di Ester Moscati
Un Centro culturale, un museo ebraico aperto al pubblico, che interesserà tutto il complesso di via Guastalla, dal Tempio Centrale, alla palazzina degli uffici, dalla Sala Jarach all’oratorio Sefardita-orientale: un percorso multimediale per raccontare l’ebraismo e gli ebrei
«L’idea parte da lontano: da diversi anni si parlava di creare un Museo dell’Ebraismo in via Guastalla. Ma nel 2023, grazie a Walker Meghnagi, si è concretizzato un contatto con l’allora ministro della Cultura Sangiuliano, che ha portato a un importante stanziamento di fondi e a un progetto, gestito e finanziato direttamente dallo Stato. E ora, anche se molte cose sono cambiate al Ministero, il progetto sta decollando. Due decreti sono già stati firmati e i fondi confermati». Così racconta Silvio Tedeschi, Consigliere della Comunità con delega ai rapporti istituzionali e l’incarico di seguire, insieme al Segretario generale Alfonso Sassun, questa prima fase del progetto museale.
Ma facciamo un passo indietro: all’inizio del 2023, il Ministro Sangiuliano ha ricevuto una delegazione composta da Walker Meghnagi, Roberto Jarach, Milo Hasbani, Silvio Tedeschi e Ilan Boni. Il Ministero della Cultura si è detto disponibile ad erogare 6 milioni di euro, divisi in due tranche, per la creazione di un Centro culturale ebraico a Milano, composto da un Museo multimediale e una parte più tradizionale: spazi per una esposizione permanente di Judaica e per mostre itineranti. Il consigliere Davide Blei, presidente di Aimig (Amici italiani del Museo d’Israele di Gerusalemme) ha i giusti contatti per arricchire il Museo di contenuti. Il relativo decreto è stato approvato e un progetto ambizioso è ora allo studio per la ristrutturazione degli spazi in via Guastalla.
«Milano è una comunità non certo antica come Roma, abbiamo 150 anni di storia e non 2000, ma abbiamo qualcosa da dire. Già oggi la Sinagoga di via Guastalla accoglie e racconta chi sono gli ebrei a circa 40 mila persone all’anno: con il Museo, l’obiettivo è quello di farci conoscere da 150 mila persone, forse di più.
Un traguardo importante – spiega Tedeschi – che si potrà realizzare in due o tre anni».
Il primo anno, da oggi al settembre 2025, sarà dedicato agli adempimenti burocratici, la richiesta dei permessi necessari agli adeguamenti strutturali del complesso di via Guastalla, alla predisposizione di un bando per la realizzazione dei lavori».
Le due fasi del progetto
La prima parte del progetto, per la quale sono stati stanziati 3 milioni di euro, riguarda l’area del Tempio Centrale (che non verrà toccato, ma nel quale saranno solo installati nuovi impianti di riscaldamento/condizionamento e illuminazione green) e soprattutto l’area sottostante. Tutta la Sala Jarach e gli spazi attigui saranno ripensati, con la ristrutturazione anche del Tempio Sefardita-orientale. Per la realizzazione del Museo, con un percorso multimediale, caffetteria e bookshop saranno modificati e integrati i diversi spazi inutilizzati della struttura. «Sarà un percorso modulare, con pannelli digitali mobili, in modo che quando la Sala Jarach sarà adibita a incontri e conferenze, i pannelli potranno essere spostati lungo le pareti per lasciare spazio al pubblico, altrimenti saranno posizionati nel modo più adatto ai contenuti multimediali che presenteranno. Le proiezioni avverranno dal soffitto, in modo da non avere nella sala l’ingombro delle strutture tecniche. Anche il Tempio Sefardita sarà ristrutturato, nell’impiantistica e nell’arredamento, e integrato nel percorso museale», racconta ancora Tedeschi.
Anche il corridoio d’accesso, attrezzato con pannelli digitali, il totem di accoglienza all’ingresso e il cortile saranno integrati, in modo da accogliere al meglio i visitatori.
La seconda fase del progetto riguarda la palazzina degli uffici. Tutto dovrà essere adeguato alle normative di sicurezza e risparmio energetico, richiedendo una ristrutturazione generale per creare gli spazi museali e integrarli con quelli dell’Ufficio rabbinico. Anche per questa fase è stato emesso il decreto di stanziamento di 3 milioni di euro, che saranno erogati direttamente dal Ministero a chi, tramite bando pubblico, si assicurerà l’esecuzione del lavoro. La decisione finale spetta al Ministero.
«Alla fine di questo primo anno di iter burocratico e di preparazione dei capitolati per le gare d’appalto – dice Silvio Tedeschi – si provvederà alla fase di progettazione del ‘contenuto’ culturale. Sarà scelto un Comitato scientifico, mentre siamo già al lavoro per la creazione della Fondazione per il Museo».
Il Museo dovrà essere, come il MEIS di Ferrara, inserito nel circuito dei Musei Nazionali d’Italia. «Questo è un progetto a lungo termine – conclude Tedeschi – e quindi la Fondazione non sarà emanazione di questo Consiglio, ma coinvolgerà soggetti indipendenti e qualificati e gli amministratori futuri della Comunità».