di Redazione
Si è concluso con un nulla di fatto il Consiglio della Comunità del 12 luglio, quello che avrebbe dovuto sancire una volta per tutte la decadenza del Consiglio dopo le dimissioni della Lista Milano ebraica presentate il 10 maggio, o una nuova fase di lavoro condiviso, sulla base di un accordo raggiunto tra Walker Meghnagi e Milo Hasbani grazie alla indefessa, generosa e paziente mediazione della Presidente UCEI Noemi Di Segni e del Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib. Ma dopo tre ore di riunione, dalle 21 alle 24, di fronte a circa 70 persone collegate via Zoom, non c’è stata la fumata bianca.
Hanno confermato le dimissioni Daniele Misrachi, Timna Colombo, Pia Jarach e Rosanna Bauer, mentre Antonella Musatti ha deciso di sospenderle, in attesa di eventi, come hanno fatto Rony Hamaui, Roberto Jarach e Milo Hasbani. Ma quali eventi si attendono? Una ulteriore discussione su una bozza programmatica presentata da Roberto Jarach in apertura di Consiglio, alternativa all’accordo concordato con Noemi Di Segni. Si è deciso quindi di prendere 24 ore per valutare la possibilità di una sintesi tra le due bozze di accordo.
Ma in che cosa divergono le due proposte?
Il documento letto da Roberto Jarach, in sostanza, diverge dalla bozza “Di Segni” su un punto fondamentale: non deve essere la lista Beyahad a “concedere” assessorati, ma la Giunta va azzerata e ricomposta di comune accordo tra le due liste.
“Per poter affrontare – si legge nel documento – in modo positivo la grave situazione creatasi con le dimissioni riconfermate di sette consiglieri della lista Milano ebraica è indispensabile che vengano messe le basi per una reale collaborazione tra le due liste Beyahad e Milano Ebraica. Solo un governo di programma potrebbe consentire a qualcuno dei consiglieri di Milano ebraica di riconsiderare la propria posizione e ritirare le dimissioni evitando il ricorso a nuove elezioni. Ciò non si può ottenere attraverso concessioni o modifiche marginali della Giunta e degli incarichi ai consiglieri. Occorre partire da un azzeramento della Giunta e una riassegnazione degli incarichi secondo criteri di competenza; è inoltre indispensabile definire un tavolo di concertazione per un programma condiviso e ben delimitato nei tempi e negli obiettivi in grado di portare a termine il mandato consiliare. La ridefinizione delle cariche dovrebbe prevedere la figura del Presidente nella persona scelta dall’elettorato (Walker Meghnagi) e due posizioni di vicepresidenti, uno per lista, con la priorità al rappresentante della lista di Beyahad nella deprecata ipotesi di sostituzione del Presidente. Gli altri quattro posti di Giunta suddivisi due per lista. Ogni incarico di Giunta deve prevedere la nomina di un vice-assessore dell’altra lista rispetto a quello di appartenenza dello stesso. Le decisioni gestionali nel quotidiano spettano all’assessore con auspicabile condivisione col vice assessore mentre tutte le decisioni di carattere strategico e di investimento dovranno essere presentate in Giunta congiuntamente ed in versione condivisa da assessore e vice assessore. Il presidente mantiene la prerogativa di veto motivato sui progetti proposti e di determinazione delle priorità tra i progetti presentati per i diversi settori o nell’ambito di uno stesso settore. In Giunta dovranno sedere i consiglieri con responsabilità dei settori più importanti per la gestione della comunità (bilancio, scuola, RSA e servizi sociali, personale, tributi, politiche giovanili). In base ad eventuali accordi tra assessore e vice assessore, le aree di competenza ed azione potranno essere sdoppiate, sempre salvaguardando il principio della condivisione dei progetti di settore da sottoporre a delibera. La presenza in Consiglio e in Giunta del Rabbino capo rende non indispensabile la figura di un assessore al culto (…)”.
Il documento prosegue indicando che altre funzioni potranno essere assegnate ad altri consiglieri fuori Giunta con decisioni condivise in Consiglio dai rappresentanti delle due liste, con particolare attenzione alle aree Culto, Cultura e Comunicazione. Inoltre “Il presidente si deve impegnare a sottoporre alla valutazione del Consiglio eventuali progetti di investimenti già allo studio; i progetti più impegnativi per la comunità dovranno ottenere l’assenso preventivo almeno del 60% dei consiglieri. Dovrà entrare nel programma l’elaborazione del nuovo Regolamento elettorale da parte di un’apposita commissione da sottoporre ad approvazione del Consiglio, nella versione finale, entro marzo 2023″.
Secondo Roberto Jarach, questo documento dovrebbe superare le discussioni “perché riteniamo che la condivisione del principio di collaborazione e di assoluta condivisione della gestione debba prevalere su tutti gli altri aspetti. Non possiamo partire se non dall’azzeramento di tutti gli incarichi attuali. Non sono condizioni imposte ma sono un ragionamento di quello che riteniamo essere indispensabile per partire col piede giusto, ma soprattutto per dare a qualcuno dei membri del Consiglio, oggi dimissionari, la possibilità di riprendere in considerazione la prosecuzione del rapporto con la comunità nel Consiglio”.
Alla lettura di questo documento ha replicato il Presidente Meghnagi: “Martedì scorso si è svolto un Consiglio a porte chiuse, non il primo che si riproponeva per volontà di entrambe le liste di porre fine alla crisi di giunta nata un paio di mesi fa. In questi 2 mesi abbiamo lavorato assieme per arrivare a condividere intenti e responsabilità svincolati dai rispettivi schieramenti, personalismi e inutili e dannose dietrologie.
Grazie anche all’importante contributo dato dalla mediazione spassionata, imparziale e sentita della Presidente UCEI Noemi Di Segni e del nostro Rabbino capo Rav Alfonso Arbib le due liste si sono allineate su questioni fondamentali consce dell’importanza di dover lavorare assieme per il bene della nostra Comunità e con la consapevolezza di dover convergere su proposte e progetti da affrontare per arrivare a decisioni altrettanto condivise. Da qui la proposta concordata ed accettata da ambo le parti, a cui la mediazione di Noemi Di Segni ha contribuito significativamente e a cui ha anche fatto riferimento nel suo intervento d’apertura all’ultimo Consiglio di: far aderire all’ufficio di presidenza il consigliere capolista di ME Milo Hasbani con piena partecipazione e coinvolgimento alle decisioni del Presidente e con deleghe alla sicurezza e alle emergenze, di offrire alla lista ME le deleghe gli assessorati, in Giunta, al Bilancio e ai Servizi Sociali, una delega alla Memoria, una loro partecipazione alla commissione per la Casa di Riposo e l’offerta di un loro affiancamento al mio portavoce. In ultimo, ma non d’importanza, si è condiviso anche il senso di responsabilità circa la necessità di modificare l’attuale legge elettorale causa delle fragilità e difficoltà delle ultime giunte così da arrivare alle prossime elezioni con una nuova legge elettorale migliore e più efficace. Al termine del Consiglio di settimana scorsa sono rimasto a disposizione di tutta la lista ME in caso ci fossero stati da parte loro dubbi, incertezze o proposte alternative così da fare di tutto per appianare eventuali ulteriori difficoltà in modo da arrivare al Consiglio di stasera con una proposta, qualsiasi questa potesse essere, definitiva, ma condivisa da ambo le parti.
È per questo che, con grande senso di sacrificio da parte dei miei compagni di lista che mi hanno seguito fino alla fine, un paio di giorni fa ho fatto un’ulteriore proposta migliorativa a Milo, offrendo 3 posti in Giunta oltre alle deleghe già offerte la settimana prima. Avrei potuto fermarmi alla proposta autorevole del Presidente UCEI, ma le sfide che ci attendono sono troppe e siamo chiamati a dar un segno di responsabilità.
Non ho ancora ricevuto alcuna risposta ed ora è arrivato il momento di dover decidere. Se sarà un SI’, da domani si ricomincia a lavorare insieme, se sarà un NO, ne prendo atto e si proceda come previsto da Statuto e regolamento fissando a breve un altro Consiglio per deliberare data e dettagli delle prossime elezioni”.
A questo punto si è aperta una discussione in cui sono intervenuti più volte Milo Hasbani, Ilan Boni, Rony Hamaui, Timna Colombo, Rosanna Bauer, Pia Jarach, Daniele Misrachi, Antonella Musatti, Davide Nassimiha, portando motivazioni per l’una e l’altra scelta. Tutti concordi solo su un punto: la Comunità sta attraversando un periodo durissimo, e si annunciano tempi peggiori, in cui sarebbe più che mai necessaria la condivisione di azioni concrete.
Tra poche ore lo scenario si chiarirà: decadenza del Consiglio e nuove elezioni a novembre o ricostituzione di una Giunta e un Consiglio con quattro new enter al posto dei dimissionari confermati.