritti collegati via zoom, una ventina, è stato presentato il Budget 2025 e la situazione finanziaria che richiede l’accensione di un nuovo mutuo ipotecario e la dismissione di alcuni immobili.
Sara Modena, eletta presidente dell’assemblea, ha dato la parola all’assessore al Bilancio Massimiliano Tedeschi che ha confrontato i dati economici, dai quali si scopre che la situazione di cassa è la criticità maggiore. Il Segretario generale Alfonso Sassun ha illustrato le slide da cui risulta che c’è una ottima gestione straordinaria, con entrate per circa 1.900.000 euro, con un saldo positivo di 773.000 euro come risultato previsto di esercizio.
Ma il dato drammatico è quello della gestione ordinaria, con un deficit di 1.085.000 euro. Tutto questo per maggiori costi dovuti agli aumenti per l’adeguamento dei contratti di lavoro; maggiori spese alla Residenza Arzaga, dove si è dovuta affrontare una manutenzione straordinaria importante; gli aumenti Istat dei fornitori e della cooperativa che gestisce le OSS; per i medici, gli infermieri. Sono previsti 632.000 euro di costi in più.
Alfonso Sassun ha precisato che il Budget è stato stilato con criteri conservativi e di prudenza, fotografando la situazione attuale. E ha ricordato che la CEM ha un Bilancio certificato ogni anno dalla società Price Waterhouse Coopers.
“Al momento – ha sintetizzato Sassun – la gestione straordinaria vede quindi un + 1.858.000 euro, dovuto a plusvalenze per realizzo immobiliare e la chiusura della causa con l’ex moglie di Lainati, che ha conferito alla Comunità tre immobili a La Spezia, che saranno venduti. Anche un debito nei confronti dell’Inps è stato regolarizzato con il riconoscimento da parte dell’istituto di una posizione favorevole per la Comunità. Il totale delle entrate straordinarie quindi è 1.932.000 euro, meno 72.000 euro di imposte e spese notarili e legali; quindi un risultato positivo di gestione di 1.858.000”. Nel conto settore per settore, Alfonso Sassun ha proceduto a spiegare le varie voci, i settori che hanno delle passività e il motivo per cui hanno queste situazioni.
Il problema più grave è la difficoltà nella gestione ordinaria, che ha portato la Comunità a decidere di accendere un mutuo ipotecario, per pagare le spese correnti. Una situazione palesemente insana, che va corretta al più presto con il recupero dei crediti, quindi il saldo delle rette e dei contributi da parte degli iscritti morosi, Parliamo di oltre un milione di euro.
“Questo mutuo ipotecario – ha precisato il Segretario generale – sarà poi estinto senza spese nel momento in cui saranno vendute le proprietà immobiliari; è stato richiesto a Banca Intesa per 1.600.000 euro, da restituire in due anni al tasso del 4,43 % senza pre-ammortamento ed è ipotecario su tre immobili”.
Gli immobili, frutto di eredità, sono stati messi in vendita. Sono quattro, per i quali sono stati chieste tre perizie e fissato un prezzo minimo di vendita di 540.000 € per un immobile in via Keplero; 575.000 € per un immobile a Santa Margherita Ligure; 900.000 € per un immobile in via Cellini e 500.000 € per un immobile in via Campania.
L’assessore al Bilancio Massimiliano Tedeschi ha voluto ringraziare la responsabile amministrativa Silvia Scarantino, con i suoi collaboratori, e Alfonso Sassun per la preparazione del Budget 2025, realizzato con grandissimo impegno.
Sara Modena, in conclusione dell’esposizione del bilancio, ha chiesto la necessaria approvazione dell’Assemblea per le tre delibere (Budget 2025, dismissioni immobiliari e accensione del mutuo) e la votazione ha portato alla approvazione di tutte le delibere (con un solo astenuto per il mutuo ipotecario e la dismissione degli immobili).
Le domande degli iscritti
Da parte del pubblico collegato via zoom, circa 20 persone, sono state poste alcune domande. Bruno Piperno ha chiesto la percentuale degli ospiti della RSA tra iscritti alla CEM ed “esterni” e l’assessore Luciano Bassani ha risposto che al momento c’è circa il 60% di persone non della comunità e il 40% di iscritti. Yitzhak Dees ha chiesto il numero degli iscritti a scuola e alla comunità: Dalia Gubbai, assessore alla Scuola, dichiara che il trend è positivo per le iscrizioni 2025/2026, mentre Alfonso Sassun dichiara che ci sono attualmente poco più di 5.000 iscritti alla Comunità, in linea con gli anni precedenti.
Bruno Piperno ha chiesto poi se ci siano delle iniziative per sollecitare il pagamento di rette e contributi non incassati e Alfonso Sassun ha risposto che c’è un’attività di sollecito continua e diretta. Però c’è una notevole parte di questi contributi che sono un pregresso “storico” difficilmente esigibile per l’anzianità delle persone coinvolte e le condizioni economiche in cui versano; la comunità dovrà decidere se continuare a mettere in bilancio delle cifre che sono di fatto inesigibili. Mentre si sta facendo un’azione di recupero sulle rette scolastiche. La comunità non ha un ufficio “recupero crediti”, quindi è un lavoro che va fatto a livello di incontri diretti e personali. Milo Hasbani ha precisato che sono state attuate diverse iniziative per il recupero, come comunicati nelle sinagoghe, lettere e richieste di aiuto per progetti specifici, ma ha confermato che bisogna prendere una decisione per la messa o meno in bilancio di queste somme.
La responsabilità passa dunque nelle mani di chi sa di essere in debito. L’appello, vista la situazione, non può che essere deciso e pressante: saldate quanto dovuto, ne va del futuro della Comunità. E di ciascuno di noi.