Taglio dei costi, mutui, chiusura delle pendenze, l’affare Lainati… facciamo il punto con i copresidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani. Aspettando l’assemblea
C’è gente che manda i propri figli a scuola da quattro anni e non ha mai pagato una sola volta la retta. C’è chi ha avuto genitori o nonni per anni in RSA, la Casa di Riposo, e non ha mai saldato il suo debito neppure con un euro. C’è chi ha il fuoristrada e la villa al mare o in montagna ma che “soffre” indicibilmente alla sola idea di mettere mano al portafogli se si tratta di onorare il contributo comunitario che risulta non pagato da tre anni.
Persone che dicono di far parte di questa Comunità, che hanno usufruito di tutti i suoi servizi – Tempio, scuola, cimitero, kashrut, RSA… -, ma che, di fatto, si defilano quando si tratta di far fronte all’impegno preso.
«Anche il Rabbino capo, Alfonso Arbib, ha lanciato un appello accorato per scuotere le coscienze su questo tema, ciò significa che la situazione è davvero grave e urgente». Con queste sentite parole si esprimono i Copresidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani alla vigilia dell’importante Assemblea degli iscritti prevista per fine settembre. Un’Assemblea molto attesa, che darà conto del lavoro fatto dal Consiglio negli ultimi mesi. «Vogliamo raccontare i risultati ottenuti ad oggi. Fatti, non parole. Innanzitutto va detto che i nostri sforzi si sono concentrati su due fronti: il risanamento economico e il risanamento finanziario. Sul fronte economico abbiamo agito tagliando i costi, esternalizzando i servizi (ad esempio la mensa della scuola), incrementando le entrate per arrivare nel breve e medio termine a un pareggio economico», spiegano i Copresidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani.
«Ma entriamo nel merito. I risultati più importanti li abbiamo oggi ottenuti sul fronte dei mutui (eliminando l’esposizione dei pregressi conti correnti bancari), e con la chiusura delle pendenze con INPS e INPDAP», spiegano Besso e Hasbani. «L’accensione di due nuovi mutui ci ha consentito di coprire il debito acceso in passato con ben otto banche; quello con gli Enti previdenziali; e infine, quello con i numerosi creditori verso i quali eravamo esposti con 8 milioni e mezzo di euro. Un enorme risultato, questo, che vogliamo portare in Assemblea, un immenso sforzo, un impegno che il Consiglio intero ha sottoscritto.
Tutti consapevoli del fatto che l’aver acceso questi due mutui ci costa 90 mila euro al mese (che rappresenta quota capitale più interessi): questo è quanto dovremo pagare, per 15 anni, a fronte dei due prestiti ottenuti. Ma attenzione: una cifra che sarebbe stata più del doppio se avessimo mantenuto il vecchio status quo, con le otto banche verso cui eravamo debitori e con tassi d’interesse molto alti.
La scelta che è stata fatta da questo Consiglio è stata quella di ricominciare ex novo con questi due mutui al 2 per cento contro i ben più salati tassi d’interesse dei vecchi mutui che andavano dal 5,5 all’8 per cento». Un’altra buona notizia riguarda l’affare Lainati e il rientro delle cifre sottratte dall’ex direttore amministrativo. «Ad oggi, siamo riusciti a recuperare due milioni e mezzo circa di euro e stiamo procedendo giudizialmente contro i beni intestati alla moglie. Inoltre, sull’intera questione, va detto che una delle prime azioni forti è stata quella di bloccare i costi e le spese legali dovute all’esercito di avvocati ingaggiati per gestire l’affare Lainati: con questa misura abbiamo avuto un risparmio di circa 250 mila euro. Fondamentalmente, la decisione di revocare il mandato al precedente pool di legali è scaurita da un cambiamento di strategia remunerativa: oggi, gli avvocati coinvolti lavorano sul risultato ottenuto, secondo il criterio del success fee (se hai successo vieni pagato, viceversa no). Questi diversi piani di risanamento quindi – oltre a tutto ciò che è stato fatto finora-, ci dovrebbero aiutare a raggiungere il tanto sospirato pareggio. Tuttavia, lo ripetiamo, per arrivare a risultati stabili, è necessario che ciascun iscritto insolvente faccia il proprio dovere, si metta una mano sulla coscienza e saldi il proprio debito verso la sua Comunità». (F. D.)