di Ilaria Myr
Cambio al vertice della sezione femminile del Keren Hayesod. Non cambia l’impegno sui progetti in corso: Net@, Aleh, Lone Soldiers, A Profession for Life, Youth Futures e molti altri
«Ho avuto il privilegio e l’onore di rappresentare la Women’s Division del Keren Hayesod per sei anni interi. Con il 70° compleanno di Israele nel 2018 e il 100° anniversario del Keren Hayesod all’orizzonte, lascio la presidenza della Women’s Division nelle capaci mani di Ariella Telio Bueno alla quale auguro ogni successo, con la fiducia che assieme a ognuna di voi otterremo ancora ottimi risultati». Con queste parole Francesca Modiano Hasbani, per sei anni presidente della Women’s Division del Keren Hayesod Italia, aveva annunciato la propria uscita dall’associazione nel gennaio di quest’anno, lasciando il testimone a una collega del comitato, oltre che un’amica, che per sei anni ha condiviso con lei l’impegno nell’associazione a favore di Israele.
Un periodo molto intenso, che ha visto la Women’s Division Italia crescere notevolmente e coinvolgere un numero sempre più alto di donne di tutte le età. «In questi sei anni siamo riuscite a formare un comitato variegato ed eterogeneo che funziona, che conta oggi 13 persone di età, provenienza e background diversi – spiega soddisfatta Francesca Modiano -. Un bel risultato se si pensa che quando siamo partite, nel 2012, eravamo solo 4! Siamo riuscite ad attirare nuove leve, che lavorano alacremente accanto alle nostre storiche sostenitrici, il cui impegno è sempre fondamentale. Abbiamo anche aperto una pagina Facebook della Women’s Division, che ha oggi 570 follower, che seguono con interesse le nostre attività. Infine, abbiamo introdotto cinque anni fa il viaggio al femminile in Israele, che quest’anno giunge alla sua quinta edizione con un record di partecipanti».
Sotto la presidenza di Francesca Modiano, la WD ha sostenuto diversi progetti, grazie a un’incessante raccolta fondi che, dal primo anno a oggi, è di fatto raddoppiata. In particolare, in questo periodo, hanno beneficiato dell’aiuto 40 soldati senza famiglia del progetto “Lone Soldiers”, 126 bambini partecipanti a “Youth Futures”, 22 donne all’interno del progetto “A Profession For Life”, 19 dottoresse nel progetto “Massà”, e ben 86 ragazzi hanno fatto Barmizwa al Kotel grazie al nostro progetto “Do A Mizwa Give A Mizwa”.
Un bilancio più che positivo, dunque, che porta molte persone a chiedere a Francesca perché abbia deciso di lasciare la presidenza. «Trovo giusto che ci sia un cambio di responsabile e che altre donne che hanno partecipato attivamente al comitato possano crescere – spiega senza esitazioni -. È importante che ci sia nuova energia e un nuovo e diverso modo di fare. Sono sicura che Ariella sia la persona giusta per continuare a fare crescere ulteriormente l’associazione».
L’attività della WD è dunque ripartita a gennaio sotto la guida di Ariella Telio Bueno. «Quando Francesca mi ha proposto la presidenza ho accettato con entusiasmo – spiega a Bollettino-Bet Magazine -. Da sempre, infatti, sono vicina al Keren Hayesod e per sei anni ho fatto parte del comitato con passione e voglia di fare. L’esperienza più forte è senz’altro il viaggio in Israele, un appuntamento immancabile, dove vieni a contatto con la vera realtà di Israele e tocchi con mano i risultati del tuo impegno». Fra gli obiettivi della neo-presidentessa c’è la volontà di coinvolgere un sempre maggior numero di giovani donne, che possano partecipare attivamente dando il proprio contributo alle diverse attività che il comitato ha messo in campo e che intende organizzare nel futuro. A fine marzo, ad esempio è uscito il libro di ricette scritto da molte donne della comunità ebraica milanese di tutte le origini e provenienze, il cui ricavato va a sostenere il progetto Net@, che fornisce una cultura informatica ai ragazzi disagiati delle periferie di Israele, dando loro l’opportunità di acquisire competenze tecnologiche avanzate che li renderanno in grado di occupare posizioni interessanti nel mondo high-tech. La WD di Milano, poi, continuerà a sostenere Aleh, una struttura che accoglie i bambini affetti da gravi disabilità, dando un supporto fondamentale a loro e alle loro famiglie. «Sono tutti progetti che aiutano enormemente la società israeliana e che hanno un grande bisogno del nostro appoggio – spiega Ariella -. Tutti abbiamo un senso di responsabilità nei confronti di Israele, che è anche casa nostra. Non dimentichiamolo mai».