di Ester Moscati
Rinnovato il consiglio del Bené Berith Milano. Gli obiettivi: beneficenza, lotta all’odio e al razzismo in Europa.
Trasmettere ai giovani i valori del dialogo e della solidarietà
«Far crescere la nostra associazione in tutti i sensi sarà il nostro impegno continuo». Parola di Joe Abeni, nuovo presidente del Bené Berith milanese.
Ci racconti di lei, le sue origini e il suo impegno in questa istituzione ebraica.
Sono nato e cresciuto a Istanbul, ho vissuto a Yerushalayim per due anni dopo la guerra dei Sei Giorni. A Istanbul ho conosciuto mia moglie, che però abitava già a Milano. Ci siamo sposati nel 1980 e abbiamo deciso di vivere Milano, abbiamo una figlia e un figlio meravigliosi. Sono diventato membro del Bené Berith nel 1996 e ho avuto la fortuna di essere accolto subito in modo caloroso, come un fratello. Ho subito assunto compiti importanti, ho fatto parte di quattro consigli, con il compito di tesoriere. Nell’ultimo consiglio ero il vice presidente. Vorrei spendere qualche parola sul Bené Berith perché sono orgoglioso di far parte di questa organizzazione. È la più antica e prestigiosa associazione ebraica del mondo. In ottobre è stato celebrato il 175° anno dalla fondazione della prima loggia a New York. Lo scopo era di accogliere, aiutare e dare un supporto morale e materiale a emigranti e rifugiati ebrei che provenivano dall’Europa. Oggi il BB continua a soccorrere le vittime di persecuzioni, a esercitare la beneficenza, assistere gli ammalati e i bisognosi, promuovere le arti e le scienze, sostenere lo Stato d’Israele ed elevare spiritualmente e moralmente i suoi membri, rafforzando tra loro la concordia e l’amicizia.
Quali sono le iniziative sulle quali il nuovo Consiglio del BB Milano si impegnerà nei prossimi mesi?
Quest’anno riprenderà sotto una nuova veste il programma Mi yad le yad (di mano in mano). Si tratta di un aiuto per acquistare beni Kasher nei negozi dedicati. Sono buoni da 25,00 euro che vengono erogati tramite il Servizio Sociale della Comunità, con cui abbiamo uno stretto legame di collaborazione. La novità di questa edizione è la formula di raccolta. Abbiamo deciso di sensibilizzare e coinvolgere i nuovi Bar e Bat Mizvà di tutte le Edot. La Zedakà è uno dei pilastri dell’ebraismo ed è un dovere che tutti devono assolvere. Ci sono regole precise, complesse, precedenze, livelli e limiti. Noi ci focalizziamo sul far mettere in pratica ai giovani i rudimenti della Zedakà. Chiederemo a tutti i nuovi Bar e Bat Mizvà di acquistare un buono da 25,00 euro, uno solo. Lo scopo è avvicinare i giovani a questa pratica con una azione concreta. È una cifra ragionevole che non crea troppe difficoltà ai donatori. Confidiamo nella partecipazione di tutti. Ci occuperemo poi di temi attuali che riguardano il mondo ebraico e Israele. Cercheremo di contribuire a risolvere le problematiche comunitarie assumendo il nostro abituale ruolo di mediazione, come abbiamo fatto in diverse occasioni con lo spirito di fratellanza che ci distingue.
La nostra associazione negli ultimi 18 mesi è cresciuta notevolmente nel numero dei suoi membri, con l’ingresso di nuovi aderenti di grande valore e cultura. Far crescere la nostra associazione in tutti i sensi sarà un nostro impegno continuo. Rinforzandoci saremo in grado di servire meglio la nostra comunità e la nostra società.
Il rinascere dell’antisemitismo in Europa è un fatto molto preoccupante e coinvolge paesi come Francia, Inghilterra, Germania. Come vede la situazione in Italia e quali iniziative pensa possano essere messe in campo per contrastare questo fenomeno?
Purtroppo anche in Italia c’è una crescita di sentimenti razzisti di xenofobia e di antisemitismo come in tutta l’Europa. Circa un mese fa il B’nai B’rith Europe ci ha proposto di aderire ad un progetto ancora in fase iniziale. Si tratta di cercare di instaurare ponti di comunicazione con i leader di comunità che sono soggetti a odio e discriminazione e cercare di controbattere questo virus che ha infettato la nostra società, attraverso l’educazione e l’informazione.
Coinvolgere cittadini di diversi orizzonti per attivare solidarietà e fraternità fra i cittadini di tutta l’Europa.
Si cerca di mettere in pratica questo progetto per attivare una serie di incontri fra i leader di diverse comunità, promuovere programma di training e workshop per arrivare a eventi indirizzati al grande pubblico.
Il BB si è sempre contraddistinto per le attività di beneficenza e l’impegno per i giovani. Come vede la situazione a Milano in questo periodo?
Il Bené Berith si è sempre distinto per l’attenzione nell’aiutare i bisognosi. Cosa che anche il nuovo consiglio continuerà a fare con maggior impegno e con le sue massime risorse. Purtroppo c’è sempre più necessità di fare beneficenza. Conteremo sia sui nostri membri sia su quelli della nostra Comunità per poter fare di più. Cercheremo di organizzare attività per raccogliere dei fondi.
L’impegno per i giovani è un compito importante non solo per il BB, ma per tutte le istituzioni comunitarie. Dobbiamo trovare modi per coinvolgerli e sensibilizzarli in tutte le tematiche che ci vedono coinvolti. Noi come Bené Berith stiamo cercando di inserire fra i nostri membri elementi più giovani i quali, all’interno della nostra associazione, matureranno con lo spirito di dialogo e respireranno un’atmosfera di solidarietà, beneficenza e amore per il prossimo.
Il nuovo consiglio del BB Milano: Claudia Bagnarelli, Ariel Colombo, Paolo Foà, rav Avraham Hazan, Daniel Hazan, Ioram Klein, Manuel Mires.