Maccabi, una scuola di vita per tutta la Comunità

Insider-Associazioni

di Ilaria Myr

Una grande festa all’insegna dello sport e della gioia è stato, come ogni anno, il saggio finale del Maccabi, tenutosi domenica 26 maggio nella Scuola della Comunità ebraica di Milano. Bambini, genitori e nonni hanno affollato il giardino e l’Aula Magna “A. Benatoff” per assistere alle dimostrazioni finali di ogni corso organizzato dal Maccabi quest’anno: ben 18 corsi diversi, spalmati su 4 giorni della settimana, che hanno attirato circa 200 bambini provenienti dalle tre scuole ebraiche presenti a Milano, dai 3 agli 11 anni.

«Un grande punto di orgoglio è che i nostri corsi sono un amalgama importante per la Comunità», spiega soddisfatto il vicepresidente Alfonso Nahum, che da anni dedica grande impegno e passione a queste attività, diventate un punto di riferimento per le famiglie ebraiche milanesi.

Un aspetto, questo, che gli viene anche riconosciuto dagli assessori della CEM: «Complimenti ad Alfonso Nahum che con il suo impegno e dedizione è riuscito con l’attività del Maccabi a unire i ragazzi delle tre scuole ebraiche di Milano; è un grande merito e anche una dimostrazione che i risultati si ottengono quando ci sono i progetti. Grande Foufi».

Cavalli di battaglia dell’offerta del Maccabi sono i corsi di giochi con la palla per i piccoli (3-4 anni), calcetto e calcio, seguiti per lo più dai maschietti, ma vanno bene anche quelli di capoeira, danza e pittura: tutti tenuti da insegnanti preparati e capaci, che svolgono con dedizione il proprio lavoro. «Quest’anno aggiungeremo anche un corso di gioco con la palla più adatto alle bambine dai 7 ai 10 anni – l’altro è più propedeutico al calcio – e vorremmo organizzarne uno di pallavolo. E poi proporremo, per il secondo anno, uno di bricolage».
Il Maccabi però non è solo per bambini. Da due anni, infatti, organizza anche un’attività per signore, in prevalenza mamme fra i 35 e i 50 anni. «Abbiamo messo in piedi una squadra di catchball (uno sport simile alla pallavolo, molto praticato in Israele, ndr) che speriamo possa continuare anche quest’anno – continua Nahum -. Unico nostro tallone di Achille è che non offriamo nulla ai ragazzi dagli 11 anni in poi: ci abbiamo provato nel passato, ma non siamo riusciti a raccogliere sufficienti adesioni».

A collaborare con Nahum ci sono i consiglieri, che partecipano attivamente all’organizzazione. «Ma, come nel passato, avremmo bisogno dell’aiuto di altri volonterosi genitori che possano dedicarci anche una sola ora alla settimana del loro tempo – ammette Nahum -. Chiediamo quindi a chi può di unirsi a noi: solo così potremo continuare a offrire ai ragazzi della nostra Comunità attività ricreative e sportive di qualità».