I seicento partecipanti alla conferenza mondiale del KKL-JNF hanno celebrato il 60mo Yom Ha’azmaut di Israele in una cerimonia speciale a Tel-Aviv. Dodici persone sono state onorate con un invito ad accendere dodici torce, per le dodici tribù d’Israele, come la cerimonia ufficiale dello stato d’Israele. Tutti coloro che hanno acceso le torce hanno dato durante gli anni un contribuito unico al KKL-JNF, a Israele e al popolo ebraico.
La seconda torcia è stata accesa dal cavalier Mario Martella, giusto fra le nazioni, che durante la seconda guerra mondiale ha prestato soccorso ad ebrei perseguitati, a rischio della sua sicurezza.
Nel 1938, quando furono promulgate le leggi razziali, la famiglia Sabbadini, ebrei di Roma, fu costretta a chiudere o vendere il suo stablimento di tipografia. Mario Martella, la cui famiglia aveva stretti raporti di amicizia e di lavoro con i Sabbadini, comprò l’azienda, intestandola al suo nome, e continuò lattività. Dopo la guerra, Martella restituì l’azienda alla famiglia Sabbadini.
Ma non solo: al momento della retata nel Ghetto di Roma, Riccardo, il padre di Mario, aveva avvertito i Sabbadini, esortandoli a fuggire. Due anziani della famiglia non potevano scappare, e Mario Martella gli nascose in una casolare di sua proprietà nella campagna vicino a Roma. Grazie a Mario Matella, tutta la famiglia Sabbadini si salvò.