a cura dello staff degli Amici del Magen David Adom in Italia
Sono decine le storie dei paramedici del Magen David Adom che si sono trovati sotto il fuoco nemico
Se facessimo un bilancio, come in genere si usa fare all’alba di un nuovo anno, sui mesi appena trascorsi al Magen David Adom, balzerebbe subito agli occhi l’ultimo trimestre per l’eccezionalità delle condizioni a cui il MDA è stato, ed è ancora, sottoposto.
Il 7 ottobre scorso l’organizzazione terroristica Hamas ha colpito Israele con una ferocia mai vista. La storia è ormai nota a tutti.
A seguito della strage di civili, si è innescato un conflitto che ogni giorno porta nuovi lutti, nuove emergenze, un elenco senza fine di traumi fisici, psicologici ed emotivi.
Il Magen David Adom, Servizio Nazionale di Emergenza, ha risposto in maniera tempestiva, mobilitando da subito tutte le risorse a disposizione per riuscire a rispondere alle richieste di aiuto e ad intervenire con la massima rapidità. Ha fatto così fronte alla tragedia dilagante, nonostante le perdite umane e di mezzi di soccorso, ingenti entrambe. Il mondo si è reso conto, col trascorrere dei giorni, del lavoro svolto al Magen David Adom e dell’enorme quantità di energie impiegate. Non solo: appartenere al MDA significa totale dedizione, e andare oltre ciò che si intende per primo soccorso e soprattutto per volontariato.
Sono decine le storie dei paramedici del MDA che si sono trovati sotto il fuoco nemico, presi di mira nell’esercizio delle loro funzioni, durante i lunghi turni per salvare i feriti e trasportarli negli ospedali, ingaggiati loro malgrado in un conflitto con chi disprezza la vita, coi terroristi il cui scopo è uccidere indiscriminatamente. Ad oggi ammontano a 17 i paramedici uccisi da Hamas nel corso del conflitto. Decine le ambulanze danneggiate in modo irreparabile, moltissimi i soccorritori feriti.
In modo diametralmente opposto all’ideologia di Hamas, al Magen David Adom crediamo che l’unica cosa giusta da fare sia salvare quante più vite possibile.
Ed è doveroso che tutti sappiano ciò che i paramedici MDA stanno facendo. Sono storie di eroismo. Tra tutte, quella di Amit Man, giovane volontaria rimasta quel sabato infausto più di 6 ore ferma all’interno della base MDA a curare i feriti, mentre si sentivano fuori gli spari e le urla dei terroristi, che l’hanno poi uccisa a fine giornata, sparandole alla testa.
A lei sono state dedicate delle ambulanze, l’ultima delle quali donata dalla associazione “Samaritarian’s Purse – International Relief” mostrata il 6 gennaio scorso a Mike Pence, ex vice presidente degli Stati Uniti in visita al Centro Operativo MDA di Kiryat Ono, dove ha incontrato il Direttore Generale Eli Bin e il team senior.
Pence, che ha ascoltato i tanti racconti risalenti al 7 ottobre dei membri dello staff e dei volontari, tutti eroine ed eroi per l’eccezionalità del lavoro svolto a rischio della vita, così si è espresso, parlando dalla radio a tutte le squadre MDA: “Sono venuto oggi per ringraziarvi e per dirvi che siamo con voi. Parlo da parte del popolo americano: gli americani sono con voi, e saremo con voi ogni giorno fino a che la minaccia posta dai terroristi di Hamas o da chiunque altro non sia condotta ad una fine”.
Le autorità in visita al MDA
Moltissime le autorità che, analogamente a Pence, si sono recate in visita all’Head Quarter del Magen David Adom, come ministri, politici e delegazioni da vari paesi e enti – basti ricordare la BBK (German Crisis and Emergency Management Authority) – e anche personalità del mondo dello spettacolo (Jerry Seinfeld, Debra Messing, Montana Trucker) che ne hanno lodato pubblicamente l’operato e che hanno contribuito in prima persona con grandissime donazioni per sostenere il lavoro ingente al MDA.
È il caso di Floyd Mayweather, ex pugile campione del mondo, che di sua iniziativa ha inviato in Israele, all’inizio del conflitto, un aereo privato contenente equipaggiamento e materiale medico in aiuto ad Israele. Una serata di gala è stata organizzata in suo onore a Miami (Florida) il 12 dicembre scorso, dove gli è stato consegnato uno speciale riconoscimento. L’evento ha raccolto molti fondi destinati al Magen David Adom.
E non mancano neppure le tante iniziative benefiche e ingegnose (è proprio il caso di dirlo!) a sostegno di MDA, come il design Nike di una scarpa sneaker “MDA-Air Force 1”, realizzata in pochi esemplari e già andata quasi esaurita. Ma ciò che ci fa più piacere – come Associazione Amici di Magen David Adom in Italia – è la vicinanza di tutti coloro che, tantissimi, ci inviano messaggi di sostegno e offrono tempo e risorse per aiutare il Magen David Adom (amici italiani, comunità ebraiche, singole personalità).
A tutti va il nostro grandissimo ringraziamento.
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