di Ester Moscati
Sull’onda del successo televisivo della miniserie Netflix La Regina degli scacchi, si è costituito il Circolo Scacchistico Mikhail Tal, aperto agli iscritti di tutte le comunità ebraiche italiane. Obiettivo? Creare una squadra forte e vincente. Il club è dedicato al Gran Maestro dell’Attacco, il lettone Mikhail Tal
Elisabeth Harmon, la geniale e stilosissma Regina degli scacchi della fortunata serie Netflix, adorata dai fan e apprezzata dagli esperti, ha incendiato l’interesse per il “nobil giuoco” in tutto il mondo. Le vendite di scacchiere e pezzi sono aumentate, grazie alla serie televisiva, dell’87% negli Stati Uniti – monitorati dall’istituto di ricerca NPD Group – e l’acquisto di libri su strategie e biografie dei grandi maestri addirittura del 603%.
Un successo che non poteva non avere ricadute anche nell’ambiente ebraico, che vanta una serie impressionante di grandi maestri e appassionati di scacchi, dalla Russia e tutti i Paesi dell’Est, a Israele, agli Stati Uniti. Basti pensare che la “vera” Regina di scacchi è Judith Polgar, l’ebrea ungherese, Gran Maestro a 15 anni, che nella sua carriera ha raggiunto l’8° posto assoluto al mondo (nel 2005) e vanta vittorie anche contro il grande Garry Kasparov e l’attuale detentore del titolo mondiale Magnus Carlsen. E c’è anche la straordinaria Jennifer Shahade, americana di madre ebrea, dalla chioma non meno fiammeggiante di quella di Beth (l’attrice Anya Taylor-Joy). Due volte campionessa di scacchi femminile degli Stati Uniti, la Woman Grandmaster è iconica quanto Bobby Fischer, Anatoly Karpov e Garry Kasparov. Come la Harmon della serie, anche Jennifer ha iniziato a giocare a scacchi fin da piccola, incoraggiata dalla sua famiglia. Suo padre Mike è un Maestro FIDE (Fédération Internationale des Échecs) e quattro volte campione statale; le ha insegnato a giocare a cinque anni. Anche suo fratello Greg è un maestro internazionale.
Il Circolo Mikhail Tal
Sulla scia del grande successo televisivo della serie diretta da Scott Frank, è stato creato il Circolo Scacchistico Ebraico Mikhail Tal (CSEMT) che raduna gli appassionati delle diverse comunità italiane. Il lancio è avvenuto in una riunione on line con amici juniores e seniores di tutta Italia.
«La prima decisione presa in comune – racconta il coordinatore del Circolo Daniel Fishman – è stata quella di intitolare il proprio sodalizio al (fu) grande campione del mondo ebreo lettone Mikhail Tal, ‘The Master Attacker’, giocatore famoso per il suo gioco istrionico e, appunto sempre all’attacco».
Fishman è coadiuvato dalla direzione tecnica di Mario Manasse (Maestro Internazionale FIDE) e da Deborah Segre che si occuperà delle attività per le scuole ebraiche e per gli juniores. «Tra gli iscritti al gruppo si segnalano in particolare alcune giovani promesse delle comunità di Roma, Milano e Torino, mentre diverse adesioni sono già arrivate da Firenze, Trieste, Genova, Modena e da altre kehilloth».
«Una decina di aderenti al Circolo – continua Fishman – ha partecipato a un recente torneo del Maccabi Europa, con 150 partecipanti di 36 diversi Paesi, di tutte le età; dai soli 6 anni del giovane fenomeno ungherese Peceli fino ai 75 anni. Il torneo è stato vinto dall’olandese David Klein mentre il miglior piazzamento italiano è stato quello di Beniamino Brociner, ex allievo della Scuola ebraica di Milano, ottavo classificato. È stata nel frattempo creata una piattaforma on line che permetterà a tutti gli iscritti di svolgere le partite tra correligionari di diverse città. Sono in programmazione corsi, seminari e tornei per tutti i livelli, anche grazie al contributo tecnico che è già stato garantito da parte di alcuni dei migliori giocatori italiani e dalla stretta collaborazione con la Federazione Scacchistica Italiana». «Come responsabile della comunicazione della Federazione – aggiunge Adolivio Capece – dopo la serie La Regina degli Scacchi sono subissato di richieste, interviste, nuovi adepti che si avvicinano al gioco. Un successo uguale e forse superiore ai momenti del celebre scontro Fisher -Spassky del 1972».
Scacchi e politica sul campo
Gli scacchi sono un gioco di strategia e intelligenza millenario e non è raro che abbia avuto, nel corso della storia, un ruolo nella politica e negli affari. Il “Padre fondatore degli Stati Uniti”, Benjamin Franklin scrisse addirittura un saggio sugli scacchi (Morals of Chess, 1786). Recentissima è la notizia del primo torneo tra Israele e lo Stato asiatico del Bhutan, inaugurato a gennaio 2021 dopo solo sei settimane dalla formale apertura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. «Gli scacchi – ha detto Boris Gelfand, israeliano di origine russa che ha guidato il torneo tra Israele e Bhutan – sono un formidabile strumento di comunicazione tra i popoli». Il torneo online è stato organizzato dal club israeliano Chess4All come parte dell’iniziativa Chess4Solidarity. Anche con il Marocco è stato organizzato, dopo l’apertura diplomatica del dicembre 2020, un analogo torneo. Problemi politici in patria, invece, per l’iraniana Dorsa Derakshani, espulsa dalla sua federazione per aver partecipato a un torneo senza indossare il velo, mentre suo fratello è stato punito per aver accettato di affrontare un giocatore israeliano.
La Scuola ebraica dà scacco matto
«Nel 1971 e nel 1972 la scuola ebraica vinse per due anni consecutivi il campionato regionale scacchistico, sbaragliando tutti, piazzando anche più squadre nei primi posti – racconta Daniel Fishman – e battendo in finale gli allievi del gesuita Leone XIII 4-0! Ero tra i quattro della squadra vincente. In particolare, il 1972 fu un anno memorabile. Con Raffaele Jerusalmi, Guido Osimo e Daniele Nahmad (foto a lato), tutti allora dodicenni, vincemmo i primi due campionati scacchistici a squadre milanesi e lombardi nei quali la Da Fano trionfò battendo più di 300 squadre avversarie. Turno dopo turno eliminammo tutte le scuole. In finale ci trovammo di fronte quelli del Leone XIII. Il loro capitano non giocatore era un prete, che era anche il Preside. In quella occasione venne anche il nostro Preside. Ma qui devo fare un passo indietro. Siamo negli anni immediatamente successivi alla contestazione del ’68 e David Schaumann all’epoca era piuttosto timoroso rispetto a qualsiasi partecipazione dei suoi studenti a manifestazioni pubbliche. Per questa ragione all’inizio vietò l’iscrizione della scuola al torneo ma dopo le nostre insistenze accettò che partecipassimo. “Ad una sola condizione – ci disse – dovete vincere!”. E così facemmo. In finale fu un secco 4-0 rifilato alla scuola dei gesuiti che significò per noi un viaggio premio a New York per sfidare il prestigioso Marshall Chess Club.
L’anno dopo la storia si ripetè. Stavolta però la Da Fano rivinse la finalissima ma piazzando anche una squadra all’ottavo posto e una al dodicesimo (su 300 squadre). Il sindaco Aldo Aniasi consegnò il trofeo del primo premio a Rav Schaumann (nel frattempo avevamo scoperto che anche lui era un appassionato giocatore di scacchi) alla presenza del console sovietico, dato che il primo premio era un viaggio in URSS. Il successo era fortemente simbolico. Eravamo nel pieno della battaglia a favore dei refusnik, gli ebrei sovietici che volevano andare in Israele e che si vedevano rifiutato il visto. Nei bagni degli alberghi dove alloggiavamo a Mosca e Leningrado (ora San Pietroburgo) ne incontrammo alcuni per scambiare la valuta che a loro serviva per emigrare. Il ricordo scacchistico è invece quello di una sfida al Salone dei Sindacati, una sede austera dove fummo sonoramente legnati dai sovietici».
Proprio sulla scuola e sugli juniores si concentrerà ora l’attenzione di Deborah Segre, responsabile del settore giovanile che si avvarrà della competenza del Direttore Tecnico del Circolo, il maestro internazionale Mario Manasse.
Info e adesioni al Circolo Mikhail Tal:
Daniel Fishman 335 6464972
csemikhailtal@gmail.com