di Ilaria Myr
In un’atmosfera nervosa e di attesa si è svolto giovedì 18 marzo il Consiglio straordinario della Comunità ebraica di Milano, pochi giorni dopo l’annuncio delle dimissioni dei consiglieri della lista Wellcommunity (QUI la lettera con le motivazioni delle dimissioni). Ed è su questo tema che si è concentrata – a parte qualche breve delibera tecnica – la riunione, seguita da un folto pubblico di iscritti.
Il presidente Milo Hasbani ha esordito esprimendo gratitudine a Rav Arbib per avere convocato la stessa mattina una commissione per cercare di ricucire la tensione, senza però arrivare al raggiungimento di un accordo. “A me dispiace molto dovere interrompere questo Consiglio, dopo due anni, in un momento molto difficile, in cui tutto il consiglio ha lavorato molto bene con grandi risultati – ha spiegato -. Mi dispiace soprattutto farlo a causa di un ricatto irresponsabile che abbiamo già subito una volta e che ci ritroviamo oggi ad affrontare di nuovo per problemi politici. Non mi piace andare a casa in questo modo: il regolamento, approvato da tutti, viene usato per interrompere un lavoro che si poteva continuare a fare in un momento difficile”.
Dopo avere affrontato i primi punti nell’ordine del giorno – l’approvazione del verbale del 12 gennaio, l’accettazione di 3 appartamenti lasciati alla CEM in eredità e le dimissioni di Elia Golran (Wellcommunity) a cui subentra Andrea Alcalay – si è tornati a parlare della questione chiave delle dimissioni.
Il segretario generale Alfonso Sassun ha spiegato che, per Statuto, se le dimissioni non rientrano, l’intero Consiglio decade e l’ordinaria amministrazione passa alla Giunta: ciò significa che gli assessorati proseguono nel loro lavoro.
“Data l’impossibilità di creare assembramenti, tenderemmo a fare le elezioni comunitarie in concomitanza con quelle dell’Ucei, che dovrebbero tenersi a ottobre, dopo i moadìm” – ha spiegato Sassun.
Per quanto riguarda una possibile riforma del regolamento elettorale, sollevata dall’assessore al Bilancio e ai Contributi Rony Hamaui (Milano Ebraica), Sassun ha spiegato che “è necessario l’accordo dei 2/3 del Consiglio e la formula elettorale proposta deve essere poi approvata dall’Ucei”. Quindi è praticamente impossibile farlo per le prossime elezioni.
Un altro punto delicato, su cui le liste avevano già discusso, era la possibilità di fare un Bando per rinnovare la dirigenza scolastica proposta da alcuni consiglieri di Milano Ebraica, per dare una continuità alla Scuola, ma contrastata da Wellcommunity che vorrebbe prorogare il contratto all’attuale dirigenza (vedi anche la risposta di Milano Ebraica alle dimissioni di Wellcommunity).
“Una volta decaduto il Consiglio, l’unica cosa che si può fare in base alla normativa è di garantire alla Scuola una continuità, con una prorogatio dell’attuale dirigenza, che spetta alla Giunta ottenere, per il tempo necessario a emanare un Bando regolare da parte del nuovo Consiglio” ha continuato il segretario generale Sassun.
Rav Alfonso Arbib ha poi lanciato un accorato appello alle parti per trovare una soluzione per il bene della comunità. “Questi mesi saranno importanti, si dovranno prendere decisioni per la comunità in un momento difficile – ha spiegato -. Chiedo a tutti di fare uno sforzo per recuperare un modus vivendi per il bene della comunità. La tensione deve essere superata perché la comunità ne ha bisogno. Per favore, fate passare qualche giorno e lavorate in questi mesi per fare il meglio possibile per la comunità”.
Dal canto suo, durante la serata Wellcommunity ha motivato la propria decisione di rassegnare le dimissioni con una mancata condivisione, da parte di Milano Ebraica, di scelte importanti per la vita comunitaria, evidente anche nella sporadica convocazione della Giunta (l’ultima a dicembre 2020).
Il Consiglio ha dunque ratificato le dimissioni dei consiglieri di Wellcommunity. Inoltre, è stato deciso che si lavorerà per una riforma della legge elettorale.
Nello stesso clima di tensione e recriminazioni si è chiusa l’ultima riunione di questo Consiglio della comunità.